cronaca

Dopo l'alluvione: "Fiumi di parole e pochissimi fatti"

venerdì 14 novembre 2014
Dopo l'alluvione: "Fiumi di parole e pochissimi fatti"

Fabrizio Cortoni, rappresentante del "Comitato 12 novembre" composto dai commercianti della zona di Orvieto Scale e Ciconia che subiro ingenti danni dall'alluvione, nel giorno della ricorrenza dei due anni dall'evento, ha scelto di scrivere al Prefetto di Terni per segnalare quanto è sotto gli occhi di tutti, ovvero: che in questo periodo si sono dette "Fiumi di parole" ma in termini di lavori si registrano "Pochissimi fatti". 

Di seguito la lettera inviata la Prefetto

Le scrivo oggi, secondo anniversario di quel nefando 12 novembre, per attestarLe quanto le aziende che rappresento abbiano avuto modo di apprezzare la Sua lettera di richiamo agli Enti competenti sulla necessità di intraprendere le necessarie opere di manutenzione, di vigilare sulla realizzazione delle stesse, per ridurre il rischio di esondazione dei corsi d'acqua nel territorio dell'Orvietano.

Da allora sono stati spesi "fiumi di parole", mi passi l'involontaria comicità della descrizione, e realizzati pochissimi fatti.
E' praticamente ferma la pulizia dell'alveo del Paglia, è ancora alla fase di progettazione la prevista realizzzazione di argini ed ogni altra opera di messa in sicurezza, è colpevolmente rimasto inefficiente il sistema fognario di zone che, come quella di Santa Letizia, vedono allagarsi gli insediamenti produttivi con una frequenza insopportabile.
Eppure sono state stanziate risorse economiche ed umane, proprio come è successo in Liguria. Dobbiamo continuare a sperare nella fortuna, continuare a temere ad ogni scroscio di pioggia?

Voglio chiederLe se anche Lei non crede che questo lassismo, questo rimpallo di responsabilità fra Enti preposti, possano in qualche modo configurare una potenziale colposità per quanto dovesse malauguratamente accadere in futuro.

Abbiamo poi un altro timore: una volta che finalmente vedremo effettuati gli interventi per la minimizzazione del rischio nelle nostre aree, la classe politica attuale e futura saprà resistere alle inevitabili pressioni di chi vorrà considerare quelle opere come requisito di edificabilità in quelle stesse zone?
Riuscirà a passare il concetto che quello che verrà fatto dovrà servire a proteggere l'esistente, e non a consentire una proliferazione edilizia sconsiderata?

Non Le rubo altro tempo. Torno a ringraziarLa per la Sua attenzione al nostro territorio, e contemporaneamente La esorto a continuare nella Sua opera di tutela dell'ambiente.