cronaca

Rifiuti: la nuova strategia della Regione a confronto con gli amministratori locali

sabato 17 ottobre 2015
Rifiuti: la nuova strategia della Regione a confronto con gli amministratori locali

Si è tenuto presso il Comune di Orvieto il seminario di studio promosso dall’Amministrazione sul tema generale del trattamento dei rifiuti e i problemi relativi alla Raccolta Differenziata con particolare riferimento alle Nuove tecnologie per gestire i rifiuti senza inceneritori e discariche; iniziativa finalizzata a fornire alla costituenda Autorità Umbra per i Rifiuti e le Risorse idriche (AURI) un contributo costruttivo attraverso un nuovo modello di approccio e di soluzione del problema dei rifiuti che abbia 3 obiettivi: diminuire il conferimento in discarica; diminuire i costi per i cittadini anche con l’introduzione di un sistema di premialità e aumentare la raccolta differenziata.

L’incontro ha visto la presenza di Assessori e Consiglieri Comunali, dei Sindaci e Amministratori dell’Orvietano, rappresentanti dell’Ati 4 Umbria e della Società Cosp e dell’Assessore Regionale Fernanda Cecchini. Relatrici del seminario, la Dottoressa Margherita Bologna esperta di tecnologie tmb che ha illustrato il PROGETTO PER L’ITALIA di gestione dei materiali postutilizzo senza inceneritori e la Dott.ssa Serena Ceccarelli che ha lavorato presso il Comune di Londra curando la comunicazione per il progetto di riuso dei rifiuti, la quale ha approfondito appunto il modello Londinese della gestione dei rifiuti e la promozione della raccolta differenziata.

“Questa occasione di approfondimento – ha spiegato il Sindaco, Giuseppe Germani aprendo i lavori – è stata promossa dall’Area Vasta sia perchè sta iniziando un periodo intenso della stagione regionale che coincide con il riordino delle Autorità di Bacino (dagli ATI all’AURI regionale sull’efficientamento dei servizi idrico e rifiuti), sia per vedere alcuni esempi esistenti in Italia e all’estero su come si affronta il sistema rifiuti in generale. Ad Orvieto la Raccolta Differenziata è iniziata da alcuni anni, in alcuni comuni dell’Orvietano è iniziata da poche settimane e lo scopo generale è quello di raggiungere gli obiettivi di RD che ancora non abbiamo. Molto dipende dal fatto che continuiamo a sversare molti rifiuti nelle nostre discariche. Anche in questa occasione ribadiamo la netta contrarietà all’ampliamento dell’impianto esistente sul nostro territorio, tuttavia sentiamo il dovere di affrontare questo tema con spirito innovatore, laddove oltre a dire dei NO vogliamo fare delle proposte fattibili affinché in discarica arrivi solo un volume residuale di rifiuti. Il seminario si rivolge ai Sindaci dell’Area Interna, ai consiglieri comunali e agli addetti ai lavori che devono formarsi le proprie convinzioni. E’ evidente che la tecnologia industriale riesce a riciclare oltre il 90% del rifiuti. Quindi la volontà è politica. Per passare da metodi tradizionali ai sistemi innovativi occorre del tempo, ma occorre misurarsi con questa prospettiva passando dalla protesta alla proposta”.

Margherita Bologna (giornalista scientifica e da dieci anni impegnata sulla materia del riciclo rifiuti e consulente dell’EU per la formulazione dell’economia circolare) ha quindi illustrato il suo progetto di riciclo totale basato su più impianti in quanto l’innovazione è nell’impiantistica, sostenendo che la legislazione c’è già e governa la gestione dei rifiuti fino alla risoluzione del 99% del problema. Nel rispetto delle norme occorre perciò concentrasi su soluzioni che dimostrino la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica.

