cronaca

Il Comune alza la barricata: No all’inceneritore, No a Le Crete discarica dell’Umbria

domenica 25 ottobre 2015
Il Comune alza la barricata: No all’inceneritore, No a Le Crete discarica dell’Umbria

La preoccupazione esiste, si avverte nelle parole dei consiglieri comunali chiamata votare una mozione contraria alla realizzazione di inceneritori nel territorio orvietano. Una posizione prevedibile, era chiaro, ma il vero nodo della questione diventa quello dell’utilizzo della discarica Le Crete.

Tutti cercano di affrontare il problema con frasi più o meno dirette esprimendo la forte preoccupazione per l'Orvietano a causa della chiusura di altre discariche umbre. A chiarire le circostanze ci pensa Andrea Sacripanti (FdI): “Il fatto che probabilmente due discariche verranno sequestrate è una minaccia per il nostro territorio”.

Il peso delle circostanze impone una battaglia politica per evitare che su Le Crete oltre alle attenzioni di molti si possano concentra anche i “camion di rifiuti” provenienti dalle varie città umbre.

Intanto si parte dai fatti consigliari. Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato ed illustrato dalla Cons.ra Lucia Vergaglia (M5S) attraverso il quale si “impegna il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta a non prevedere la costruzione di impianti di incenerimento per il trattamento dei rifiuti solidi urbani ed a mettere in atto, nell’ambito delle proprie competenze, ogni azione volta ad impedire la costruzione di impianti di incenerimento nel territorio del Comune, a promuovere, avviare ed incentivare iniziative volte al trattamento virtuoso dei rifiuti quali, ad esempio, la gestione di raccolta e conferimento a centri di compostaggio del rifiuto umido”. Il documento sarà inviato ai comuni contigui di: Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Ficulle, Montecchio, Porano e San Venanzo, alla Provincia di Terni e alla Regione Umbria.

IL DIBATTITO

L’ordine del giorno contiene le seguenti premesse:

- la pratica dell’incenerimento, detta anche termovalorizzazione o termodistruzione, dei rifiuti è sempre meno incentivata a livello europeo vista la scarsa rilevanza economica e gli enormi pericoli per la salute pubblica che tale pratica comporta;

- paesi come l’Olanda e la Germania tengono spenti molti dei propri inceneritori a causa della riduzione della “materia prima” disponibile e pertanto accettano di buon grado i rifiuti provenienti dal nostro paese

- l’Unione Europea prevede il conferimento in inceneritore solo ed esclusivamente come ultima possibilità preceduta dall’indicazione circa la necessità di incentivazione di politiche quali: riduzione alla fonte, riuso dei materiali, riciclo dei materiali, potenziamento della raccolta differenziata

la stessa Unione Europea, in particolare nel 7° programma ambiente del 2013 prevede il divieto assoluto entro il 2020 di conferimento in discarica di riciclabili e compostabili rendendo quindi ancor meno vantaggioso in termini economici la costruzione di un inceneritore in previsione di un drastica riduzione dei quantitativi di rifiuti conferibili ad incenerimento.

Illustrando il documento, la Cons. Vergaglia ha evidenziato che “il Comune di Orvieto è capofila di molte iniziative della comunità territoriale e degli enti amministrativi del circondario ed è punto di riferimento per le azioni virtuose nel comprensorio. Sul territorio comunale già insiste una discarica e relativi impianti industriali per il trattamento rifiuti e tanto è sufficiente a giustificare un aggio per disagio ambientale riconosciuto. La raccolta differenziata insieme ad altre iniziative possibili per una gestione più virtuosa dei rifiuti consentirebbe un drastica riduzione del quantitativo dei rifiuti che il territorio conferirebbe in discarica con conseguente allungamento della vita operativa delle soluzioni attuale e la possibilità d’integrazione delle soluzioni alternative relative al ciclo dei rifiuti. Pertanto, la costruzione di un inceneritore non si renderebbe necessaria per sopperire alle esigenze della popolazione ma per sopperire magari ad emergenze di altri territori e città a tutto svantaggio della salute dei residenti”.

Roberta Tardani (Forza Italia): “non ho competenze tecniche per entrare nel merito, penso però che questo territorio sta entrando in un grande rischio perché le parole dell’Assessore Cecchini che ho ascoltata nei giorni scorsi in questa sede, sono state così vaghe ma così precise rispetto a certi temi. Affermare ‘non sono del mestiere’ e che ‘qui c’è l’unico impianto per l’Umbria’ è inquietante. Sono contraria all’inceneritore nel nostro territorio. Se la Regione Umbria dice no agli inceneritori, temo che alla discarica Le Crete - unico impianto potenzialmente da ampliare - ci vadano a finire i rifiuti di tutta la regione. Ribadiremo il nostro chiaro NO all’inceneritore e all’ampliamento della discarica ma serve il NO della Regione, la quale ci deve dire chiaramente cosa intende fare. Le parole dell’Assessore hanno lasciato presagire il peggio”.

