cronaca

Droga in carcere. Denunciata una quarantenne, nascondeva hashish ed eroina nelle parti intime

domenica 12 ottobre 2014
Droga in carcere. Denunciata una quarantenne, nascondeva hashish ed eroina nelle parti intime

È di detenzione aggravata ai fini di spaccio di sostanza stupefacente l'accusa con cui è stata denunciata all'autorità giudiziaria una quarantenne. La donna era arrivata da Terni per fare visita al compagno ristretto dietro le sbarre del carcere di via Roma. Con sé aveva però un involucro rivestito in cellophane, abilmente occultato nelle parti intime e contenente sostanze stupefacenti, poi identificate come eroina e hashish.

A rinvenire il pacchetto e porre sotto sequestro le sostanze ci hanno pensato gli agenti della polizia penitenziaria di Orvieto, guidati dal commissario Enrico Gregori. L’intervento è stato eseguito nel corso di un'operazione di polizia volta alla repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope predisposto all’atto dell’ingresso dei familiari ammessi ai colloqui con i detenuti.

“Al comandante Gregori e al personale che ha condotto l’operazione – afferma il segretario regionale del Sappe Fabrizio Bonino – vanno il ringraziamento, la stima e la gratitudine del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. L’episodio, inoltre, porta di nuovo alla ribalta il tema delle gravi carenze organiche della Polizia Penitenziaria e la mancanza di risorse economiche volte alla repressione del fenomeno dell’introduzione di droghe all’interno delle carceri.

Il sequestro di sostanze eseguito venerdì 10 ottobre al carcere di Orvieto è il quarto operato negli ultimi mesi. Segno inequivocabile che il fenomeno dilaga anche in conseguenza dei mancati controlli da parte delle unità cinofile, insufficienti sul territorio per garantire controlli frequenti e mirati. Non solo il problema della carenza organica del personale di polizia penitenziaria, vista la difficoltà di reperire un congruo numero di agenti nelle giornate di colloquio, rende perfino problematico, ad Orvieto e in tutti gli altri istituti dell’Umbria, organizzare un adeguato servizio di repressione. Per questo motivo va ancora più apprezzato il risultato ottenuto dal commissario Gregori e dai suoi uomini”.