cronaca

Un abbraccio a te che ti definivi "professionista del tempo libero"

domenica 17 giugno 2018
di Paolo Lanzi
Un abbraccio a te che ti definivi "professionista del tempo libero"

È opinione comune che una amicizia con una differenza di età è difficile da costruire. Ho conosciuto Quinto tanti anni fa, forse troppi perché sono corsi via tanto velocemente che quasi non mi ricordo l’anno. La nostra conoscenza iniziale è stata all’insegna di grandi discussioni, naturalmente vertevano su argomenti sportivi, calcistici soprattutto, mi diceva sempre che due santi in un quadro non potevano stare, e, che, non mi avrebbe mai voluto come calciatore perché ero troppo certo delle mie idee.

Abbiamo sempre discusso con gusto, fino a capire che i nostri litigi ci avvicinavano mentalmente, è nata così la nostra amicizia. Il tempo che divideva la nostra età non portava differenze di idee ed argomenti. Il tennis ha inoltre saldato il nostro rapporto, aspettavamo con ansia il mese di maggio per l’apertura del campo di piazza Cahen, li mi raccontava chi l’aveva costruito e come, loro, ragazzi di quel periodo, guardavano con un pizzico di invidia l’esclusività di chi praticava quello sport in quegli anni.

Le nostre sfide a luglio si spostavano a Montalto, ci sentivamo telefonicamente il sabato per sapere se andavo al mare e se questo avveniva dovevo assolutamente portare le racchette. Mi è stato vicino quando ho avuto dei problemi sia personali che di salute, mi ha aiutato senza chiedere niente solo a titolo di amicizia, quella amicizia che si divide con un coetaneo io la dividevo con lui che spesso si vantava dicendo che aveva l’età del mio babbo.

Aveva due colori il bianco e il nero, gli dicevo che nella vita esiste anche un grigio e che ogni tanto bisogna utilizzarlo, non ci è mai riuscito.
Si riteneva o meglio si definiva un professionista del tempo libero, l’ho invidiato tanto perché era riuscito a vivere la sua vita coltivando le sue passioni senza mai una parola fuori posto per quelli che miglioravano la loro condizione sociale con il lavoro.

Ha fatto tanto per lo sport ad Orvieto, ed è stato un precursore di diverse discipline, il suo orgoglio è stata la nascita ad Orvieto del calcetto, sport che io non ho mai amato, ma aveva ragione lui è stato più il calcetto a dare tanto al calcio che viceversa mi diceva sempre.

Ti abbraccio forte amico mio, che il buon Dio ti faccia trovare una gestione tutta tua del calcio per portare avanti il tuo progetto che ad Orvieto non sei mai riuscito a fare.