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Elio Toaff Rabbino Capo Emerito

mercoledì 4 maggio 2005

Nato a Livorno il 30 aprile 1915, si è laureato in Giurisprudenza nel 1938 all’Università di Pisa e nel 1939 in Teologia. Nello stesso anno ottenne il titolo di Rabbino Maggiore al Collegio Rabbinico di Livorno.
Nel 1941 fu chiamato a reggere la Comunità Israelitica di Ancona, nel 1943 entrò nella Resistenza sui monti della Versilia. L’ANPI gli ha concesso la tessera ad honorem e nel 1946, dopo la guerra, fu nominato Rabbino Capo a Venezia.
Dal 1947 al 1951 ha insegnato lingua e lettere ebraiche nell’Università di Ca Foscari a Venezia.
Nel 1951, alla morte del Rabbino Capo di Roma Prof. David Prato, fu chiamato a sostituirlo nella maggiore Comunità italiana.
Il Congresso dei Rabbini italiani e quello delle Comunità Israelitiche lo hanno nominato Presidente della Consulta Rabbinica Italiana, carica che ha tenuto per molti anni. Ha diretto il Collegio Rabbinico Italiano e l’Istituto Superiore di Studi Ebraici.
E’ direttore dell’Annuario di Studi Ebraici. Autore di molte pubblicazioni e di articoli nelle maggiori riviste specializzate in Italia ed all’estero.
La sua biografia è stata pubblicata nel 1988 da Mondadori.
Nel 1997 insieme con Alain Elkann ha pubblicato il libro “Essere ebreo” e nel 1998 “Il Messia e gli ebrei”, editi da Bompiani.
Dal 1966 è membro del Collegio Nazionale dei Probiviri dell’ANFIM. E’ membro, sin dalla fondazione avvenuta nel 1957, dell’Esecutivo della Conferenza dei Rabbini Europei e dal 1988 fa parte del Presidium.
Nel 1991, l’Università Bar Ilan in Israele gli ha conferito la laurea “Honoris Causa” in filosofia.
Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica. E’ stato proposto alla carica di senatore a vita.
Nel suo testamento spirituale, Giovanni Paolo II ha citato solo due persone: l’ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff (che negli appunti viene indicato come “il rabbino di Roma”) e il segretario Don Stanislao. “I nostri fratelli maggiori, fratelli prediletti” così Giovanni Paolo II definì il popolo ebraico quando il 13 aprile del 1986 si recò al Tempio maggiore di Roma, per rendere omaggio alla più antica comunità ebraica della “diaspora”. “Fu un gesto sconvolgente da molti punti di vista - ricorda Toaff . Era la prima volta che un Papa metteva piede in una Sinagoga e io ero molto impensierito perché non sapevo come sarebbe andata, né quale sarebbe stato l'atteggiamento del Papa nel momento in cui sarebbe entrato nel Tempio. Ma quando l’ho visto venirmi incontro a braccia aperte e abbracciarmi davanti a tutti, allora la tensione si è appianata e tutto si è fatto molto più semplice e amichevole”.
E’ stata la prima tappa di un dialogo che non si è mai più interrotto. “Quel gesto gli ha fatto molto onore – ha detto il rabbino - ha ripagato di tutte quelle che sono state le persecuzioni che gli ebrei di Roma hanno dovuto subire negli anni, dalla chiusura nel Ghetto del 1500”.

Nella foto Elio Toaff con Giovanni Paolo II


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