"La nostra è una piazza di protesta, non di proposta". No dei pendolari alla sosta a pagamento alla Stazione
"La nostra è una piazza di protesta, non di proposta. Non spetta a noi proporre". E' racchiusa in questa frase tutta l'amarezza e la consapevolezza di essere al centro di un "affare economico", la protesta dei pendolari orvietani e non, che questa sera si sono dati appuntamento a Piazza della Repubblica per manifestare contro l'introduzione della sosta a pagamento al Piazzale della Pace.
Non ci stanno e non ne vogliono sapere di dover pagare per lasciare le proprie auto. Non ci stanno e lo hanno chiaramente affermato in una piazza attenta e partecipe.
In piazza c'è chi viene a prendere il treno a Orvieto da Porano, Castel Giorgio, Castel Viscardo, perfino da Acquapendente. C'è chi lascia Orvieto alle cinque della mattina per farvi ritorno, quando va bene, solo nel tardo pomeriggio. C'è un buon numero di cittadini che va a "produrre reddito altrove e torna a spendere a Orvieto", qualcuno ha detto in uno dei numerosi interventi. C'è qualche cittadino che passa e si ferma a vedere che succede, c'è il consigliere regionale Fausto Galanello, a dimostrare la propria vicinanza ai propri concittadini. Non c'è, o almeno non lo abbiamo visto, nessuno del Palazzo.
La protesta è contro la sosta a pagamento, ma anche contro il primo cittadino, accusato di aver sposato la causa dei propri concittadini pendolari in campagna elettorale per poi dimenticarsene in mandato. La protesta, perchè di protesta si è trattato, con cori e rumorose manifestazioni di dissenso, si è poi spostata sulle scale del portone principale del Comune, in Via Garibaldi. Ma dentro non c'è nessuno. Gli uffici sono chiusi e non c'è nessuno a rispondere al malcontento di questa fetta quasi invisibile di cittadini.
Il gruppo con i cartelli appesi al petto si schiera poi al completo bloccando il traffico su Via Garibaldi. E' una manifestazione pacifica, nonostante Commissariato e Vigili Urbani siano pronti ad intervenire. Poi il traffico riparte ma ogni auto che viene fatta passare riceve un volantino. I pendolari hanno bisogno di sostegno e non possono che chiederlo ai propri concittadini.
Poi il gruppo lentamente se ne torna a casa, con la speranza di aver trasmesso alla città la propria delusione per un governo cittadino che sembra non rispettare l'esigenza della categoria.
Domani è sabato, qualcuno parte lo stesso alle cinque, qualcuno farà la spesa a Orvieto. E lunedi altro giro altra corsa.