cronaca

Furti a Orvieto Scalo, finisce in manette una banda di cinque sudamericani

sabato 16 febbraio 2013
Furti a Orvieto Scalo, finisce in manette una banda di cinque sudamericani

La Polizia del Commissariato di Orvieto ha tratto in arresto per furto aggravato i cinque sudamericani che giovedì scorso hanno preso di mira un negozio di abbigliamento nei pressi della Strada dell'Arcone per poi darsi alla fuga a bordo di un'auto scura di grossa cilindrata diretta verso Orvieto scalo. Immediate, sono scattate le ricerche ad opera delle 5 pattuglie presenti sul territorio, che il dirigente Antonello Calderini aveva improntato dalla prima mattina, come già da settimane, per la prevenzione dei reati, in particolare furti in appartamento e negli esercizi commerciali.

Una delle pattuglie ha intercettato l'auto segnalata lungo via Costanzi, fermandola. Subito sono confluite sul posto le altre auto della Polizia mentre una in "borghese" si è recata presso il negozio all'interno del quale era stato appena prima perpetrato il furto. Dalle immagini a circuito chiuso poste all'interno del negozio, subito visionate, tutta la scena del furto è apparsa chiara. Una delle due ragazze fermate faceva da "palo" ad un uomo che "carponi" si era avvicinato alla cassa dietro il bancone. Altri due complici, intanto, sempre un uomo ed una donna, distoglievano la proprietaria al lato opposto del negozio fingendosi interessati a dei capi di abbigliamento. La ragazza "palo" aveva in mano due giacche che usava palesemente come "tenda" per impedire la vista ad una cliente nel frattempo entrata all'interno dell'esercizio commerciale. Il ladro materiale non sembrava interessato al denaro né ad altri oggetti di valore, ma alla borsa della proprietaria dall'interno della quale asportava un grosso mazzo di chiavi.

Appariva subito evidente agli investigatori che il fine della banda di ladri era quello di appropriarsi proprio e soltanto di quelle chiavi tra cui quelle dell'abitazione della titolare. Particolare, questo, subito comunicato alle pattuglie che nel frattempo stavano eseguendo i controlli di rito su strada sia alle persone fermate sia sulla vettura. La circostanza non è sfuggita ai poliziotti che dopo il breve inseguimento dell'auto sospetta hanno visto gettare dal finestrino posteriore dell'auto proprio un grosso mazzo di chiavi poi recuperato ai bordi della strada e successivamente riconosciuto dalla parte offesa quale quello oggetto del furto. A bordo della vettura, che risultava noleggiata a Roma, inoltre, venivano rinvenuti e sequestrati arnesi per lo scasso, scarpe in gomma e una bombola di schiuma espansa, tutti oggetti che hanno fatto ritenere, senza ombra di dubbio, che potevano essere utilizzabili per compiere furti in appartamento.

Verificata la responsabilità dei fermati, tre uomini e due donne di nazionalità sudamericana, senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora, tutti sui 30 anni e anche grazie alle preziose testimonianze e alle immagini del furto riprese dalle telecamere interne ed alla circostanza del mazzo di chiavi rubate, sono scattate le manette ai loro polsi per il reato di furto aggravato e tentato furto in abitazione, in concorso. Determinante anche la loro pericolosità desunta dai numerosi precedenti di polizia anche per arresti proprio per furti sul territorio nazionale e l'essere colpiti da vari espulsioni alle quali si sono sempre sottratti. Grazie alla comparazione in banca dati delle impronte digitali, è risultato inoltre che gli arrestati hanno fornito, ad ogni controllo di polizia, nomi diversi per rendere difficoltosa la loro esatta identificazione. Non da ultimo ha pesato sul loro arresto la convinzione, condivisa dall'autorità giudiziaria, che si sia trattato di una banda di ladri specializzata in furti in appartamento proprio per la determinazione di rubare le chiavi di un'abitazione che se non scoperti avrebbero sicuramente svaligiato avendone in precedenza, evidentemente, verificato con pedinamenti l'esatta ubicazione. E' convinzione della Polizia che gli stessi arrestati, associati al carcere di Orvieto e a quello femminile di Perugia, in attesa di giudizio, siano responsabili di altri e numerosi furti analoghi commessi in zona e in comuni limitrofi, sui quali verranno espletate analitiche indagini.