cronaca

Terzo Calanco: Sao impugna la perizia, un’altra grana per gli Orvietani

venerdì 18 marzo 2016
Terzo Calanco: Sao impugna la perizia, un’altra grana per gli Orvietani

Tra carte bollate, editti, diktat e cambi di programma la questione rifiuti orvietana è ormai una pentola in costante ebollizione. Da un parte tutto il trambusto sull’ampliamento del secondo calanco con Regione e Comune separati in casa, dall’altra la vicenda del Terzo Calanco che senza troppi clamori continua ad avere sviluppi. L’ultimo quello della decisione di Sao di impugnare l’ultima perizia ipotizzando dei conflitti d’interesse a carico di alcuni professionisti che hanno partecipato all’ultimo sopralluogo.

Per inquadrare la questione si tratta dell’area in cui dovrebbe svilupparsi l’ampliamento del cosiddetto “Terzo Calanco”. A fermare questo ampliamento era stata una perizia del 2011 - sulla quale si sosteneva una specifica delibera di consiglio comunale - che aveva individuato in quell’area la presenza di zone boscate. Delibera che Sao aveva impugnato e nella procedura di indagine amministrativa una seconda perizia aveva sconfessato la prima, dando quindi ragione all’azienda.

Il Comune, a questo punto, ha scelto la stessa strada del ricorso impugnando la decisione del Tar al Consiglio di Stato che, a sua volta, ha disposto una terza perizia specificando che "la verificazione fosse eseguita da un ingegnere del Servizio Urbanistica della Regione dell'Umbria, individuato dal dirigente del medesimo Servizio”.

Titolari della perizia sono dunque quattro professionisti: il tecnico della Regione, quello di Sao, quello del Comune e quello dell’associazione “Amici della Terra”. Quest’ultima parte attiva nella vicenda in quanto la presenza del bosco venne per la prima volta indicata in un documento di osservazione al Prg di Orvieto presentato proprio dagli Amici della Terra.

Secondo la contestazione di Sao, emergerebbe un conflitto d’interessi tra il perito nominato dall’associazione Amici della Terra e un collaboratore del perito nominato dalla Regione. Queste due figure professionali, secondo quanto sostenuto nel ricorso dell’azienda che gestisce la discarica, oltre ad aver scritto insieme diverse pubblicazioni tecniche farebbero riferimento allo stesso studio professionale. Elementi che, secondo i legali di Sao, rappresentano un evidente conflitto d’interessi.

L’esito della perizia, depositato a fine gennaio, ha ribaltato di fatto la precedente perizia del Tar riaffermando che sulla zona di ampliamento del Terzo Calanco si evidenzierebbe la presenza di un’area boscata.

Chi avrà ragione? Soprattutto: con la Regione che vuole l’ampliamento del Secondo Calanco, la Sao che sul Terzo continua la sua battaglia legale, il Comune di Orvieto cosa farà? Che posizione assumerà?