cronaca

Stop alla musica al Bar Duomo e al Clandestino, sotto sequestro gli impianti di diffusione sonora

mercoledì 9 novembre 2011
di Monica Riccio

Ennesimo, duro colpo alla "movida" orvietana. Nel pomeriggio di ieri, martedì 8 novembre, è stato eseguito dagli agenti del Commissariato di Orvieto un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Orvieto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei Bar Duomo e Clandestino. In particolare, gli uomini del Commissariato hanno posto sotto sequestro, sottraendoli alla libera disponibilità dei titolari degli esercizi, tutti gli impianti di diffusione sonora (stereo, radio, televisore e simili) utilizzati all'interno dei locali.

Niente musica quindi, né tv, né radio nei due locali fino a revoca del provvedimento giudiziario. Si tratta di un brusco giro di vite disposto dalla Procura nei confronti dei due bar, da tempo ormai al centro di una battaglia che si combatte senza esclusione di colpi. Da una parte i gestori dei locali, dall'altra il Comitato cittadino Anti-rumore, in mezzo l'Amministrazione Comunale. A staccare la spina stavolta è stato il Tribunale, provvedimento che segue le disposizioni varie, le sanzioni, le chiusure, le sospensioni di licenze, in pratica tutta una serie di provvedimenti nei confronti di Daniele Cavalloro e Riccardo Baiocco, i titolari dei due esercizi.

Le motivazioni del provvedimento non sono note, si parla di due esposti alla Magistratura, certo è che le cose per i due bar non si mettono bene e, fino a quando non si sa, per loro è interdetta la musica. Almeno quella amplificata o diffusa. In città, tra i giovani, lo scontento è palpabile, c'è chi lamenta una scarsa attenzione verso la musica e verso l'aggregazione, chi si schiera a favore del rispetto delle regole, chi tenta di fare qualcosa. Se da un lato c'è qualcuno che su Facebook sta organizzando una specie di parata musicale che potrebbe culminare con una grande festa in Piazza della Repubblica, sotto le finestre dell'ufficio del sindaco, dall'altra c'è chi cerca invece il confronto, con l'obiettivo di trovare i giusti compromessi. E' il caso de "Il silenzio delle Muse" associazione nata da qualche settimana che non condivide in pieno questo modo di agire giudicando la manovra "troppo sovversiva e anarchica".

"L'idea è d'impatto, - spiega Alessandro Marzi de "Il silenzio delle Muse", - ma noi del Comitato non crediamo che facendo questa marcia si riuscirà a risolvere molto. Quello che è mancato dal 2009 fino ad oggi è un dialogo costruttivo fra le parti in questione." Intanto è già fissato per il 16 novembre prossimo un incontro organizzato da Radio Orvieto Web al quale sarebbero stati invitati i comitati, le associazioni, insomma i protagonisti della spinosissima vicenda. Sul sequestro operato ieri dal Commissariato Marzi aggiunge: "Questo è un chiaro esempio di "ripicca", sia da una parte che dall'altra. Non è giusto sparare a mille il volume. Da gradevole la musica diventa sgradevole, ma non è neanche giusto tartassare di denunce un posto e addirittura arrivare al sequestro degli apparecchi. E' un'azione troppo drastica".

Sul piatto della bilancia ci sarebbero quindi le lamentele dei cittadini esasperati dalla musica fino a tardi, gli esposti fatti alle Forze dell'Ordine e alla Magistratura da parte del Comitato anti-Rumore, l'indignazione di coloro che abitano nei pressi dei due locali per i comportamenti spesso al limite della decenza condotti dai clienti degli stessi, ma anche il diritto dei giovani a sentirsi vivi, il diritto di chi vuole stare in compagnia, bevendo qualcosa al bar, i diritti di chi tutto questo organizza. Ma il piatto inevitabilmente pende verso gli indignati, poiché, a quanto pare, i due bar non ne vogliono sapere di rispettare le regole e soprattutto gli orari, in barba a un regolamento che disciplina tutto questo.

A proposito di regolamento, l'assessore alla Cultura Marco Marino fa sapere che nessuno sta lavorando ad un nuovo regolamento in materia di allietamenti, non c'è quindi nessun iter che si sta avviando per una revisione ed una nuova stesura di nuove norme. "Ho solo detto, - spiega l'assessore, - che, a mio avviso, questo regolamento potrebbe essere rivisto in alcune sue parti, ma il regolamento è questo, è in vigore, e questo deve essere rispettato da tutti. Se e quando si vorrà metter mano ad una nuova stesura, - dice Marino, - sarà certamente messa in opera una azione di concertazione che dovrà tener conto di più fattori, di più realtà e, non da ultimo, del fatto che stiamo parlando di un centro storico". Insomma la faccenda è sempre più ingarbugliata, i due bar sono sempre più silenziosi e penalizzati e, come ha fatto notare qualcuno stamani, - non appena si è sparsa la voce del sequestro degli impianti, - se al bar si vorrà sentire la musica, non resta che mettersi a cantare.