cronaca

Impianti a biomasse: il Comune di Castel Viscardo esprime contrarietà con una mozione condivisa

venerdì 1 maggio 2015
Impianti a biomasse: il Comune di Castel Viscardo esprime contrarietà con una mozione condivisa

Il consiglio comunale di Castel Viscardo ha approvato all’unanimità la mozione, presentata nell’assise civica del 29 aprile dal capogruppo di maggioranza Luca Cavalloro, con il contributo di emendamenti ed integrazioni della minoranza, riguardante la realizzazione di impianti a biomasse nel Comune.

La mozione è il frutto di un lungo processo politico che in questi mesi ha coinvolto la Regione dell’Umbria, l’Anci regionale, i Sindaci dell’orvietano e quelli facenti parte delle aree interne che va nella direzione di privilegiare gli impianti di produzione di energie rinnovabili ad emissioni zero.

Una delle considerazioni da cui nasce la mozione, è che sul territorio sono già stati autorizzati numerosi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili tra i quali impianti fotovoltaici per circa 5 MW sull’altopiano dell’Alfina e impianti a biogas per circa 3MW presso la discarica in Loc. Le Crete di Orvieto i cui effetti già incidono sul territorio di Castel Viscardo essendo ricompreso nel raggio di influenza della discarica.

Nel territorio dell’Alfina, inoltre, vi sono ulteriori grandi impianti autorizzati e non realizzati per 1 MW di fotovoltaico e altri in fase autorizzativa per 15 MW di fotovoltaico e due impianti pilota Geotermoelettrico per circa 10 MW per i quali le amministrazioni comunali del territorio si sono già espresse negativamente in sede di conferenze di servizio V.I.A.

“Abbiamo preso atto – è stato detto durante il consiglio comunale – anche della disponibilità della Regione Umbria (Assessorato all’Ambiente) alla revisione del Regolamento Regionale n.7/11 in condivisione con Anci regionale e i Comuni facenti parte delle aree interne del nostro territorio. E del voto favorevole, da parte della conferenza dei sindaci dell’Orvietano, alla revisione del precedente documento elaborato nel 2013 che aveva per oggetto le politiche energetiche derivanti da fonti rinnovabili ed in particolare quelli alimentati a biomasse”.

Partendo da queste premesse il consiglio comunale ha quindi approvato all’unanimità la mozione esprimendo forte contrarietà alla realizzazione di impianti a biomassa per la produzione di energia in quanto creano una produzione di polveri sottili ed emissioni non trascurabili.
Allo stesso tempo ha espresso la propria contrarietà alla realizzazione di impianti di natura esclusivamente "Speculativa" realizzati solo per i vantaggi offerti dagli incentivi nazionali e che poco o nulla incidono sull'economia locale.

Durante il consiglio, inoltre, i consiglieri hanno deciso di dare mandato al responsabile dell’ufficio tecnico affinché provveda a presentare una proposta di modifica del vigente regolamento edilizio e le relative norme di attuazione.

In particolare sostenendo che la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili da biomasse debbano rispettare vincoli di distanze non solo dai centri abitati, ma anche dalle civili abitazioni, anche in considerazione che la produzione energia elettrica alimentata a biomassa si configuri quale attività insalubre.

Il consiglio comunale ha inoltre impegnato la giunta comunale a predisporre una convenzione con l’Agenzia Regionale per la protezione ambientale (ARPA) ed eventuali altri Enti preposti alla realizzazione di un impianto di monitoraggio ambientale stabile per monitorare i livelli di emissioni inquinanti nell’area PIP, o in altri ambiti da individuarsi; stazione di monitoraggio che dovrà essere installata prima dell’eventuale entrata in funzione di impianti, quali quelli detti, anche al fine di censurarli in corso di funzionamento.

L’intera assise di Castel Viscardo ha voluto anche prendere atto della preoccupazione espressa dai cittadini che in questi mesi hanno manifestato aperto dissenso e un sentimento di forte preoccupazione riguardo agli effetti ed agli impatti che la realizzazione di tali centrali ripercuoterebbero sul territorio, sull'ambiente, sulla salute pubblica, ma anche sull’economia e gli aspetti occupazionali.