cronaca

Terzo Calanco, le carte al vaglio della Commissione parlamentare d'inchiesta

lunedì 9 novembre 2015
Terzo Calanco, le carte al vaglio della Commissione parlamentare d'inchiesta

Una terza interdittiva antimafia del prefetto De Miro nel panorama dei rifiuti umbri. Questa volta il provvedimento colpisce Gest, il consorzio composto al 70 per cento da Gesenu e dalle sue partecipate (Tsa, Sia, Ecocave). Il ruolo del gruppo è quello di raccolta e smaltimento dal Trasimeno al Perugino. Un vero colosso che serve 24 comuni della provincia e più di 300mila abitanti. Gest è il gestore degli impianti di Pietramelina, Borgogiglione, Olmeno e Ponte Rio. Interdittive erano già arrivate per Gesenu ed Ecoimpianti. Quest’ultima, completamente controllata da Gesenu, gestisce la raccolta di rifiuti in una quindicina di comuni della Sardegna.

Il presidente del collegio dei revisori dei conti di Gesenu, Pietro Pennacchi, ricopriva lo stesso ruolo in Gest e si è dimesso da entrambi i ruoli. La prefettura ha messo sotto la lente le richieste di informazioni antimafia per uno dei contratti dell’Ati2 e per quello del Comune di Massa Martana, un totale di quasi 30 milioni di euro.

Intanto la vicenda Gesenu e il problema rifiuti in Umbria saranno al vaglio della commissione parlamentare d’inchiesta. Il senatore della Lega Nord, Paolo Arrigoni, da tempo ha chiesto e ottenuto l’inserimento della “questione Umbria” all’interno dell’attività della Commissione parlamentare d’inchiesta che si occupa delle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali ad esse correlati. “Era il mese di giugno – dichiara il senatore Arrigoni – quando ho inoltrato la segnalazione all’Ufficio di presidenza della Commissione, chiedendo di aprire un focus sul filone rifiuti in Umbria in relazione all’apertura del terzo calanco della discarica Le Crete di Orvieto. Da mesi, quindi, è stato attivato un percorso di raccolta elementi e approfondimenti sul tema. Ora la questione, sempre su mia segnalazione, si è allargata alla vicenda Gesenu e alla gestione delle due discariche di Pietramelina e Borgogiglione correlata con possibili infiltrazioni mafiose nel territorio. A breve verrà svolta una “mission” in Umbria, indirizzata a far luce sulla vicenda e individuare responsabilità”.

Sulla questione è intervenuto anche l’altro senatore della Lega Nord, Stefano Candiani: “La vicenda Gesenu non è niente riguardo a quella che sta emergendo in merito alla gestione dei rifiuti e delle due discariche. La Lega Nord lo ha dichiarato in campagna elettorale e in questo senso non faremo un passo indietro: andremo fino in fondo alla questione, chiedendo che si faccia chiarezza in relazione ad una politica malsana, tipica di amministrazioni Pd, che non fa gli interessi dei cittadini e la cui gestione del ciclo dei rifiuti è condizionata da condotte criminali”.

 

Fonte: UmbriaDomani.it