cultura

Il sigaro che venne dalla pioggia.

martedì 18 febbraio 2003
di Gabriele Anselmi
Esistono prodotti realizzati scientificamente, testati, modificati ed elaborati per essere commercializzati e diventare un prodotto di largo consumo. Esistono però anche quei prodotti che non derivano dalle numerose sperimentazioni ma nascono dal caso e diventano magicamente leggenda. Uno di questi è il sigaro Toscano. Un acquazzone inteso come in ogni estate d’agosto stravolge le assolate giornate italiane. Nel 1815, come oggi, arrivò implacabile a rovinare una giornata di solleone ma nessuno avrebbe mai pensato che aveva alimentato la leggenda.

Nel cortile di una manifattura di tabacchi era stoccata una grande quantità di foglie di tabacco Kentucky, la pioggia inzuppò completamente il deposito. Il sole tornò a splendere e i raggi andarono a scaldare quelle foglie ma queste invece di asciugarsi cominciarono a fermentare. Il direttore tecnico della manifattura decise casualmente di lasciarlo ancora fermentare per poi farlo asciugare al chiuso, evitando di frantumare le foglie al sole. Con quelle foglie vennero confezionati sigari da vendere a basso costo. Quei sigari venduti negli spacci dell’oltr’Arno furono accolti con entusiasmo. Straordinariamente non fu il prezzo a decretarne il successo ma il sapore intenso che nessun’altro sigaro aveva mai avuto.

Il Granduca Ferdinando decise di trasformare il vecchio convento di Sant’Orsola in un grande stabilimento per la lavorazione industriale. Finalmente nel 1918 la Manifattura Granducale cominciò la regolare produzione e commercializzazione del Toscano. Questa data è ancora ricordata su ogni confezione oggi in commercio: “Il sigaro più famoso del mondo realizzato con la cura e i metodi che diedero origine alla sua fortuna (1918)”. A Lucca si producono ancora sigari Toscani, in alcuni casi si rieseguono i procedimenti rimasti identici per oltre un secolo.

Il confezionamento viene fatto esclusivamente con tabacco Kentucky proveniente dalla Toscana, dall’Umbria, dal Veneto o dagli Stati Uniti. Le foglie migliori, integre e di tessuto fine ed elastico, servono alla “fascia” del sigaro mentre le altre sono destinate a formare il ripieno. La stoccatura, la lavorazione primaria e la fermentazione avvengono con macchinari specifici. A questo punto il tutto passa nelle mani delle sigaraie.

Le donne si limitano ad avvolgere il ripieno nelle fasce ma dal loro palmo esce la qualità e la fragranza aromatica del prodotto. La loro abilità sta nel prendere il giusto quantitativo di ripieno e nella perfezione di arrotolare le fasce. Se l’arrotolatura è imperfetta, lasciando uno spiraglio, il sigaro non “tirerà”, mentre se il ripieno è troppo eccedente questo tirerà male essendo troppo pressato. La produzione di una sigaraia si aggira sui 550 Toscani al giorno ma esistono anche macchine che imitano il loro lavoro, confezionando un numero maggiore di sigari.

Il sigaro Toscano ha scavalcato il tempo acquistando quell’alone di popolarità che lo rende unico al mondo. Fumare un sigaro significa assaporare l’aroma di un spore unico, inconfondibile e attraente. Rimanere con il gusto tra le labbra dopo aver assaggiato l’individualità di un prodotto assolutamente naturale e genuino.

Ad Orvieto il Toscano ha rapito molte persone che hanno partecipato al Dinner Music, dimostrandosi un efficace anello di congiunzione tra i particolari menù del ristorante Al san Francesco e la musica dei gruppi invitati alle serate. Sabato 15 febbraio erano presenti anche Laura Cherubini, dell’ufficio stampa dell’ETI, e Fabio Fiori, relatore ufficiale dell’ente.

L’ETI è l’Ente Tabacchi Italiana s.p.a., nata nell'estate del 2000, dalla trasformazione da Ente Pubblico Economico in Società per Azioni dell'Ente Tabacchi Italiani. Questa società si occupa della produzione e distribuzione di sigarette, sigari e altri prodotti del tabacco italiano ed estero, di estrazione e distribuzione di sali sul territorio nazionale, di trasformazione e trading del tabacco. L’ ETI S.p.A. ha prodotto nel 2002 38 milioni di kg di sigarette, di cui circa 15.700.000 per Philip Morris, ed inoltre 569 tonnellate di sigari, 12.300 Kg di sigaretti, 35.800 di trinciati. Attraverso 5 manifatture di sigarette, dislocate su tutto il territorio nazionale, e 2 manifatture di sigari, a Lucca e a Cava dei Tirreni, ETI produce i principali marchi nazionali di sigarette (MS, Sax, Club, Linda, Nazionali) e i sigari Toscani.

La promozione e la conoscenza del sigaro Toscano, diventa per l’ETI una tappa fondamentale, sia per la commercializzazione del prodotto ma anche per dare la possibilità agli estimatori di apprezzare un vasto assortimento di sigari con lavorazioni particolari. E coinvolgere quanti possono avere la curiosità di conoscere meglio un “soggetto” che ha sostenitori e ammiratori in ogni parte del mondo.