cronaca

Operazione "cutters". Duro colpo della Polstrada di Orvieto alla "banda dei tir". 26 in manette

lunedì 15 novembre 2010
di monica
Operazione "cutters". Duro colpo della Polstrada di Orvieto alla "banda dei tir". 26 in manette

La Polizia Stradale di Orvieto ha eseguito 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere, delle 31 emesse dalla Procura della Repubblica di Viterbo, nei confronti di altrettanti presunti appartenenti ad un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti pluri-aggravati ai danni di autotrasportatori.

Un blitz condotto alle cinque di mattina di domenica scorsa dal personale della Sottosezione della Polizia Stradale di Orvieto, diretta dal sostituto commissario Stefano Spagnoli, in collaborazione con la Squadra della Sezione di Terni, coordinata dal Vice Questore aggiunto Francesco Falciola, e con il supporto del Compartimento di Perugia, ha permesso gli arresti dei malviventi, tutti di nazionalità italiana ed estremamente pericolosi, nelle province di Napoli, Caserta e Arezzo. Le indagini, illustrate quest'oggi in una conferenza stampa dalla dott.ssa Paola Conti della Procura di Viterbo, titolare dell'indagine, hanno consentito di individuare quella che gli investigatori ritengono una organizzazione criminale di origine partenopea responsabile di numerosi furti di merce perpetrati con la tecnica del cosiddetto taglio del telone ai danni di veicoli commerciali in sosta di notte lungo l'Autosole.

La complessa attività investigativa, avviata nel giugno 2007 in seguito ad alcuni furti, ben 13, perpetrati nelle aree di servizio dislocate lungo l'Autostrada A1 tra le tratte Chiusi - Magliano Sabina, è stata condotta a "costo zero", senza l'ausilio di intercettazioni telefoniche o ambientali, lavorando sui tabulati telefonici dei cellulari, che la banda era in ogni caso solita scambiarsi di mano e ha tenuto impegnati numerosi agenti. Un primo "contatto" tra la Polstrada orvietana e alcuni membri della banda avvenne nel 2009 quando nell'area di servizio "Giove" quest'ultimi furono individuati da una pattuglia che però non riuscì a bloccarli. Sulla base delle immediate segnalazioni, i malviventi furono intercettati successivamente nel frusinate dove la polizia che ne seguiva le tracce ingaggiò con loro uno scontro a fuoco in cui perse la vita forse il numero uno della banda di quel tempo, Marco De Prisco.


Il modus operandi della banda era ormai chiaro agli inquirenti da tempo. Attraverso un lavoro capillare di osservazione e pedinamento, (ma non si esclude il supporto di "talpe" nei punti di origine dei carichi) un primo gruppo di malviventi individuava i potenziali automezzi da colpire. Durante le soste notturne in autogrill, con un taglio, - da qui la denominazione dell'operazione "cutters", - recidevano i teloni dei tir e con una torcia sbirciavano dentro per valutare la commerciabilità del carico. Una volta individuato il carico da colpire, altri complici verificavano la possibilità di affiancarsi al tir prescelto con un autocarro, - solitamente guidato da autisti "puliti", incensurati, - poi, il trasbordo del materiale. Il tutto senza far alcun rumore e senza soprattutto svegliare l'ignaro autista di solito addormentato in motrice.

Lavatrici, televisori, tessuti, materiali elettronici, computer, schede telefoniche, seggiolini auto per bambini, la merce sottratta era di ogni tipo per un valore stimato di circa due milioni di euro, - solo il furto delle schede telefoniche ammontava circa a 600 mila euro, - per poi essere portata nel napoletano e venire immessa nel mercato. L'attività malavitosa messa in piedi dalla banda, - attività ritenuta di stampo camorristico data la territorialità che ogni banda usava stabilire, - aveva, negli anni, prodotto un vero e proprio allarme sociale tra gli operatori del settore consapevoli di essere sotto osservazione della banda attraverso un vero e proprio monitoraggio delle merci in transito. Di qui una sollecita risposta a questo tipo di crimini era stata più volta richiesta anche dalla Associazione Industriali. "Con gli arresti che sono stati posti in atto in questa operazione, - afferma il comandante Spagnoli, - riteniamo di aver restituito, almeno per ora, la serenità nel nostro tratto di competenza".

26 quindi i provvedimenti portati a compimento, oltre cento gli uomini che hanno preso parte al blitz congiunto che ha, di fatto scardinato la banda sospettata dei furti nel tratto della A1 in questione. Dei cinque mancanti all'appello, e attivamente ricercati, uno sarebbe già stato localizzato in Australia e uno in Germania, mentre sette erano già detenuti per reati simili effettuati in Versilia.