cronaca

Spagnoli (Consap): "Sicurezza al collasso. Corona libero, in carcere il pusher libico"

lunedì 9 febbraio 2015
Spagnoli (Consap): "Sicurezza al collasso. Corona libero, in carcere il pusher libico"

"Arrestai Fabrizio Corona a Orvieto per contrabbando di valuta falsa. Commise un grave errore e lo sta pagando. Ma oggi è irragionevole che l’ex fotografo dei vip sia in carcere mentre un trafficante di morte libico a Padova, dopo aver attentato alla vita di due colleghi carabinieri sia stato scarcerato con il solo l’obbligo di dimora dopo appena 48 ore".

Punta il dito contro "scelte incomprensibili che vanificano impegno e sacrificio delle forze dell'ordine per tutelare la legalità", il segretario nazionale della Consap Stefano Spagnoli, alla guida della polstrada di Orvieto che a marzo del 2008 fece scattare le manette ai polsi dell'ex fotografo coinvolto nello scandalo di Vallettopoli.

Provocatoria ma decisa, la proposta. "Il posto in carcere di Corona – dice Spagnoli – diamolo al pusher libico che ha attentato alla vita di due carabinieri a Padova. In questo modo avremo due benefici: nessun ulteriore costo di detenzione e maggiore tutela per le vittime di quel trafficante di morte".

"Il benzinaio di Vicenza, le ronde a Roma e l’impunità per il pusher libico che ha tentato di uccidere due carabinieri” per la Confederazione sindacale autonoma di polizia sono il segnale che l’Italia sta pagando il conto di anni di tagli negli investimenti per la sicurezza. Percepiti anche al livello locale, dove solo da poco è stata scongiurata la chiusura del presidio della polizia ferroviaria.

"Sono anni - incalza Spagnooli - che denunciamo il rischio della perdita del controllo del territorio da parte dello Stato a causa delle scellerate scelte di chi ha governato in questi ultimi cinque anni e che ha pensato che la sicurezza fosse una spesa da tagliare anziché un obbiettivo sul quale investire. I fatti criminali degli ultimi giorni testimoniano la fondatezza delle nostre proteste, i cittadini ormai non si sentono più tutelati e quindi, a loro volta, si difendono imbracciando armi e c’è qualcuno ha ancora ha il coraggio di disquisire tra sicurezza percepita e sicurezza reale".

"La verità - conclude - purtroppo è una sola: le Forze di Polizia ormai sono state disarmate e nulla possono più per difendere i cittadini. Non hanno uomini e quei pochi che ci sono hanno, peraltro, un’età media di 46 anni; non hanno mezzi e strumenti; le pene per i delinquenti sono diventate soltanto una sorta di ammonizione o richiamo a comportarsi meglio la prossima volta ed il carcere è diventato, per i delinquenti, un’utopia. Così ci avviciniamo sempre più ad un modello di giustizia 'fai da te' e questo, alcuni 'politicanti' non lo hanno ancora capito o forse, per comodità, non lo vogliono capire visto che tra di loro la corruzione è sempre più dilagante e quindi fa comodo che la polizia non abbia la possibilità di indagare".