cronaca

"Degrado, abbandono e irregolarità". All'Ipsia e all'Artistico esplode la polemica

lunedì 16 gennaio 2017
"Degrado, abbandono e irregolarità". All'Ipsia e all'Artistico esplode la polemica

Il malessere covava da tempo ma alla fine è esploso. Alcuni docenti e parte del personale Ata dell'Istituto Professionale e del Liceo Artistico di Orvieto sono, infatti, sul piede di guerra. E, in una lunga lettera congiunta indirizzata non solo alla dirigente scolastica ma anche ai vertici dell'Ufficio Scolastico Regionale, al sindaco e al presidente della Provincia, i firmatari manifestano tutta la loro contrarietà e annunciano una serie di iniziative. Di seguito, in versione, integrale la lettera diffusa:

La misura è colma. I Docenti ed il Personale Ata, avendo verificato lo stato di degrado, abbandono ed irregolarità in cui versano le strutture dell’Istituto Professionale e del Liceo Artistico di Orvieto, a seguito di ripetuti appelli e relazioni tecniche, sentiti il Responsabile per la Sicurezza e la Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, a fronte dell’inspiegabile determinazione della Dirigenza di chiudere le aree di parcheggio interne, sgomenti per la reiterata assenza di volontà dialogica da parte della stessa Dirigenza, manifestano tutta la loro contrarietà ad un sistema relazionale ed operativo che sta scardinando consolidate “buone prassi” interne di rinomato costruttivismo.

I Docenti, più volte inascoltati, comunicano:
- l’autoconsegna presso le sedi di servizio a tempo indeterminato, fintantoché non verranno rilevati segnali di dialogo e fattori risolutori rispetto alle problematicità evidenziate. In tal senso, resteranno negli Istituti di appartenenza durante le “ore di buca”, seguendo un programma formativo rivolto alle conoscenze giuridiche in materia di Sicurezza.

- rispetto alla Disciplina di Scienze Motorie, le attività didattiche verranno svolte unicamente in aula, essendo la cosiddetta palestra del Professionale e le aree interne del Professionale e dell’Artistico ritenute per oggettivo stato di fatto non idonee e pericolose per l’incolumità di Studenti ed Insegnanti.

LE SCUOLE
Il Professionale e l’Artistico fanno parte dell’Istituto di Istruzione Superiore Artistica, Classica e Professionale di Orvieto. Un accorpamento recente, con tre sedi distinte, nel centro storico cittadino. L’Istituto Professionale di Orvieto è una “Buona Scuola”, la seconda nella zona delle Superiori per numero di iscritti, che raccoglie studenti provenienti dalla città, dai centri comprensoriali e da altre località provinciali e dell’Alto Lazio. Il clima sinora caratterizzante il riferimento educativo e formativo è stato di serenità, coesione e operatività, con benefici e costruttivi rapporti, in particolare per quanti riguarda il Settore Alberghiero con i riferimenti pubblici e non territoriali. La struttura che accoglie il Professionale, un vecchio convento, è malridotta se non fatiscente e non regge al carico di allievi che negli ultimi periodi popolano l’Istituto, con evidenti accomodamenti rispetto alle norme di Sicurezza.

Il Liceo Artistico, ospitato all’ex Palazzina Comando della Caserma “Piave”, eredita i fulgori di trascorsi illustri, quando iniziative prestigiose animavano la didattica della Scuola orvietana. Molte le attività degli studenti, guidati da professori di grande passione e dedizione al loro lavoro.

LA SICUREZZA
Per quanto riguarda l’Istituto Professionale, sito in Piazza S. Chiara, 1, i Docenti ed il Personale Ata operano in luoghi di lavoro ove la deroga alla regola in materia di Sicurezza rappresenta una consolidata abitudine, in quanto la mancanza di risorse e di precisi interlocutori istituzionali determina l’adeguamento all’”illegalità controllata”.
In particolare, si segnalano:
- presenza di parcheggi pubblici all’ingresso e nelle immediate vicinanze dell’Istituto che non consentono agevole intervento dei mezzi di soccorso;
- condizioni spazi adibiti a palestra (struttura fatiscente, mancanza ricambio aria, arredi ed attrezzature in pratica inesistenti, mancanza docce e spogliatoi, vetri rotti, infissi divelti, porta di entrata con apertura verso l’interno, mancanza vie d’esodo, illuminazione carente, mancanza spazi sanitari;
- spazi esterni adibiti ad attività didattiche riferite alla Disciplina di Scienze Motorie con copertura asfaltata malmessa, senza arredi, presenza di scalini d’entrata dei magazzini senza segnalazioni o protezioni, recinzioni metalliche in parte divelte e sporgenti d’evidente pericolosità;
- mancanza attacchi esterni per idranti;
- sistema d’allarme non funzionante;
- mancanza scale esterne vie d’esodo;
- impianto luci di emergenza non funzionante;
- mancanza percorsi per disabili;
- cassette di primo soccorso sprovviste delle necessarie dotazioni;
- mancanza di un piano di primo soccorso;
- porte delle aule e dei servizi igienici con aperture verso l’interno;
- mancanza vie d’esodo conforme alle normative vigenti;
- alcune aule sovraffollate rispetto alle superfici regolamentari;
- finestre prive di vetri di sicurezza e, ove necessario, di ringhiere anticaduta;
- ecc. ecc.