“Esistono impianti dedicati che trattano ogni tipologia di rifiuti compresi i rifiuti indifferenziati, consentendo di chiudere il ciclo senza inceneritori e senza discariche – ha affermato - impianti innovativi assemblati nella proposta che definisco ‘Riciclo Totale’ che ho presentato nel 2012 agli Stati Generali della Green Economy. Rispetto all’incenerimento queste tecnologie assemblate in un unico progetto offrono alcuni sicuri vantaggi: 1) produzione di biogas ed energia dalla frazione organica e compost di qualità; 2) creazione di nuovi posti di lavoro e sviluppo della green economy nel settore dei riciclo dei materiali postconsumo, derivanti dalla capacità dei nuovi impianti di selezionare le diverse tipologie di rifiuti sia differenziati che indifferenziati; 3) riduzione del consumo di nuove materie prime, acqua ed energia elettrica per realizzare nuovi prodotti con risparmi per la nostra bilancia dei pagamenti; 4) riduzione delle emissioni inquinanti connesse all’uso delle discariche e degli inceneritori e il conseguente impatto sul clima. 5) eliminazione delle discariche e degli inceneritori e relative multe dell’Europa o ingenti costi di costruzione e manutenzione”.

“Tutto questo – ha proseguito - oggi è possibile grazie alle nuove tecnologie per gestire i rifiuti che sono presenti in varie parti d’Europa, del mondo ma anche in Italia, assemblate con un’ottica innovativa sia sotto l’aspetto economico che conoscono questa proposta e possiedono la relativa documentazione”. Successivamente ha illustrato varie tipologie di impianti tecnologici per il trattamento dell’organico, la produzione di biogas e di energia prodotta da rifiuto organico, nonchè per la lavorazione della frazione secca che può essere raccolta con il “porta a porta” o dai cassonetti stradali. Impianti oggi all’avanguardia nella separazione delle frazioni di vetro, lattine e plastica, cavi di rame, rifiuti di apparecchiature elettrice ed elettroniche, o nella selezione di carta e cartone.

L’esperta si è poi soffermata sulle varie famiglie delle plastiche la maggioranza delle quali sono riciclabili e, comunque, tutte riciclabili per tipologia come ad esempio le plastiche miste che presentano vantaggi per l’arredo urbano o per i pozzetti aventi la stessa resistenza del cemento. L’attenzione si è poi spostata sulla separazione dei rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade (da cui deriva ghiaia, sabbia, foglie, metalli) e sulle lavorazioni per il riciclo dei materiali dei pannolini che costituiscono il 2,5% dei rifiuti urbani; ma anche sugli impianti di selezione di materassi le cui componenti sono tutte da riciclare. “La prossima direttiva UE chiuderà le discariche – ha concluso – quindi il riciclo è la prospettiva del futuro che significa innanzitutto benefici per il clima ma anche vantaggi per la creazioni delle filiere di indotto che riciclano i materiali. Impianti che rispetto agli inceneritori hanno un costo inferiore del 30/40%. Anche in Umbria è auspicabile questa trasformazione a partire dalla creazione della filiera del compostaggio”.

Serena Ceccarelli ha parlato, invece, dell’esperienza di Londra dove esiste una unica Autorità per la gestione dei rifiuti soffermandosi poi sulle percentuali di trattamento dei rifiuti di cui: il 34% destinato al riciclo, il 34% alla produzione energetica, il 24% in discarica e sul fatto che ciascuno dei Comuni ha in carica la raccolta di rifiuti ma per lo smaltimento sono stati creati consorzi di comuni. Ha riferito degli effetti della Landfill tax (la tassa sulla discarica) e della promozione della raccolta differenziata attraverso il WRAP: Waste & Resources Action Programme e delle tecniche di comunicazione tendenti a convincere la popolazione a riciclare di più.

A questo scopo è stato creato un Ente statale che si avvale del Modello delle “4 E” basate su: Enable - Rimuovere barriere, fornire servizi, assicurare capacità, informare, facilitare: Engagè - Sviluppare senso di responsabilità, norma sociale, gruppi locali, opinion leader; Encourage - Incentivi e disincentivi economici, riconoscimenti, ricompense; Exemplify - Dimostrare coerenza, dare il buon esempio.  La relatrice ha anche parlato del ciclo di pianificazione delle campagne di comunicazione: lo stato dell’arte, gli obiettivi, l’individuazione della popolazione a cui comunicare, la scelta delle metodologie di comunicazione e dei messaggi nei quali i cittadini si riconoscono (ad esempio l’importanza del passaggio dalla tassa alla tariffa); ed ha concluso che “non c’è una singola tecnologia che risolva il problema dei rifiuti. Serve un mix di diversi sistemi. La Raccolta Differenziata può generare reddito. Le aree rurali hanno un alto potenziale di raccolta differenziata”.

