cronaca

Ottimizzazione, efficienza, appropriatezza. Il reparto di Chirurgia del "Santa Maria della Stella" lancia la sfida alla modernizzazione

martedì 27 novembre 2012
di Monica Riccio
Ottimizzazione, efficienza, appropriatezza. Il reparto di Chirurgia del "Santa Maria della Stella" lancia la sfida alla modernizzazione

Continua il viaggio attraverso i reparti del "Santa Maria della Stella" di Orvieto con la conferenza stampa di presentazione della Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale e d'Urgenza, di cui il dott. Vincenzo Panella, direttore della ASL 4, e il dott. Massimo Buononato hanno illustrato struttura, caratteristiche di operato e prospettive nel corso di un incontro con la stampa presso la direzione sanitaria del nosocomio orvietano.

"Il reparto diretto dal dott. Buononato - ha aperto così l'incontro il dott. Panella - è uno dei perni su cui è basata l'attività del Santa Maria della Stella. Una unità operativa complessa, quella di Chirurgia, che non è mai stata messa in discussione nelle politiche di tagli su base regionale ma che anzi trova sempre più conferme proprio in un ospedale a vocazione d'urgenza"

Struttura
L'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale e d'Urgenza dell'Ospedale di Orvieto dal novembre 2011 è diretta dal Dott. Massimo Buononato e si avvale dell'opera di sei medici oltre lo stesso direttore, di dodici infermieri, coordinati dalla infermiera professionale Laura Prosperini, e quattro operatori socio-sanitari (OSS); dal primo dicembre prossimo le risorse umane saranno incrementate dall'arrivo di due ulteriori medici neoassunti.

L'UOC è collocata al II piano dell'edificio, dispone di 22 posti letto, di cui 4 dedicati all'Urologia.
"Il nostro - ha spiegato il primario - è un lavoro di equipe dove ognuno fa la sua parte. Nostro primario obiettivo è l'abbassamento delle liste d'attesa ma anche e sopratutto l'abbassamento della durata della degenza. Il paziente, secondo noi, deve stare in ospedale il tempo strettamente necessario, farlo restare di più non ha particolare senso. "

Una sorta di rivoluzione quella messa in atto dal nuovo primario che non ha mancato di sollevare "mal di pancia" sia negli operatori che nei pazienti. "Il cambiamento di metodi - ha detto Panella - non sempre è gradito, nemmeno se porta migliorie. Con la gestione del nuovo primario siamo passati di fatto da una organizzazione di tipo anni '80 a una gestione moderna e felicemente all'avanguardia secondo gli attuali standard."

Attività
La UOC svolge sia attività di urgenza che elettiva, nell'ambito del duplice ruolo che la rete ospedaliera regionale e provinciale ha attribuito al nosocomio orvietano, quale Ospedale dell'emergenza - urgenza di primo livello e di Ospedale di territorio. La principale e precipua attività che compie è naturalmente quella operatoria, ma accanto ad essa vengono esplicate numerose attività diagnostiche e terapeutiche collaterali, sia ambulatoriali che in ricovero ospedaliero.

"Proprio perché la nostra attenzione verso il paziente è massima - ha aggiunto il dott. Buononato - abbiamo rivisto la nostra organizzazione interna e abbiamo ad esempio creato la figura del "medico responsabile della cura settimanale" una sorte di figura di riferimento per pazienti, parenti dei pazienti, e anche colleghi che restando in operatività per tutta la settimana è in grado di seguire con maggiore continuità le varie situazioni".

Tipologia delle attività
"Vengono realizzati vari tipi di interventi e procedure - ha spiegato il primario - che spaziano dall'asportazione di lesioni della cute e del sottocute, al trattamento di patologie neoplastiche molto complesse, passando per attività più routinarie di asportazione di colecisti, trattamento di ernie, trattamento di varici degli arti inferiori, resezioni intestinali più o meno estese, asportazione parziale o totale della tiroide, asportazione delle ghiandole surrenali, asportazione del rene, ecc., sia con approccio tradizionale, cioè mediante incisioni più o meno estese, sia con approccio videolaparoscopico, cioè mediante l'utilizzo di una telecamera introdotta nell'addome attraverso una piccola incisione, che permette di realizzare le manovre chirurgiche mediante appositi strumenti manovrati dall'esterno ed anch'essi inseriti attraverso piccoli fori."

Sulla base della propria esperienza che ha visto il dott. Buononato formarsi presso il Policlinico "Gemelli" di Roma e perfezionarsi in varie strutture tra cui l'Ospedale di Cremona, sono state inoltre introdotte de novo alcune procedure, come ad esempio il posizionamento di alcuni device per il trattamento integrato delle patologie neoplastiche, il trattamento mininvansivo di grosse lesioni cistiche epatiche, il trattamento di lesioni della ghiandola parotide, ecc. "Parallelamente - dice ancora il dirigente - vengono realizzati interventi chirurgici in urgenza, che variano molto, anch'essi, dalle appendicectomie ad interventi maggiori, talvolta molto impegnativi, spesso addirittura non codificati, per esempio in ambito di traumatologia, vista l'ampia imprevedibilità delle lesioni traumatiche: anche in quest'ambito tuttavia sono stati introdotti nuovi approcci, quale ad esempio la chirurgia conservativa della milza, laddove possibile."

