cronaca

"Terrorismo internazionale. Come contrastarlo e come prevenirlo?"

martedì 10 aprile 2018
"Terrorismo internazionale. Come contrastarlo e come prevenirlo?"

E' evidente che l'argomento terrorismo è una preoccupazione di tutti ed ascoltare le argomentazioni di due addetti ai lavori, come il comandante dei Nocs Andrea Mainardi ed il generale Giuseppe Morabito, esperto di Medio Oriente, è stato un privilegio ed una fonte di informazioni di grande qualità e livello. A Palazzo Sforza a Proceno, dove come annunciato sabato 7 aprile si è tenuto l’incontro sul terrorismo internazionale, la platea degli spettatori è stata ulteriormente qualificata dalla presenza del vicequestore di Viterbo Paolo Di Domenico e del capitano dei carabinieri Antonino Zangla, presente in rappresentanza del Comandante provinciale dell'Arma.

La conduzione di Roberto Mattera ha permesso, grazie all'alternanza dei due relatori, al supporto di foto, video e cartine geografiche, di trasferire alla platea nozioni, informazioni, emozioni, scenari di geopolitica, comprensione di termini come jihad, sharia, fatwa, martirio, infedeli, foreign fighters e chiarire le differenze fra le due più importanti visioni dell’Islam, sunniti e sciiti, illustrate dal generale Morabito, che ha proseguito sostenendo che "il tipo di operazioni, cui appartengono ad esempio gli attacchi all’aeroporto di Bruxelles, a Charlie Hebdo, al Bataclan, sembra difficile possano ripetersi perché hanno bisogno di un’organizzazione capillare", infatti "tali capacità organizzative parrebbero oramai annullate nelle loro potenzialità dalle sconfitte dell'Isis patite in Siria e in Iraq".

Il comandante Mainardi ha snocciolato tutti i compiti del reparto speciale che dirige: il reclutamento, i programmi di addestramento, le specialità professionali degli agenti Nocs come tiratori scelti, sommozzatori, Nbc, paracadutisti, unità cinofile, scorte di personalità di rilievo e condividendo la novità, nata dalla sua conduzione, dell’impiego di squadre armate e con automezzi blindati di ultima generazione, che coprono i luoghi sensibili della capitale, per poter intervenire rapidamente, essendo perfettamente equipaggiati per poter agire in autonomia.

Quello che nessuno si aspettava è stato l’intervento di uno dei membri, facente parte della squadra dei Nocs che liberò, il 26 gennaio 1982, il generale Dozier rapito dalle Brigate Rosse a Padova, il quale, presente fra il pubblico ed invitato dal comandante Mainardi, ha raccontato il dettaglio di tutta quella memorabile giornata, che è passata alla storia come la più perfetta operazione dei Nocs, durata 60 secondi e senza sparare un colpo. "Il nostro sentito grazie - è stato ribadito al termine dell'incontro - a chi lavora in incognito per proteggerci".