Sindaco, Giuseppe Germani: “domani avviene un fatto importante: si inizia il percorso per creare il famoso AURI, ovvero il passaggio da 4 Ati regionali a 1. Ciò significa che si deve guardare in maniera integrata al tema rifiuti in Umbria. Io sono assolutamente a favore di questo ordine del giorno. Il punto è che qua già esiste la tecnologia. Orvieto e i comuni limitrofi devono lavorare perché il proprio volere venga considerato dalla Regione con la quale da tempo abbiamo aperto un contenzioso sul 3° calanco e sulla geotermia. La partita secondo noi si chiude con la produzione di raccolta differenziata in modo serio, con la promozione del css dalla frazione di indifferenziato attraverso le tecnologia del recupero dalla RD. L’Assessore forse non è voluta entrare nel merito, ma il ragionamento che sta camminando in sede AURI dopo il no secco dell’inceneritore a Terni riapre il tema di rivedere l’intero sistema regionale del trattamento rifiuti. Domani come Sindaci avvieremo la costruzione dell’AURI su questi presupposti. La presidente Marini si è espressa chiaramente anche in campagna elettorale. Progetti e tecnologia ci sono, la Regione deve decidere”.

Stefano Olimpieri (Identità e territorio): “ad oggi se non c’è una modifica del Piano Regionale dei Rifiuti non abbiamo tante soluzioni per la gestione del sistema regionale. Siamo in presenza di provvedimenti di chiusura di altre due importanti discariche umbre, ma anche di inchieste in atto, e in assenza di un piano alternativo regionale il rischio vero è che Orvieto diventi l’unico impianto regionale. Cosa che non accettiamo e respingiamo totalmente. Altro problema reale e politico è la differenziazione delle tariffe dove Orvieto paga di più rispetto a altre città dello stesso Ati pur avendo sul proprio territorio la discarica. Serve assolutamente un piano regionale alternativo all’arrivo di rifiuti dal perugino all’impianto Le Crete. Facciamo massa critica, facciamo una politica serie e reale. Favorevole all’ordine del giorno”.

Andrea Sacripanti (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale): “voterò l’ordine del giorno che però nel dispositivo trovo troppo blando. Io avrei detto un NO secco all’incenerimento, perché se non si fa una battaglia chiara e contraria temo che sarò individuato il territorio di Orvieto come soluzione conclusiva. Il punto è che in Regione non abbiamo la rappresentanza del territorio, quindi oggi il Sindaco di Orvieto è l’unico che rappresenta queste nostre istanze. Dobbiamo far pesare con decisione la nostra contrarietà. Il fatto che probabilmente due discariche verranno sequestrate è una minaccia per il nostro territorio. Impianti alternativi già esistono ma vanno ricompresi nel piano regionale, pensando agli investimenti e alle risorse adeguate. L’unica strada possibile è azzerare tutto e ripensare il PRR”.

Claudio Di Bartolomeo (Per andare avanti): “siamo tutti d’accordo nel dire NO agli inceneritori. Gli accordi politici sono quindi fondamentali per nuovi impianti alternativi e per il nuovo PRR. La tutela del territorio è la certezza che condividiamo con la comunità. Ci preoccupa la tossicità e il rischio sanitario che non possiamo permetterci, non solo oggi ma per il domani delle generazioni future. Pensiamo alla tutela delle nostre falde acquifere. Avere l’opportunità di nuove tecnologie è anche una opportunità lavorativa. Dobbiamo lavorare quindi sulla politica delle nuove tecnologie e degli investimenti ad essi finalizzate. L’obiettivo è: recupero, riciclo, no incenerimento”.

Andrea Taddei (PD): “siamo favorevoli all’ordine del giorno. Il tema della gestione dei rifiuti è entrato dentro ‘Aree Interne’. Abbiamo già ribadito di volgerci alla prospettiva che la Regione rimetta mano al discorso delle discariche e che di tre ne resta solo una, la nostra. Il problema è politico e anche tecnico. Le soluzioni già adottate altrove possono essere di sostegno a supportare e portare concretezza a quella che è la nostra proposta. Il nostro impegno forte è quello di sostenere politicamente e con impegni concreti una strada alternativa alla vecchia gestione del sistema rifiuti. Non siamo neanche noi soddisfatti su come è stata giocata la contrattualistica, quindi dobbiamo porre all’attenzione generale altre soluzioni”.

Vergaglia: “sono molto soddisfatta del dibattito che si concluderà, spero, con voto politico unanime e condiviso. Occorre essere molto attenti alle trappole che le transazioni contrattuali possono portare con se. La termodistruzione dei rifiuti è inaccettabile, le conseguenze non sono misurabili nel breve periodo. Il nostro territorio conserva un patrimonio artistico e ambientale che genera flussi e muove, l’economia del turismo. Tutto questo va preservato”.

Sacripanti: “il sistema integrato di gestione rifiuti contiene la novità importantissima che la selezione viene effettuata dalle stesse macchine abbattendo costi notevoli e dando una svolta imprenditoriale, economica, occupazionale. Il Sindaco è l’unico che ci rappresenta. L’Auri ci potrebbe riservare brutte sorprese facciamo molta attenzione. Ribadisco che occorre rimettere in discussione i contratti con la Cosp”.

Tardani: “in assenza di un Piano regionale che prevede impianti alternativi a discariche ed inceneritori e vista la mancanza di chiarezza generale diciamo un NO chiaro perché: sulla partita rifiuti Orvieto ha già dato! Se l’Umbria va in emergenza rifiuti dove li smaltirà? Le tecnologie ci sono, ma è indispensabile la volontà politica. Orvieto ha già espresso a suo tempo il no agli inceneritori. E’ giusto aderire al documento, siamo per i trattamenti moderni dei rifiuti però guardia alta”.