cronaca

Cinque clandestini abbandonati e un romano con intenzioni suicide salvati dalla Polstrada sulla A1

mercoledì 20 luglio 2011
di M.R.
Cinque clandestini abbandonati e un romano con intenzioni suicide salvati dalla Polstrada sulla A1

Nella notte tra martedi 19 e mercoledi 20 luglio, alla centrale operativa della Polizia Stradale di Orvieto, è giunta una chiamata che segnalava, presso l'area di servizio Ritorto, la presenza di alcuni uomini, forse stranieri, a piedi.

Dopo un primo passaggio della pattuglia in servizio nel tratto che non aveva notato però nulla di strano sul posto segnalato, un secondo passaggio degli agenti ha permesso di rintracciare cinque uomini, tra cui un sessantenne sorretto dagli altri perché non in grado di camminare autonomamente, che si aggiravano nei presso dell'area segnalata.

I cinque, tre afghani, un palestinese e un tunisino, per nulla in grado di parlare né italiano né inglese, si sono fatti capire a stento dagli agenti lasciando intendere di essere stati scaricati lì. Portati in caserma e rifocillati, i cinque, grazie all'aiuto di un interprete, hanno spiegato di aver viaggiato su un mezzo forse diretto a Milano, guidato da persone che non hanno mai visto, che poi li hanno abbandonati in quell'area. Accompagnati, come di prassi, alla Questura di Terni, quattro di loro hanno dichiarato di essere in fuga dalla guerra e per loro si sono attivate quindi le procedure di protezione prevista. Il tunisino, invece, risultato già reimbarcato, è stato denunciato ai sensi della nuova normativa di accesso sul suolo italiano.

Nel pomeriggio di lunedi 18 luglio, gli agenti della Polstrada di Orvieto hanno tratto in salvo un 36enne romano, sposato, commerciante, trovato steso e sanguinante a bordo di una autovettura lungo un'area di sosta della A1. La vettura, a dire il vero, era stata notata parcheggiata già di mattina, ma senza nessuno a bordo. Verso le cinque del pomeriggio, durante un nuovo passaggio della pattuglia, gli agenti hanno invece scorto all'interno un uomo.

Sui sedili, steso, insanguinato gli agenti hanno trovato il 36enne in stato di semincoscienza. Immediatamente soccorso l'uomo ha dichiarato di essere stato aggredito da alcune persone con le quali aveva un appuntamento in quel luogo ma senza fornire agli agenti motivo dell'incontro. Così ha raccontato, non senza contraddizioni, di essere stato sedato e condotto nella boscaglia dove si sarebbe procurato i graffi e i tagli ai polsi e all'addome. Le troppe contraddizioni nel racconto dell'uomo hanno condotto il sostituto procuratore dott. Monteleone, titolare del caso, e il sostituto commissario Spagnoli, comandante della Stradale, ad approfondire l'interrogatorio in caserma, dopo che l'uomo aveva ripreso conoscenza.

Qui il romano è crollato e ha confessato di essersi inventato tutto. Il suo era stato un tentativo di suicidio dovuto al momento difficile che stava passando in famiglia, tentativo sventato dagli agenti che lo hanno trovato a bordo dell'auto.