cronaca

L’Ospedale si riorganizza per migliorare i servizi e accogliere i pazienti del Lazio

martedì 10 febbraio 2015
di G. An.
L’Ospedale si riorganizza per migliorare i servizi e accogliere i pazienti del Lazio

“L’accordo tra Umbria e Lazio metterà a dura prova la sanità regionale, soprattutto ospedali come quello di Orvieto che storicamente sono il punto di riferimento per l’are dell’Alto Viterbese. Per questo ci prepareremo al meglio riorganizzando i servizi, assumendo personale e migliorando la dotazione tecnica del presidio di Orvieto”. La parole del direttore generale della Asl, Sandro Fratini, assumono il peso di una promessa che tutta la sanità orvietana e soprattutto gli utenti si aspettano di veder mantenuta.

In questi giorni Fratini è impegnato nel tessere la tela di rapporti, istituzionali e operativi, che entro qualche mese dovranno diventare la base di un “protocollo d’azione” con la confinate Asl di Viterbo. L’accordo tra i governatori Marini (Umbria) e Zingaretti (Lazio) ha sancito un’intesa sanitaria tra le due regioni che dalla “carta” deve trasferirsi ai reparti delle strutture ospedaliere coinvolte. Il diggi umbro, Sandro Fratini, ha incontrato proprio in questi giorni il suo collega di Viterbo, Luigi Macchitella.

OSPEDALE DI FRONTIERA Sul tavolo dell’incontro tra Fratini e Macchitella l’ipotetica suddivisione dei territori viterbesi che fanno riferimento agli ospedali umbri. Secondo una prima ipotesi le zone di Acquapendente, Bolsena, Montefiascone e Castiglione Teverina avranno come riferimento l’ospedale di Orvieto. Scendendo verso i confini con la Capitale, le aree della Bassa Teverina, Orte, l’area di Civita Castellana fino a quella reatina di Magliano Sabina si divideranno tra gli ospedali di Narni e soprattutto Terni. Primaria è l’organizzazione del 118 interregionale che, una volta attivato, dovrà “smistare” le emergenze negli ospedali di riferimento. Secondo passo quello della gestione di altri servizi, soprattutto delle prestazioni ambulatoriali che devono “convivere” con un adeguato smistamento delle liste d’attesa.

LISTE D’ATTESA L’incontro che Fratini ha voluto organizzare nei giorni scorsi nella direzione sanitaria dell’ospedale di Orvieto è servito a fare il punto su molte situazioni, positive e non, che riguardano il presidio locale. In cima alla “lista” delle preoccupazioni degli utenti ci sono le liste d’attesa. In alcuni casi l’attesa è diminuita, in altre le difficoltà rimangono per mancanza di personale e funzionamento degli impianti. “I dati ci segnalano una riduzione pressoché generale dei tempi di attesa per i servizi sanitari - spiega Fratini - è chiaro che in alcune situazioni servono miglioramenti. Per far comprendere quale sia stato l’impegno di questa Asl nell’abbattimento delle liste d’attesa segnalo un dato significativo: nel 2014 si sono spesi 750mila euro di prestazioni aggiuntive”. Ma le situazioni di Risonanza (tempi ancora molto lunghi) e dell’Endoscopia (poco personale) come saranno risolti? “Per il servizio di endoscopia - risponde Fratini - si deve tener conto dei problemi relativi alla pulizia della macchina, comunque è già in programma l’assunzione di nuovo personale per far aumentare il numero delle prestazioni. Sulla risonanza si sta cercando di fare il massimo, anche predisponendo altri giorni di attività del servizio. Purtroppo lo stato della macchina non ci permette di velocizzare i tempi, quindi già da quest’anno provvederemo all’acquisto di un nuovo impianto di risonanza”.

OSPEDALE DELL’EMERGENZA L’obiettivo regionale, secondo quanto si legge nella bozza del piano sanitario, è quello di strutturare l’ospedale di Orvieto sugli standard di un presidio dell’Emergenza. Quindi: 118 e ambulanze efficienti e dotate di strumenti di prima diagnosi, dotazioni tecniche rispondenti alle esigenze della medicina attuale, Pronto Soccorso ben organizzato nel ricevere le emergenze e reparti pronti a prevedere interventi chirurgici nelle ore immediatamente successive all’arrivo del paziente in ospedale. Traguardi che Fratini si prospetta fiducioso nel raggiungerli entro l’anno.

Partendo da 118 e Ambulanze il direttore generale spiega che “Il primo ingranaggio che deve funzionare alla perfezione è quello del pronto intervento. L’accordo Lazio - Umbria porterà ad un naturale aumento degli interventi delle 118 per questo doteremo tutte le ambulanze del sistema di Life Pack che in tempo reale invierà i dati del paziente al pronto soccorso dando così la possibilità ai medici di preparasi all’accoglienza del malato”.
L’altro passo è il Pronto Soccorso. “L’arrivo del dottor Gamboni - spiega Sandro Fratini - è il primo passo verso una riorganizzazione operativa del Pronto Soccorso. Il primo elemento di evidente difficoltà che è stato rilevato al Pronto soccorso è quello del personale. In queste settimane già sono stati inseriti 5 nuovi infermieri e altri 2 arriveranno nelle prossime. l’altro elemento è quello della tecnologia carente: senza strumenti che riescono a condividere le informazioni sui pazienti in tempo reale, sia all’interno dei reparti dell’ospedale, sia con altri centri specialistici, è difficile gestire le emergenze”.

