cronaca

L'Enel taglia le unità operative, Orvieto è a rischio. La Regione tenta di salvarle

venerdì 31 ottobre 2014
L'Enel taglia le unità operative, Orvieto è a rischio. La Regione tenta di salvarle

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che esprime “contrarietà al piano proposto da Enel e impegna la Giunta a rappresentare tale posizione nell’interlocuzione con l’azienda ed il Governo nazionale per assicurare all’Umbria gli standard di qualità, assetto ed efficienza funzionale”. Il piano dell’azienda, si legge nel documento, prevede un assetto “fortemente penalizzante per la regione, compromettendo l’efficienza funzionale di un sistema regionale che ha sempre dimostrato elevati livelli di qualità del servizio”.

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato un ordine del giorno, proposto dall’Ufficio di Presidenza e sollecitato dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, con cui si esprime “contrarietà al piano proposto da Enel Infrastrutture e Reti” e si impegna la Giunta a “rappresentare tale posizione nell’interlocuzione con l’azienda ed il Governo nazionale, al fine di conseguire un equilibrio nella riorganizzazione della rete regionale di distribuzione dell’energia elettrica che assicuri all’Umbria gli standard di qualità, assetto ed efficienza funzionale da sempre espressi”. Il piano prevede la soppressione delle zone di Foligno e Terni, delle unità operative di Magione, Spoleto e Orvieto, e del distaccamento regionale dell’esercizio di Perugia: un assetto giudicato “fortemente penalizzante per l’Umbria, compromettendo l’efficienza funzionale di un sistema regionale che ha sempre dimostrato, alla luce di dati oggettivi e certificati e della specificità della conformazione geografica del territorio, elevati livelli di qualità del servizio”.

Nel documento si legge che “esistono in Umbria le condizioni oggettive per la realizzazione di due zone equilibrate come estensione territoriale e numero dei clienti, che garantirebbe un maggiore equilibrio funzionale e gestionale rispetto a quello che si avrebbe con un’unica zona, la quale, con un numero di circa 480mila clienti, risulterebbe fortemente sovradimensionata rispetto ad altre zone, tutt’oggi confermate nel territorio nazionale, anche alla luce dell’elevato livello di distribuzione della popolazione in Umbria”.

Nell’atto è scritto che “la nuova organizzazione determina una riduzione delle zone e delle unità operative pari al 67 per cento e al 43 per cento, largamente superiore a quella prevista a livello nazionale, pari a circa il 33 per cento. L’individuazione di un’unica zona per l’Umbria e la scomparsa del distaccamento esercizio rete di Perugia, con il conseguente accentramento totale di funzioni strategiche e funzionali presso l’esercizio di Firenze, priva la nostra regione di una posizione di rilievo nella direzione, il coordinamento e il monitoraggio della rete, con potenziali ricadute rispetto all’analisi degli impatti ambientali e all’intervento su situazioni di emergenza”.