cronaca

Riunione alluvionati-istituzioni. Tante domande, poche risposte. Aziende unite in un comitato alla ricerca di soluzioni e responsabilità

domenica 16 dicembre 2012
di Monica Riccio
Riunione alluvionati-istituzioni. Tante domande, poche risposte. Aziende unite in un comitato alla ricerca di soluzioni e responsabilità

Messa in sicurezza del Paglia e aiuti alle aziende erano i punti all'ordine del giorno di una riunione indetta, nella serata di venerdì 14 dicembre, presso i locali dell'Hotel Orvieto tra le aziende e le famiglie che hanno subito danni durante l'alluvione del 12 novembre scorso e i rappresentanti delle istuzioni.

Assente il sindaco Concina, a rappresentare il Comune il solo Claudio Margottini, presente anche in veste di assessore alla Protezione Civile. Con lui al tavolo l'On. Carlo Emanuele Trappolino e il consigliere regionale Fausto Galanello, che ha invitato a partecipare anche due dirigenti tecnici della Regione, Luigi Rossetti esperto di aiuti alle imprese e del mondo del lavoro, e Diego Zurli tecnico specializzato nella messa in sicurezza dei territori.

Alla riunione, organizzata e moderata dal concittadino Davide Orsini, hanno preso parte oltre 200 persone; molte, forse quasi tutte le aziende interessate dall'esondazione e alcuni rappresentanti delle famiglie colpite. Non facile il compito del moderatore, poiché l'esasperazione della gente ha purtroppo preso il sopravvento sulla calma e sulla civile discussione. Non poteva essere altrimenti, poiché ad oggi, ad un mese dal disastro, poco o nulla, a parte gli interventi di somma urgenza, è stato fatto.

Molti gli interrogativi posti dalla gente comune al tavolo che ha accettato di confrontarsi, ma su tutti è spiccata la preoccupazione per un futuro che non sembra chiaro. Preoccupazione massima è stata espressa per gli interventi di messa in sicurezza del fiume, perché un'altra esondazione è l'evento che più spaventa chi in quel lunedì ha perso tutto. Ma preoccupazione anche per gli aiuti che ancora non arrivano, per i fondi messi a disposizione che non si capisce come verranno ripartiti, per i tassi applicati ai mutui che nessuno ha intenzione di pagare, per l'IMU che lunedì è in scadenza e per la quale il sindaco aveva promesso un'azione che poi, alla fine, non si è potuto attuare; preoccupazione, infine, per la dichiarazione dello stato di calamità per l'Umbria che, a differenza della Toscana, tarda ad arrivare.

Tutte domande e interventi legittimi, sacrosanti, portati da gente che sta ancora facendo i conti, e qualcuno sta pagando pure in salute, con il fango e l'acqua che con violenza ha scardinato le sicurezze costruite con una vita di sacrifici. Domande che non hanno trovato grosse risposte. "La dichiarazione dello stato di calamità - ha detto per primo Galanello - è questione ormai di ore", ma Trappolino spiega che a dire il vero non è proprio così e che lui e gli altri parlamentari umbri "stanno difendendo con tutte le proprie forze un emendamento che consenta di sbloccare i fondi". E Zurli puntualizza che lo stato di calamità "non è tutto questo grande aiuto che si pensa. Serve a sbloccare fondi ma le cose sono molto più complesse". Insomma poche ammissioni e per nulla chiarissime.

E non ci si spiega come possa essere possibile e come possa accadere, in questi tmpi di rapida e veloce comunicazione, la storia della mail certificata arrivata alle 5 di quel tristemente famoso lunedì quando, mentre l'acqua saliva a vista d'occhio e mentre ad Acquapendente già si facevano i conti con un evento eccezionale, a Orvieto si attendevano le direttive di Foligno, arrivate per mail alle 5 di mattina in Comune, dove i pc si sarebbero accesi solo alle 8, a tragedia avvenuta. Ma Margottini è chiaro: "noi dobbiamo ubbidire", e l'assessore ha ragione quando parla di valzer delle competenze, quando in un certo senso accusa una documentazione obsoleta che non ha per nulla aiutato chi, in quei momenti, doveva prendere delle decisioni. La gente però sta perdendo la pazienza. E quando parla non fa che accusare il ritardo nella comunicazione alla popolazione, la mancata allerta, i soccorsi non adeguati.

Al centro del discutere c'è una presunta mala gestione dell'emergenza, e proprio per non restare immobili ad attendere eventi che potrebbero passare e scivolare con il minimo dell'attenzione lunedì 17 dicembre alle ore 21.00 presso i locali della CNA gli imprenditori si raduneranno ancora. E stavolta c'è sul tavolo l'approvazione di uno statuto per la costituzione di un comitato, "un'associazione, un soggetto giuridico - ha spiegato Fabrizio Cortoni, uno dei promotori dell'iniziativa - non perché siamo contro qualcuno a prescindere, ma perché vogliamo lottare in prima persona proprio contro l'immobilismo che, in questo momento, ci uccide ancora una volta."

Cortoni ha poi spiegato gli obiettivi dell'associazione che, se tutto procede come previsto, vedrà la luce mercoledì 19 dicembre prossimo: "vogliamo uscire dalla girandola delle ipotesi sulle cause e concause del disastro che ci ha colpito - ha spiegato - vogliamo conferire incarichi a tecnici ed ingegneri idraulici per capire, per determinare, per spiegare ciò che è successo e ciò che poteva essere fatto. Vogliamo avere accesso a tutti gli atti di quella notte-mattina, compresa la famosa mail, vogliamo capire fino in fondo chi ha fatto cosa e come, e, se saranno ravvisate delle responsabilità, vogliamo che qualcuno paghi perché ci avete messo in pericolo e questo non deve accadere mai più. Inoltre - ha concluso il suo intervento Cortoni - vogliamo interessare la Procura della Repubblica, perché se è vero che non ci sono state vittime - e di questo ringraziamo solo il cielo - è anche vero che su sollecitazione di un comitato si dovrà aprire una indagine su quanto accaduto".

Gli imprenditori dunque scelgono la linea dura, associarsi per contare di più e meglio. Le storie, in fondo, di ognuno di loro sono simili, e continuare a raccontarle ormai non serve a nulla. Ora servono i fatti, e serve stare uniti. Ma serve anche dare una scossa al sistema che, e questo punto è un dato di fatto incontrovertibile, ha fallito.

Da parte delle istituzioni c'è l'appoggio sviluppato con le linee di credito e di accesso agevolato ai crediti, e la promessa che tutto sarà rivisto e aggiornato. La gente scuote la testa e in molti se ne vanno. Trappolino chiede di tornare "ad avere fiducia". Cortoni: "in questo momento non possiamo permetterci di riporre la nostra fiducia in nessuno". Come dar loro torto?