cronaca

Terzo Calanco, il Comune impugna la sentenza del Tar che dà ragione a Sao - Acea

sabato 21 febbraio 2015
Terzo Calanco, il Comune impugna la sentenza del Tar che dà ragione a Sao - Acea

Discarica e terzo calanco: il Comune di Orvieto impugna la sentenza di “condanna” del Tar. E’ stato deciso nelle settimane scorse dalla giunta comunale di ricorre in appello al Consiglio di Stato per tentare di ottenere la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo dell’Umbria che a gennaio aveva accolto l’istanza di Sao in merito all’ampliamento del terzo calanco della discarica “Le Crete” di Orvieto.

L’azienda del gruppo Acea si era rivolta ai giudici del Tar sostenendo che la delibera di variante del Prg approvata dall’amministrazione Concina - che prevedeva la nuova perpetrazione delle aree boscate proprio nella zona della discarica - non si basava su reali riscontri tecnici per affermare che nell’are del “terzo calanco” ci fosse un bosco da tutelare. Infatti - sulla base di una perizia ordinata dal tribunale che ha rilevato l’assenza del bosco nell’area oggetto di nuova perimetrazione - il dottor Cesare Lamberti, presidente del Tar dell’Umbria, non avuto tante difficoltà nell’accogliere il ricorso di Sao Acea, annullando la delibera del consiglio comunale e condannando il Comune di Orvieto al pagamento delle spese processuali.

Ma la sentenza del Tar, ha inoltre, evidenziato dei vizi anche procedurali nell’elaborazione della delibera di variante del Prg. “Le osservazioni che precedono, e che hanno giustificato l’accoglimento del ricorso introduttivo - si legge nella sentenza facendo riferimento alla perizia tecnica -, militano anche a favore dell’accoglimento dei motivi aggiunti, con i quali, impugnando la delibera consiliare di approvazione della variante al Prg sono reiterate le censure in ordine alla configurabilità di un’area boscata nel terzo calanco, potendosi conseguentemente assorbire le ulteriori censure con le quali si deducono vizi di tipo essenzialmente procedimentale”. La conseguente reazione alla sentenza del Tar è ovviamente l’ampliamento della discarica verso il terzo calanco. Ma su questo argomento l’amministrazione Germani non ha mai ceduto e probabilmente mai cederà.

“No al terzo calanco” ripete Germani dal dicembre 2013 quando annunciò la sua candidatura alle primarie che poi l’hanno portato all’elezione a sindaco. A questo punto non poteva che essere pubblicata la delibera di giunta che ha incaricato l’avvocato Alessio Petretti del Foro di Roma a impugnare la sentenza del Tar di fronte al Consiglio di Stato. Probabilmente la linea difensiva del Comune si muoverà sulla scorta di nuovi accertamenti, soprattutto ambientali e forestali, tendenti a evidenziare la necessità di tutelare l’area dei calanchi. Non va esclusa nemmeno la possibilità che venga contestata la perizia alla basa della decisione dei giudici del Tar che, secondo alcuni esperti, non avrebbe le caratteristiche per poter definire con certezza che nell’area oggetto dell’ampliamento della discarica non ci sia realmente un bosco da tutelare.