L'Unità Operativa di Chirurgia Generale si pone quindi quale obiettivo principale quello di rispondere ai bisogni di trattamenti chirurgici della popolazione, attraverso l'erogazione di prestazioni tecniche sempre più appropriate ed avanzate, ma non trascurando di realizzare ciò in maniera efficace ed efficiente. Ecco perciò l'attenzione alla corretta e moderna gestione delle risorse disponibili, ottimizzando l'utilizzo delle sale operatorie, l'utilizzo dei regimi di ricovero (ordinario, day hospital e day surgery), l'attività di reparto, la interdisciplinarietà e quant'altro sia finalizzato ad ottenere la migliore performance possibile.

Dati di attività
Per quanto concerne l'attività chirurgica, essa è stata fortemente incrementata, essendo stati eseguiti circa 900 interventi rispetto ai 615 dell'anno precedente con un incremento del 46%. "Il trend - spiega Buononato è stato progressivamente in crescita e mantiene tuttora tale caratteristica; peraltro una discreta percentuale dei pazienti trattati proviene anche da altre regioni.

Se confrontiamo l'attività dei primi dieci mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, si evidenziano alcuni dati molto interessanti: con un migliore utilizzo ed una razionalizzazione delle ore di sala operatoria riservate all'U.O. di Chirurgia Generale, sebbene lievemente ridotte in valore assoluto, si è riusciti a realizzare un maggior numero di interventi chirurgici, peraltro con un coefficiente di complessità anche superiore (come espresso dal dato del peso medio dei DRG cresciuto del 16,49%).

Il numero di ricoveri totali non solo è cresciuto globalmente da 634 a 826, ma è stato gestito con particolare appropriatezza, cioè attribuendo a ciascuna patologia tempi e modalità di cura più consoni possibili, evitando specialmente le troppo lunghe od ingiustificate ospedalizzazioni. Queste ultime arrecano danno prima di tutto agli utenti stessi (o incrementando il rischio di infezioni opportunistiche in ambiente in cui i microbi sono più resistenti o procrastinando il rientro in ambiente domiciliare, ormai universalmente riconosciuto come quello ideale per una rapida ripresa) e poi alla corretta allocazione delle risorse disponibili. Per esempio se andiamo a valutare il trattamento delle ernie inguinali, numericamente sovrapponibili nei periodi considerati, si è assistito ad un'inversione di tendenza nel regime di ricovero adottato: i "day surgery", più appropriati, sono stati incrementati del 1800% (da 4 a 76) mentre sono stati ridotti del 64% (da 105 a 37) i "ricoveri ordinari", che per la gestione di questa patologia comportano un utilizzo inutile e controproducente dei posti letto del reparto, con inevitabile spreco ingiustificato di risorse."

Razionalizzazione e riorganizzazione
"Presupposto irrinunciabile di questa organizzazione - continua il primario - è una chirurgia accurata, con un ridotto tasso di complicanze: così pur con una crescita globale dei pazienti curati ed un incremento della complessità delle patologie trattate, si è potuto ottenere una riduzione della degenza media del 18% (da 6,31 a 5,15), una riduzione del 84% delle dimissioni oltre soglia (da 19 a 3). Pur avendo trattato più pazienti si è assistito a una riduzione del 40% delle spese per farmaci ed emoderivati, che hanno compensato in parte le maggiori risorse investite per i materiali utilizzati in sala operatoria in ragione dell'incremento dell'attività operatoria.

Non è stata poi trascurata la riorganizzazione dell'attività ambulatoriale, ove si è tra l'altro proceduto a pianificare l'accesso mediante appuntamenti al CUP con definizione dell'orario: attualmente all'utente dell'ambulatorio chirurgico viene fissato un appuntamento con il relativo orario in cui verrà ricevuto, senza perciò costringerlo alle disagevoli lunghe permanenze in anticamera.

Ancora, per quanto concerne le formulazione delle liste d'attesa, sono stati introdotti modelli organizzativi moderni in modo da prediligere criteri di trasparenza e facilità di accesso alle stesse, adottando ad esempio un registro di prenotazione ed una scheda di preospedalizzazione recanti i criteri di priorità definiti in ambito nazionale e regionale."

Prospettive e Formazione
In prospettiva si sono già identificati spunti di miglioramento possibili, sia in ambito di facilitazione per l'utenza dell'accesso a percorsi assistenziali integrati, sia in ambito di ulteriore riduzione dei tempi di attesa, sia in ambito di offerta di ulteriori specialità, sia in ambito di nuove possibilità tecniche e tecnologiche. Particolare interesse riveste anche l'attività di formazione con congressi e convegni di caratura nazionale.

Liste d'attesa e nuove attività. Panella: "comincia da qui l'unione delle ASL 3 e 4"