cronaca

Spagnoli (Consap): "Pronti a portare ai vertici nazionali l'allarme sicurezza"

mercoledì 17 gennaio 2018
Spagnoli (Consap): "Pronti a portare ai vertici nazionali l'allarme sicurezza"

“Orvieto è lo specchio della realtà nazionale”. Così Stefano Spagnoli, segretario nazionale della Consap, il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, entra a gamba tesa nel dibattito cittadino innescato dall'escalation di furti che si continuano a registrare da un mese a questa parte.

Lo fa annunciando l'intenzione di farsi portavoce presso il Ministero dell'Interno dell'allarme per tentare di rafforzare le risorse che sono ad Orvieto, per quanto riguarda la Polizia di Stato che soffre un sott'organico importante, consapevole che “difficilmente avremo grandi risorse”. E sottolineando come l'anzianità del personale – che nella provincia di Terni, così come quella di Viterbo, Vicenza, Grosseto e Cosenza si attesta sui 49 anni, rispetto ai 50 anni di Udine e Rieti, i 44 di Perugia, i 42 di Napoli – sia anche sinonimo di esperienza e capacità di controllo del territorio.

“Nell'Orvietano – dice – non è questo il male primario. Paghiamo lo scotto di una realtà nazionale che vede 45.000 unità in meno, che si traduce in una carenza del 25%, frutto di scelte politiche scellerate in materia di sicurezza. Il gap è ammortizzato dal fatto di avere un territorio, rimasto orfano di presidi di giustizia come Tribunale e Procura, molto servito dalla infrastrutture e coperto da Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Stradale.

Non siamo più un'oasi felice. Lo testimoniano delitti efferati come quelli che oggi avvengono nella vicina Terni di cui prima non si aveva memoria. È cambiato qualcosa. Il rispetto non è né verso chi subisce reati, né verso le Forze dell'Ordine che intervengono. Queste ultime, spesso, sono le prime a subire le maglie della giustizia.

Siamo in una fase di involuzione civica, è un problema anche normativo. Stiamo pagando lo scotto dei non investimenti in termini di sicurezza, personale, mezzi e tecnologia. Oggi le Forze di Polizia, con risorse sotto organico e immigrazione fuori controllo, svolgono il triplo del lavoro rispetto a qualche anno fa e di contro hanno quasi la metà di personale.

Abbiamo imboccato una strada di buonismo e garantismo a tutti i costi che non premia. Il problema dei furti che si stanno verificando nel territorio orvietano risalta quello che sta accadendo in tutta Italia. I malviventi conoscono il territorio e il fatto che è vulnerabile dal punto di vista della impunità. Meno poliziotti come possono vigilare ogni casa?

A quelle voci che dicono 'Sanno chi sono e non li prendono', rispondo che non è così. Ammesso che si sappia chi è, va dimostrato. Queste bande specializzate vengono da fuori, nella maggior parte dei casi non sono italiani. Prediligono la fascia oraria pomeridiana, compresa tra le 17 e 19, quella in cui si comincia ad avvicinare il cambio dei turni e si abbassa la luce. I movimenti sono favoriti dall'oscurità e c'è uno spostamento dalle proprie abitazioni.

Le telecamere che si stanno installando saranno un valido supporto per le Forze dell'Ordine dal punto di vista dell'ausilio investigativo, ma non la soluzione definitiva. Auspichiamo siano presto attive, ma da sole non fermeranno i delinquenti, li fermano la legge e la certezza della pena. Con queste armi spuntate, le Forze dell'Ordine possono fare i guardiani. Lavoreremo molto per identificare i malviventi, per poi al massimo riuscire a denunciarli in stato di libertà. La custodia cautelare per questo tipo di reati predatori è difficile da ottenere. Senza poter assicurare i ladri alla custodia cautelare in carcere come si può pensare di dissuaderli dal delinquere? Esistono persone in Italia mai identificate.

Le maglie larghe della giustizia mandano in tilt il sistema sicurezza. Tutti noi percepiamo che la sicurezza non c'è. Non sono media e social che diffondono la paura. Quanti non denunciano più per paura? Secondo le stime, almeno il 15/20%. Ben vengano i cittadini che vogliono fare qualcosa, ma piuttosto che le cosiddette ronde, meglio le segnalazioni telefoniche alle Forze dell'Ordine. È un discorso di sicurezza personale.

Gli accorgimenti. Le case isolate andrebbero allarmate. Attenzione a non raccontare dove andiamo quando non siamo in casa. Hanno sentinelle sul territorio in grado di poter dire loro come muoversi. Pubblicare sui social una foto per dire che alle 20 non siamo a casa agevola chi ci osserva per poi delinquere. Non avventuriamoci in situazioni di confronto diretto con persone sospette. Non sottovalutiamo movimenti che sono nuovi al nostro contesto di vita: un'auto parcheggiata da troppo tempo in un determinato luogo oppure un'auto mai vista prima sono indizi sospetti.

I delinquenti tali sono e come tali vanno trattati. È un dovere dello Stato difendere i cittadini onesti. Siamo ormai di fronte a un'immigrazione incontrollata e un'invasione di alcuni regioni europee. Le nostre Forze dell'Ordine sono riconosciute come le migliori d'Europa, ma siamo anche il Paese d'Europa dove si delinque con maggiore facilità. Fanno il possibile con quello che è possibile fare. Tutte le risorse istituzionali disponibili stanno operando al meglio, sarebbe auspicabile che la politica si impegnasse in un ritorno di uffici distaccati”.