Da parte sua l’Assessore Regionale Fernanda Cecchini ha ringraziato ed apprezzato l’iniziativa e i contributi che essa ha prospettato, auspicando una interlocuzione di natura tecnica con i funzionari regionali dal momento che a livello gestionale alcune ipotesi sono più complesse da attuare e molte le correnti di pensiero, anche all’estero.

“Il ruolo della politica è diverso – ha sostenuto - le regioni devono attuare le norme europee e nazionali. Quella della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia è ancora una proposta non un decreto. Non rimpiango il tempo in cui il governo rincorreva la solidarietà nazionale per risolvere i problemi dei rifiuti. Condivido invece che è ora che l’Italia parli un linguaggio comune, da nord a sud. L’Umbria non ha avuto provvedimenti dal governo nazionale. In Umbria siamo al 50% della Differenziata che è un risparmio per i cittadini non per i comuni, e stiamo marciando sempre di più in questa direzione con l’obiettivo di arrivare entro il 2017 al 70%. Altra cosa sono le regioni che non si sono mai poste il problema. Nei confronti della proposta ‘Sblocca Italia’ e degli inceneritori, l’Umbria ha chiesto al Governo di lavorare ad un piano nazionale. Con il sistema di gestione dei rifiuti prevediamo di produrre cdr e css che oggi vanno in discarica. L’Umbria non ha bisogno del termovalorizzatore ma di spingere di più la Raccolta Differenziata. Abbiamo incentivato i contenitori sfusi di acqua, latte, detersivi. Uno dei punti di crisi è la frammentazione delle gestioni: ogni ambito ha più di un gestore, e c’è fatica a fare economie di scala. L’obiettivo è quello di fare, entro l’anno, l’Ambito unico di riferimento con la conseguenza che i gestori arrivino a costruire una società di sintesi che svolga la funzione di gestore unico regionale”.
“Occasioni di riflessioni come questa dovremmo farne di più in Umbria – ha concluso - perché non servono le norme né le direttive europee se non c’è la corrispondenza con il cittadino. Dobbiamo riconoscere che siamo uno strano Paese: i cittadini non voglio inceneritori né discariche ma non fanno la differenziata! Siamo in una provincia dove si brucia e in un territorio sede di discarica molto dibattuto, ma dove è anche poco praticata la RD che invece è la soluzione. L’esigenza quindi è di riposizionare il problema dal punto di vista culturale, ovvero di un cittadino più consapevole e che da una mano. Oggi i Comuni di tutta l’Umbria spendono complessivamente 150/160 milioni di euro/anno per la gestione del sistema, somma a cui non sempre corrisponde un servizio ottimale. Quindi il problema va visto a 360 gradi. C’è bisogno di studiare le possibilità di innovazione che ci vengono prospettate in termini di piani economici finanziari nella consapevolezza che dobbiamo investire su questi temi. Laddove fosse praticabile, il PRR dell’Umbria non è diverso da questa impostazione. Verificheremo tutte le condizioni. Anche noi non siamo d’accordo con 12 inceneritori. Non è una battaglia di principio. Occorre spingere la RD, produrre cdr ammodernando gli impianti esistenti. A livello nazionale siamo in buoni rapporti con la Toscana e l’Emilia Romagna. Siamo dentro un confronto in cui non escludo che ci possano essere tante possibilità per fare bene, a partire dalla RD”.

Nel breve dibattito conclusivo, il Sindaco di Porano, Giorgio Cocco ha ringraziato per l’ottima esposizione ed ha aggiunto che “si va incontro ad una AURI. Passi avanti sono stati fatti e oggi affrontiamo le questioni di cui si è parlato con un nuovo quadro di management di cui l’Assessore Regionale è parte importante. Il 23 ottobre andremo all’incontro con l’Ati - in provincia di Terni esistono la gran parte degli impianti, compresa la discarica di Orvieto – dove dovremo affrontare la politica dei costi. Tra i comuni siamo i più penalizzati e siamo preoccupati del fatto che si fanno contratti a 15 anni e al momento non vediamo la possibilità del nuovo gestore, perché con gestori diversi abbiamo tariffazioni diverse”.