cronaca

Pescatori in campo contro il degrado del lago lanciano il progetto "Salviamo Corbara"

lunedì 23 giugno 2014
Pescatori in campo contro il degrado del lago lanciano il progetto "Salviamo Corbara"

Pescatori in campo per salvare il lago di Corbara. Per chi frequenta l'invaso artificiale a confine tra Orvieto e Todi non sembrerà strano discutere dello stato di degrado in cui versa, per questo nasce dall'Asd Angler l'iniziativa "Salviamo Corbara".

ASD Angler, come la maggior parte delle associazioni di pesca sportiva, nasce da un gruppo di amici che intendono perseguire un obiettivo comune: la differenza è che il nostro obiettivo interessa indistintamente tutti e consiste nella riqualifica e nella salvaguardia delle acque della nostra regione.

"Dopo i riscontri positivi ottenuti dalle manifestazioni sul Lago di Corbara - scrivono dall'associazione Asd Anglea -, abbiamo deciso di formulare un progetto che incida sullo stato di degrado ambientale e sui notevoli problemi di sicurezza generati dalla presenza sempre maggiore di pescatori che agiscono al di fuori delle regole".

Per questo è l'ora di “Salviamo Corbara”. Un progetto, spiegano, che "punterà a sensibilizzare soprattutto le istituzioni, ma si rivolgerà anche ai cittadini, affinché la risorsa naturale rappresentata dal lago di Corbara torni ad essere valorizzata degnamente, in una prospettiva anche turistica".

"L’idea  specificano dall'associazione - è di creare due zone sperimentali di pesca “No-Kill” (ovvero zone in cui è previsto il rilascio immediato del pesce), una nel tratto del Tevere nei pressi di Casemasce e l’altra sul Lago di Corbara, nella zona denominata “Vigne”, essendo entrambe facilmente accessibili e controllabili dalle autorità competenti".

Entrando nel merito del progetto si evidenzia come: "Il “No-kill” ci sarà di aiuto per creare una sorta di filtro che potrebbe agevolare i controlli ed escludere la maggior parte dei pescatori che reputiamo “nocivi”, coloro, cioè, che abbattono alberi, accendono fuochi, abbandonano i rifiuti che producono, disturbano l’ambiente circostante con schiamazzi, allestiscono accampamenti di fortuna che non si integrano con il territorio e utilizzano delle tecniche di pesca che arrivano fino al bracconaggio, con l’uso di reti o filaccioni. Finalmente, dopo un lungo lavoro, grazie alla lungimiranza della Provincia di Perugia, il 2 giugno 2014 è divenuto operativo il tratto “no kill” del fiume Tevere, dal ponte di Casemasce fino alla trattoria “da Pisello”, un tratto di fondamentale importanza per la riproduzione dei nostri amici pinnati, debitamente tabellato dai volontari della nostra associazione. Il “No-kill” riguarda tutte le specie tranne luccio perca e siluro, per le quali è consentita la pesca “con il vivo” con le seguenti specie a fungere da esca: scardola, rovella,
alborella, pseudorasbora e carassio. E’ inoltre consentita la pesca notturna esclusivamente alla carpa".

"Purtroppo - continua l'Asd Angler - dobbiamo costatare che la Provincia di Terni non ha recepito pienamente l’obiettivo del nostro progetto, che non è altro che la difesa dell’ambiente, assolutamente prioritaria rispetto a qualsiasi interesse privato (leggasi: associazioni di pesca sportiva). Il nostro obiettivo a lungo termine è di estendere i tratti “no-kill” a tutto il corso del Tevere e all’intero bacino di Corbara: solo così si potrà preservare l’integrità del Parco Fluviale del Tevere, una delle più importanti (e sottovalutate) risorse naturalistiche dell’Umbria. Utopia? No, solo mezzo per conservare quello che la natura ha creato".