Al Liceo Artistico, sito in Piazza Cahen, si evidenziano pressoché analoghe problematiche, sebbene in diversa struttura;
Le condizioni sono tali che Studenti, Docenti e Personale Ata sono esposti a rischi per la salute ed a possibili infortuni. La prevenzione innanzitutto. Più nel dettaglio, non vorrebbero i Docenti e il Personale Ata trovarsi nelle condizioni di connivenza nel difetto per omissione rispetto all’obbligo di vigilanza, omissione rispetto agli obblighi di controllo e di custodia, mancata eliminazione delle fonti di rischio, omessa vigilanza e quant’altro non in linea con il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81. “L’ambiente scolastico deve essere pulito, accogliente, sicuro. Le condizioni igieniche e di sicurezza dei locali e dei servizi devono garantire una permanenza a scuola confortevole per gli alunni e il personale” (D.P.C.M. 7 giugno 1995).

LA QUAESTIO
In tali contesti, la Dirigente Scolastica, ricevuta la lettera di comunicazione del Comandante della Polizia Municipale di Orvieto, del 1 dicembre u. s., inviata a tutti i Dirigenti Scolastici del territorio di competenza, a seguito degli eventi sismici che avevano interessato anche la ns. Regione, senza preventivi sopralluoghi, una generica dunque, opportuna e dovuta segnalazione rispetto a buone prassi relative alla Sicurezza, emanava la Sua “Ordinanza” di sgombero, in data 5 dicembre, esecutiva dal 12 dello stesso mese, emanata motu proprio, senza confronti con i responsabili della Sicurezza e i diretti interessati, come in regime di emergenza, destando comprensibile disappunto e contrarietà, avendo chiara parvenza di provvedimento autocratico e autoreferenziale, tenuto conto dei ripetuti appelli, all’interno dell’Istituto, per una gestione condivisa delle risorse comuni, formula democratica fondamentale per una “Buona Scuola”;

Va considerato che:
all’Istituto Professionale, gli spazi interni non sono raggiungibili da mezzi di soccorso, tanto che soltanto autovetture di modeste dimensioni possono accedervi (per interventi sanitari e dei Vigili del Fuoco si procede soltanto a piedi);
nello stesso Istituto, le attività di Scienze Motorie sono avvenute, come più volte ribadito, in area non idonea, non attrezzata, non sicura;
al Liceo Artistico, i mezzi di soccorso che dovessero inoltrarsi nella zona prospicente l’ingresso, quasi interamente occupata da parcheggi pubblici senza vie d’uscite diverse da quella di entrata, si troverebbero (si pensi ad autobotti o autoscale dei Vigili del Fuoco) intrappolati senza possibilità di manovra;
nello stesso Liceo, le attività di Scienze Motorie, in assenza di palestra, sono avvenute, come più volte ribadito, in area alberata non attrezzata e non sicura, con il rischio che cadano rami e quant’altro su Studenti e Docenti.
Dopo due missive, a cui non si è registrato alcun riscontro, malgrado possibilità di dialogo fossero individuabili anche in programmate ed avvenute riunioni collegiali, si auspicava che, una volta informata di quanto premesso, avendo esaminato l’ampia consistenza degli elementi forniti, da autorevole amministratrice, la Dirigente Scolastica avesse valutato la veridicità e la validità del provvedimento, disponendo l’immediata revoca di quanto emanato. Purtroppo nulla è avvenuto.

In due sedi scolastiche che non rispondono alle norme sulla Sicurezza, l’unico provvedimento che è scaturito dalla Dirigenza è quello del 5 dic. u. s., che ha determinato disagi enormi per quanti debbono recarsi al lavoro: si assiste al triste spettacolo di equipaggi organizzati che giungono ad Orvieto da località distanti anche 100 chilometri che vagano per il centro storico in cerca di parcheggi ormai quasi inesistenti (la maggior parte riservati ai residenti), costretti al pagamento di onerosi ticket quando è possibile, docenti con disabilità impossibilitati a raggiungere la scuola con le proprie autovetture, che con enormi sacrifici affrontano percorsi indicibili, ritardi negli ingressi mai avvenuti sino adesso, confusioni manifeste. Gli spazi interni, che non sono un “privilegio”, ma una “risorsa”, anche per Orvieto, in quanto attenuano la congestione dei flussi veicolari nelle ore di punta, rimangono chiusi per puntiglio, bieche burocrazie, mancate assunzioni di responsabilità.

Una scuola davvero “sicura” è quella che rispetta le norme di legge, che è attenta ai requisiti strutturali, impiantistici ed ambientali, che attua un coordinamento tra i vari soggetti attivi e responsabili di settore all’interno dell’Istituzione, che cerca per i Suoi dipendenti le migliori condizioni di vita dal punto di vista della Sicurezza sul Lavoro. Perché questo avvenga servono formazione ed informazione adeguata, piani di emergenza, regolare manutenzione di ambienti, attrezzature ed impianti. Servono scelte condivise e democratiche, ragionevoli e ragionate, consultando soprattutto le figure preposte alla Sicurezza, d’accordo con gli Enti territoriali.

I Docenti ed il Personale Ata credono di aver operato e di operare per una “Buona Scuola”, vorrebbero proseguire con queste intenzioni anche nei futuri periodi. Con sempre maggior impegno, vigileranno sulle azioni atte all’adempimento delle norme di Sicurezza, con specifiche attenzioni volte alla tutela dell’integrità fisica e della personalità morale e professionale, perché si favorisca un clima generale di benessere e produttività, intendendo la prevenzione non soltanto come esasperata eliminazione dei pericoli o peggio ancora come ripudio di responsabilità dirette, quanto come educazione alla conoscenza degli ambienti, con conseguenti comportamenti autonomi e sicuri per sé e per gli altri. La “Buona Scuola” deve essere luogo di serenità e democrazia, crescita e rispetto reciproco.

 

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