cronaca

La centrale di Montegabbione non si farà. Nessun impianto a biomasse senza studi preventivi

mercoledì 26 novembre 2008
Si chiude la questione della centrale a biomasse che, secondo le notizie degli ultimi giorni, avrebbe dovuto essere costruita nel comune di Montegabbione. Nella mattinata di oggi, infatti, dopo la riunione svoltasi tra vari enti, l'Assessore all'Ambiente della Porvincia di Terni, Fabio Paparelli, i Sindaci dei Comuni di Montegabbione, Monteleone, Parrano, Fabro e la Comunità Montana hanno ribadito la loro contrarietà alla costruzione di centrali per la produzione di energia da biomasse, "smentendo - secondo un comunicato della Provincia - le notizie apparse in questi giorni sugli organi di stampa". Il Sindaco Spallaccini e l'Assessore Paparelli hanno fatto presente che non vi è alcun procedimento né urbanistico né ambientale avviato o in itinere. Allo stato delle cose esiste solo un interesse informale di un gruppo a cui, sia la Provincia che il Comune, hanno fatto presente che obiettivo del territorio non è la produzione di energia da biomasse ma la valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Dalla riunione svoltasi nella sala consiliare del Comune di Montegabbione tra i sindaci dell'Alto orvietano, la Provincia di Terni, la Comunità Montana e le associazioni degli agricoltori è uscita la decisione unanime della costituzione di un gruppo di analisi di esperti della Provincia, dei Comuni, della Comunità Montana, del Cnr, dell'Arpa e dei rappresentanti del mondo agricolo per verificare le possibilità, le potenzialità e le capacità del territorio di ospitare impianti che valorizzino la risorsa dell'acqua, o capaci di utilizzare biomasse vegetali esclusivamente provenienti dall'agricoltura locale. Viene portata avanti l'idea della cosiddetta “filiera corta sostenibile”, tenendo conto delle infrastrutture viarie, del paesaggio, delle caratteristiche dello sviluppo e della necessità di un maggiore riciclo di materiali che oggi vengono conferiti in discarica come rifiuti. “Solo dopo questa analisi- è stato detto dai presenti - saranno valutati, con le priorità dovute, le eventuali istanze di soggetti imprenditoriali e definiti siti idonei che al momento non risultano individuati”. “Considerato -ha chiarito Paparelli - che in letteratura ambientale queste centraline sulla filiera corta hanno dimensioni minime tra 1 e 5 mw, che il raggio d'azione è 10 Km e che l'energia prodotta viene utilizzata per la cogenerazione, va detto che è del tutto evidente l'inopportunità e l'inconsistenza delle polemiche di questi giorni”. Nel corso della riunione lo stesso Paparelli ha poi illustrato il lavoro svolto dall'Amministrazione provinciale in materia di pianificazione dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, nell'aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, riscontrando un'unanime convergenza di tutti i soggetti sull'opportunità di una messa a sistema e di una verifica delle potenzialità dell'Alto orvietano in materia di fonti di energia rinnovabile, in particolare nel settore idroelettrico, il cui piano provinciale sarà approvato nel prossimo Consiglio.