Giuseppe Morino: "Dopo cinquant'anni di storia l'Hotel Maitani è in vendita"

"Una scelta dolorosa, ma la paura vera è che qualcun altro possa decidere di chiudere come abbiamo fatto noi". L’amarezza delle parole di Giuseppe Morino basta a descrivere i motivi della scelta fatta da una delle famiglie storiche dell’imprenditoria turistica della città.
"Il cinque gennaio scorso ho consegnato in Comune l’ultima parte della tassa di soggiorno e ho salutato pure il Sindaco", racconta Giuseppe Morino facendo trapelare la sua immancabile ironia.
"Proprio quest’anno abbiamo raggiunto i 50 anni di attività - continua Morino - e sinceramente non credevo mai che potesse coincidere con la scelta di chiudere. Perché abbiamo deciso di farlo? Per tanti motivi, ma non possiamo nascondere che in questo momento storico è particolarmente complesso lavorare nel settore turistico".
Quando si prende la strada del ragionamento sul “settore-turistico” l’intreccio di situazioni è sempre complesso. “Intanto ringrazio i colleghi albergatori che hanno voluto esprimere la loro solidarietà - dice Giuseppe Morino -. Se poi qualcuno nella chiusura del Maitani vuole tirare in ballo tutta la categoria degli imprenditori turistici voglio dire a questi signori che è una categoria che andrebbe rispettata di più e non messa alla gogna ogni volta che c’è da puntare il dito contro qualcuno. Poi è vero, forse avremo le nostre colpe, ma una colpa più di altre mi sento di avercela insieme a tutti i colleghi: quella di non esserci fatti sentire come avremmo dovuto”
“Voglio usare un vecchio proverbio per far capire come stanno le cose: non si può chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Ecco - ammette Morino - questo è il modo in cui si affrontano le cose in questa città, specialmente nel settore del turismo. A Orvieto dobbiamo capire quale città vogliamo: la città del lusso? La città del turismo religioso? La città industriale? Bene, quando avranno e avremo deciso tutti insieme, allora si metterà in moto la macchina degli investimenti, ma oggi non si può pretendere e tantomeno non si possono dare ricette di cui non si è consapevoli dell’effetto. Bisogna guardarci in faccia e ammettere che senza una strategia vera, senza un cambiamento radicale l’appetibilità di Orvieto sul mercato degli investimenti turistici è limitata. E sia chiaro, questo non è il problema di oggi, ma ormai di parecchia anni”.
L’analisi di Giuseppe Morino è decisamente chiara e sulla quale, in parte, l’amministrazione sta cercando di lavorare anche se l’intreccio tra “progetto di città” e “promozione della città” rimane ancora troppo aggrovigliato.
“Posso soltanto augurarmi che l’Hotel Maitani abbia un futuro - conclude Morino -. L'hotel è in vendita e speriamo che possano esserci imprenditori, anche orvietani, interessati a rilevarlo. Noi continueremo sempre a fare la nostra parte come ci hanno insegnato i nostri padri. Grazie ancora a Orvieto e agli Orvietani perché insieme, quando ancora si poteva fare e c’erano le idee vere per farlo, abbiamo scritto pagine indimenticabili della storia turistica della città. Per il bene di Orvieto mi auguro che si possa riprendere quel percorso”.
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Se non si ritrovano queste due cose nulla potrà essere fatto per Orvieto.
Le fiaccole da mettere in mostra non sono quelle del CONI, ma piuttosto quelle che si dovranno accendere dentro di noi.