cronaca

In un solo colpo addio all’Hotel Maitani e al Caffè del Teatro

sabato 7 gennaio 2017
In un solo colpo addio all’Hotel Maitani e al Caffè del Teatro

Due storie completamente diverse che in un soffio di tristezza si ritrovano a condividere lo stesso destino. Dietro al sipario del nuovo anno per il momento non brillano stelle e buone notizie, ma storie di un passato che mestamente ancora profuma di presente.

Le storie sono quelle dell’Hotel Maitani e del Caffè del Teatro; storie che si incontrano solo per un puro caso cronologico ma che hanno l’effetto di impoverire la città. E anche di aprire qualche discussione sui social network delle quali - per il momento - si può solo registrare la cronaca ma non certo la sostanza. Anche se appare decisamente strano che un amministratore sceglie di avviare il ragionamento sulla chiusura del Maitani tirando in ballo la classe imprenditoriale della città.

Al Caffè del Teatro succede tutto in poche settimane. Tra la società che si era aggiudicata la gestione del Caffè e il CdA della TeMa sarebbero nate delle incomprensioni e sull’ultima nota di Umbria Jazz Winter si è definitivamente interrotto il rapporto. Morale della favola: il Caffè del Mancinelli è chiuso. Quali sono i motivi? Come si risolverà il problema a stagione in corso? Domande alle quali nei prossimi giorni si dovranno trovare risposte, intanto al Caffè del Teatro regna il silenzio dopo mesi in cui era tornato a funzionare.

Ben più radicata nel tempo la storia dell’Hotel Maitani e della famiglia Morino. Dopo anni in cui quella della “messa in vendita” dello storico hotel orvietano era una voce che si rincorreva costantemente, con tanto di immancabile confinante di lusso Giancarlo Parretti interessato all’acquisto, con la fine dell’anno è arrivata la chiusura.

Questa è una ferita vera nel cuore della città. Non solo perché si chiude la storia di un luogo simbolo del turismo orvietano, ma soprattutto perché volge al termine la storia di una grande famiglia di albergatori nata con il Commendator Dino Morino e oggi onorata dalla tenacia di Giuseppe Morino e della sorella Norma. Non si sa tra le due quale sia la cosa che più rattrista: se vedere la porta chiusa dell'hotel, oppure non incrociare più il sorriso in doppio petto del signor Giuseppe.

L'Hotel Maitani era Orvieto: le cartoline della vista del Duomo dalla sua terrazza sono un pezzo pregiato per i collezionisti. “Non sono le stelle del gran lusso ad esaltare il valore dell’hotel - si legge nella descrizione dell’albergo -, ma sono le camere l’una diversa dall’altra e tutte straordinariamente belle. Non è la splendida terrazza che si affaccia su Via Lorenzo Maitani e 'taglia' uno scorcio del Duomo di Orvieto che attira fotografi. Il segreto dell’hotel è nell’aria che vi si respira, nell’atmosfera di serenità attenta che aleggia all’interno di vani magistralmente incastonati nel tufo, a dieci metri dalla stupenda piazza del Duomo che è il centro della vita, della cultura e dell’arte orvietana”.

“Vi hanno dimorato e vi dimorano personaggi illustri e illustri sconosciuti, per tutti, in ogni momento ed in qualsiasi circostanza ha una parola di arguzia e di spirito il commendator Dino Morino, il proprietario condottiero dell'Albergo Maitani - si leggeva in una delle tante descrizioni dell'hotel -. Una storia nella storia, un uomo che è doveroso conoscere per conoscere l'orvietanità, una figura da capire dietro quei baffetti che la sanno lunga: Dino Morino è profondamente innamorato della propria creatura. La sogna ad occhi aperti, la migliora costantemente, riesce a trovare ancora oggi infinite soluzioni per rendere incantevole la permanenza del visitatore che, per sua fortuna, ha scelto il Maitani. Il risultato è un albergo conosciuto nel mondo con una fama di ospitalità unica, un'oasi di pace e di benessere in una delle città del silenzio di Dannunziana memoria, i comfort di un luogo dove tutto trasuda arte e cultura, quasi che il tufo sia capace di narrare le storie secolari degli antichi etruschi, i primi abitanti di Orvieto, via via sino agli splendori del medioevo”.

Orvieto, il Duomo, l’Hotel Maitani e la famiglia Morino: un legame vero e intenso, un intreccio di storie da raccontare e difendere. Dai personaggi famosi che hanno soggiornato nell'albergo alle vicende di cronaca che hanno interessato Orvieto come quella strana notte a pochi mesi di distanza dall’11 settembre del 2001 dove sulla soglia della vetrata dell’albergo venne abbandonata una scatola di scarpe che fece scattare l’allarme bomba. Una vita da raccontare, una vita che da pochi giorni è diventata storia.

"E’ un dispiacere per tutti, un dispiacere immenso", dicono aluni colleghi albergatori. "La chiusura del Maitani è una grande perdita per la città, soprattutto di una famiglia che ha fatto la storia dell’imprenditoria turistica di Orvieto. E pensare che anche in questo momento dove invece di domandarsi perché, di comprendere in quale momento si trova la città, qualche amministratore per accaparrarsi qualche consenso pensa di sparare addosso agli imprenditori che lavorano nel settore turistico. Qui servono soluzioni reali e solo quando si percepiranno tali spiragli allora si potrà veramente dire che si lavora per il rilancio turistico della città, ad oggi solo tanti e troppi proclami”.

In ogni storia orvietana, sia che inizia, sia che volge al termine, c’è sempre tanto materiale su cui riflettere e interrogarsi (almeno per chi ha ancora voglia di farlo nella prospettiva di trovare soluzioni ndr). Resta però il sapore amaro di troppi interrogativi che continuano a pretendere risposte: perché si discute di come dovrebbe essere il futuro solo dopo aver appreso una “brutta notizia”? Perché non si riesce mai a percepire con la dovuta solerzia i problemi della città per tentare di risolverli in tempo? Ma soprattutto: chi lo dovrebbe fare?

Di nuovo Buon Anno Orvieto…


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