cronaca

Vite legate all’autostrada, il pregevole contributo di Ettore Della Casa

sabato 4 ottobre 2014

Con vivo piacere proponiamo in questo articolo gli interventi di Ettore Della Casa che tramite il suo profilo facebook ha raccontato una bellissima storia di vita, legata alla costruzione dell’autostrada. Ovvero la sua e quella della sua famiglia. Grazie ancora per il contributo e l’autorizzazione a utilizzare testi e foto per la pubblicazione di questo articolo

Nell'estate del 1961 la ditta TORNO di Padova diede in subappalto all'impresa edile di mio padre il tratto Orvieto (di fronte alla diga di Corbara allora in costruzione)- Baschi, della autostrada del Sole in fase di ultimazione da Firenze a Roma. Le maggiori opere eseguite furono i viadotti sul Tevere (località Pagliano), il viadotto Pantano (sotto Baschi, visibile nella foto) e il maestoso ponte di Santa Maria dopo Baschi, sul Tevere. Mio padre ed i suoi operai, in parte del posto ed in parte di altre regioni, hanno così contribuito alla realizzazione di un'opera importante ed a lasciare un ricordo indelebile di bravura e serietà. Ancora a Baschi ricordano papà, "il sor Romeo", con stima.

Baschi (Terni). Ecco come mi apparve il pittoresco borgo della Teverina quando venni a viverci nel 1961 , al tempo della costruenda autostrada del Sole. Luogo tranquillo, dove la vita scorreva pigramente e senza tempo. Al tramonto si andava a durmì ed all'alba si risvegliava di colpo dal sonno pacifico. Come un termitaio la gente correva alle sue occupazioni sparpagliandosi per le viuzze del paese e per la campagna... Ora molte cose sono mutate e lo noto quando annualmente vi torno, osservando, camminando come un romantico, e discorrendo con gli anziani.

Estate 1962. Abitavo in Via della Massea insieme alla mia famiglia, presso Maria Paoselli, vedova Fattorini. Quando non andavo nel cantiere di papà presso il costruendo ponte di Santa Maria sul Tevere giocavo con Gianni (al centro) e Piero. Gianni, figlio del gestore del bar sulla via Amerina e della "guardiesca", poi si trasferì a Roma. Di Piero non so più nulla.

Estate 1962. Ecco mio fratello maggiore Giorgio intento a posare il ferro, le cosiddette terribili barre nervate da 30, nel cantiere del viadotto sul Pantano del tratto autostradale Baschi-Orvieto.. Il mestiere del ferraiolo è tremendo: esposto alle intemperie, le barre gelate o roventi, il sudore o il vento fastidioso, la polvere di ferro che si appiccica per tutto il corpo, le mani deformate dagli sforzi, le ferite per tagli, gli ematomi per le botte subite, ecc. Ma quelli erano i tempi dei sacrifici per gli operai che si guadagnavano onestamente da vivere con dignità.

Luglio 1962. Ecco il cantiere edile di papà che sta mettendo in opera il ferro per i piloni del ponte di Santa Maria sul Tevere del tratto autostradale Orvieto-Baschi. Anch'io vi andavo spesso per aiutare papà nelle paghe, racogliere i chiodi, portare da bere agli operai, allora ragazzini ed ora avanti cogli anni. Ne voglio ricordare alcuni: Dominici Valentino, i fratelli Meffi e Ceccaroni Alvaro di Baschi; Dominici, detto il "Conte", di Montecchio; Tiberi di Allerona. Il nostro impiegato (avevamo la sede della ditta a Baschi) era il caro Dominici Dario di Montecchio. Che toccanti ricordi! Grazie a tutti per la vostra cortese attenzione.


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