Calcio, l'ignobile vizio del "Ci vediamo al ritorno"
Occhio, al preoccupante rigurgito di violenza riapparso, inaspettatamente, alla prima di campionato. Un virus pericoloso, che pareva definitivamente estirpato e la cui ricomparsa è meritevole della massima attenzione. Un addetto ai lavori, la cui storia calcistica è abbastanza cristallina, risulta sia stato circondato, minacciato e allontanato con modi, per nulla urbani, dai locali-spogliatoio dove aveva titolo trovarsi.
Lo sventurato ha preferito scegliere la strada del silenzio, raccontando quanto accaduto soltanto a qualche amico. Una decisione difficile da condividere, ma da rispettare in nome della privacy. Augurarsi che non sia scappata la frase classica “Ci vediamo al ritorno” è il minimo. Se, tale espressione, fosse stata, anche per caso, pronunciata, il mondo del pallone si troverebbe davvero, ancora, su un percorso bieco e senza ritorno.