Sulla Dotazione Tecnologia, quindi, l’ospedale di Orvieto beneficerà di un salutare rinnovamento. “In questi anni - ricorda Fratini - grazie anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, l’ospedale ha potuto beneficiare di nuovi impianti, ma questo rinnovamento deve necessariamente continuare per dare la possibilità al personale medico di fornire risposte adeguate e tempestive agli utenti. Sono stati istallati 4 nuovi monitor per il Pronto Soccorso, come già detto provvederemo ad acquistare una nuova risonanza, entro i primi di marzo sarà completato il processo di digitalizzazione di tutto l’ospedale con l’installazione di nuove tecnologie sanitarie. Un intervento di rinnovamento degli strumenti ospedalieri che arriva con circa dieci anni di ritardo rispetto ad altri presidi, ma sicuramente migliore a molti altri ospedali umbri per la tecnologia che viene utilizzata”.

Venendo alle spiegazioni su Reparti e Tempistiche di intervento, Sandro Fratini, ha evidenziato che “Su alcune tipologie di interventi si registrano delle carenze, ma non per motivi strutturali, bensì, se possiamo dirlo, per una minore richiesta rispetto ad altri ospedali o per carenza di personale. Su quest’ultima situazioni, come già accennato, andremo a rivedere l’intera pianta organica dell’ospedale. Per quanto riguarda gli interventi di Otorino abbiamo raggiunto un accordo con il professor Ricci che verrà ad operare a Orvieto come altri professionisti specializzati sul tumore del colon verrano ad operare qui. Positivi, invece, gli standard che vengono dall’ortopedia che riesce a gestire le emergenze, specie le fratture al femore, nei tempi prestabiliti dal piano sanitario”. Inoltre, va ad aggiungere Fratini “nei primi giorni di marzo verrà inaugurata una nuova sala operatori”.

CARDIOLOGIA Nel potenziamento dell’ospedale dell’Emergenza la cardiologia avrà un ruolo chiave. Fratini non nasconde di aver recepito diverse criticità in questo ambito, a partire dalla ricerca di professionisti disponibili a venire a lavorare a Orvieto. “Dovremo lavorare sodo - spiega il direttore generale - per far diventare il reparto di cardiologia in un Utic vero”. L’Unità di terapia intensiva cardiologica (Utic) prevede servizi costanti, specialmente quello della “guardia cardiologica” h24. “Intanto - spiega Fratini - la riorganizzazione parte dal 118 con sistemi che possono già indicare quali infarti possono essere trattati a Orvieto e quali in altri ospedali, così da inviare l’ambulanza direttamente in altri presidi. Per garantire un servizio cardiologico h24 servono professionisti che ad oggi non si trovano. Abbiamo bandito un concorso per quattro cardiologi ma nessuno ha risposto. In questo momento siamo riusciti a inserire 2 professioni e latri due devono arrivare nelle prossime settimane, speriamo che la loro permanenza sia duratura”.

PUNTO NASCITA Quello che si può definire il fiore all’occhiello dell’Ospedale di Orvieto è il punto nascita. Fratini ha aperto il suo intervento proprio elogiando il traguardo raggiunto nel reparto di Ostetricia e Ginecologia diretto dal dottor Riccardo Morelli. “Per la prima volta nella storia di questo ospedale - ha detto con orgoglio il direttore generale - abbiamo superato la quota dei cinquecento parti, per la precisione nel 2014 i parti a Orvieto sono stati 509, circa 30 in più rispetto all’anno precedente. Un risultato importantissimo, soprattutto se si considera che si è lavorato molto sul punto nascita: sia in strutture, sia in professionalità. Il dottor Morelli e la dottoressa Cortis hanno fatto un lavoro importante che è stato sicuramente ripagato da questi numeri. Di queste nascite una consistente fetta si riferisce a donne provenienti dalla zona del viterbese. Una tendenza che comunque si riscontra in buona parte dei reparti del presidio e pone l’ospedale di Orvieto come l’ospedale umbro con la migliore percentuale di pazienti provenienti da altre regioni”. In questo contesto si pone l’interrogativo di come muoversi in visione dell’apertura a Orvieto di una Terapia intensiva neonatale. “Non è il caso. - risponde Fratini con il sostegno del direttore sanitario Imolo Fiaschini - Pensare ad una Tin per una casistica estremamente limitata non è un obiettivo da perseguire. Quello che invece stiamo potenziando è il trasporto neonata che permette di raggiungere in sicurezza e in tempi brevi i centri specialistici dotati di terapia intensiva neonatale”.

STRUTTURE E PROGRAMMI In questa riorganizzazione il direttore generale prevede l’apertura di due nuovi “reparti” all’interno della struttura ospedaliera ovvero un Rsa e un Hospice. La Residenza sanitaria assistita (Rsa) servirà per ospitare persone non più autosufficienti mentre l’Hospice, come indicano le guide sanitarie, è la struttura residenziale in cui il malato inguaribile e la sua famiglia possono trovare sollievo per un periodo circoscritto e poi fare ritorno a casa o per vivere nel conforto gli ultimi giorni di vita. Restando in ambito “strutturale” Fratini annuncia che il Consultorio si sposterà dal centro cittadino al complesso del Borgo di Orvieto Scalo. Per quanto riguarda gli ambulatori del distretto, questi resteranno in via Postierla fin quando non sarà realizzato il famoso Palazzo della Salute che dovrebbe andare all’ex Caserma Piave. Con quali soldi? La risposta rientra nella gestione degli immobili di proprietà della Asl. “L’Agenzia del territorio - dice Fratini - sta elaborando la valutazione economica dell’ex Ospedale di piazza Duomo che sarà messo in vendita e i proventi utilizzati per realizzare la casa della salute alla ex Piave. Anche su palazzo Nicosia a Roma è in corso una valutazione economica nell’intenzione di poter vendere quel bene e riutilizzare il ricavato per scopi sanitari sul territorio orvietano”.