cronaca

Carcere, prosegue lo stato di agitazione. Il Sappe chiede l'apertura di un tavolo di trattativa

mercoledì 18 gennaio 2017
Carcere, prosegue lo stato di agitazione. Il Sappe chiede l'apertura di un tavolo di trattativa

E' ancora tutto da decifrare il futuro del carcere di Via Roma. Alle rassicurazioni rese dal direttore della Casa di Reclusione di Orvieto, il dirigente penitenziario Luca Sardella, fa eco ora una nuova presa di posizioe da parte del segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria che conferma lo stato di agitazione.

"L’istituto penitenziario di Orvieto - afferma Capece - viene spesso definito un 'modello', potendo vantare potenzialità enormi dal punto di vistra trattamentale, finalizzate al recupero sociale dei condannati. Nel carcere orvietano, infatti, esistono officine per il lavoro del ferro, del legno e dei tessuti che, da anni, implementate e sviluppate, stanno producendo lenzuola, asciugamani, tavoli di legno, armadietti, scaffalature in metallo e altri suppellettili necessari al fabbisogno di tutti gli istituti penitenziari della Repubblica.

Per tale ragione, quella di Orvieto è una struttura che si presta per sua stessa natura ad essere un Istituto a Custodia Attenuata per forme di trattamento avanzatissime, che sicuramente qualificano il sistema dell'esecuzione penale italiano, spesso oggetto di reprimende da parte dell'Europa, per la scarsa qualità delle strutture e per le ridotte dimensioni degli spazi detentivi.

A riprova e testimonianza di questa oggettiva situazione, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha emanato un P.C.D., in data 16 luglio 2014 che ha appunto convertito la Casa di Reclusione di Orvieto in Istituto a Custodia Attenuata.

Purtuttavia, inspiegabilmente, il direttore del carcere orvietano, dr. Luca Sardella, si è dichiarato fin dall’inizio totalmente contrario alla decisione dipartimentale, fino al punto di arrivare a dichiarare apertamente e pubblicamente di chiedere l’avvicendamento alla guida dell'istituto laddove fosse stato davvero convertito a Custodia Attenuata.

In effetti, nei primi mesi del 2015, allorquando arrivò ad Orvieto il provvedimento ministeriale, il dr. Sardella presentò realmente domanda di trasferimento, tant'è che l'allora Provveditore regionale dell'Umbria Ilse Rusteni, dispose il suo invio in missione alla Casa di Reclusione di Spoleto per quattro giorni la settimana.

Ciò nonostante, pur mantenendo la direzione dell’I.C.A. soltanto part time, lo stesso dr. Sardella, ad avviso di questa O.S., ha di fatto ostacolato l’evolversi della trasformazione semplicemente ‘non facendo’ nulla e continuando a manifestare pubblicamente il proprio dissenso verso il progetto.

Il risultato dell’atteggiamento dell'Autorità Dirigente ha condotto, inesorabilmente, ad un lento e calcolato degrado della qualità del lavoro e ad un sottodimensionamento delle presenze fino al numero di 60 detenuti, nonostante le decine, e decine, di istanze provenienti da tutta Italia, mai esaminate dal Got interno e, quindi, mai prese seriamente in considerazione.

Inevitabilmente, lo stato delle cose si è evoluto in un’unica direzione fino a quando si è arrivati alla richiesta ufficiale dello stesso Direttore di riconvertire nuovamente l’istituto in Casa di Reclusione a media sicurezza, con un clamoroso dietro front istituzionale, a soli due anni di distanza, e nonostante le risorse economiche investite nel progetto. (Sarebbe interessante, al riguardo, acquisire il parere della Procura Distrettuale della Corte dei Conti circa le spese sostenute per la riconversione...).

Significativa nella vicenda anche la posizione del Provveditore Regionale che, pur di non aver grattacapi, ha avallato la richiesta del direttore di Orvieto senza avere la minima cognizione di causa della situazione. Oltremodo, deve essere tenuta in debita considerazione anche la totale arbitrarietà assunta dal Direttore di Orvieto e dal Provveditore, senza alcun coinvolgimento delle OO.SS., delle Istituzioni Locali, della Magistratura di Sorveglianza e, soprattutto, del personale dipendente.

Tutto ciò premesso, questa Organizzazione Sindacale, in qualità di prima rappresentanza del Corpo, chiede l'immediata apertura di un tavolo di trattativa presso l'Ufficio del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, avente per oggetto il 'fallimento' del progetto I.C.A. di Orvieto, per esaminarne attentamente le motivazioni e per l’eventuale individuazione delle relative responsabilità. A salvaguardia dei diritti del personale rappresentanto, nel frattempo, questa O.S. ha indetto lo stato di agitazion, riservandosi di adottare ogni utile e legittima iniziativa di protesta volta alla risoluzione della gravissima problematica".