cronaca

'Moderati per Orvieto': dal ceppo Popolari-Udeur nasce un nuovo raggruppamento civico

sabato 22 settembre 2007
di laura
Giovani, documentati, rampanti, eloquenti. Nell'Orvieto “fluida”, in un clima sempre più sgretolato e da basso Impero, subito dopo l'avvio della Costituente Socialista, mentre la destra ripete i suoi attacchi gridati e la sinistra insegue la “cosa rossa” e, all'ombra di Veltroni, DS e Margherita consumano gli ultimi riti di un auto da fé interno su nomine/candidatura per una “cosa” di centro sinistra che di fatto ancora non esiste – il Partito Democratico – nasce, dal centro puro - quello dei Popolari/Udeur - un nuovo raggruppamento: un Comitato civico che, senza mezzi termini, dichiara che sfocerà, alle prossime Amministrative, in una lista di programma. A guidarlo l'On. Gino Capotosti, uno dei parlamentari eletti in Umbria come espressione del territorio di Narni, che ne sarà a capo con la qualifica di Commissario regionale; con lui Marco Guerriero e Luigi Manieri, che ne saranno rispettivamente il Segretario e il Portavoce. 33 anni Capotosti, 28 Manieri, 36 Guerriero e, ad assicurare il traghetto tra l'esperienza del passato e la nuova complessità del presente, la figura a molti nota di Franco Ercini, il fratello non meno politico del compianto Sergio. Così, mentre nel grande e nel piccolo (nazionale e locale) si parla di “semplificazione”, ecco spuntare, nel grande e nel piccolo di fronte all'indubbia crisi della politica, anche il “rischio”, peraltro legittimo, di una proliferazione di raggruppamenti e movimenti più o meno civici, che si richiamano alla politica o all'antipolitica. “Moderati per Orvieto”, Comitato civico presentato questa mattina al Caffè Montanucci, è politico ma va subito al sodo, non si sofferma troppo sulle definizioni ideologiche o teoriche. Giusto un accenno alla solida radice della Dottrina Sociale della Chiesa, fatto da Luigi Manieri, e poi, snocciolati anche con qualche possibile ricetta, i temi e i problemi di sempre: gestione del patrimonio - ex Piave ed ex Ospedale in testa - turismo, economia industriale e agricola, comunicazioni, dal ruolo dell'autostrada, al porto di Civitavecchia, all'aeroporto di Perugia a quello, ancora ipotetico, di Viterbo; Orvieto non solo nell'Umbria ma anche e soprattutto nella Tuscia. Idee non ancora bene definite sul possibile ruolo dell'ex Ospedale, ma molto più chiare sulla ex Piave che, secondo le stime condotte dall'On. Capotosti costituisce, dopo la dismissione dei militari, un mancato introito di 130 miliardi di vecchie lire per l'economia generale della città. Una buona idea, secondo "Moderati per Orvieto", potrebbe essere quella di trasformarla in un College internazionale: “In ogni caso – afferma Capotosti – siamo all'ultimo termine; con la Caserma nelle condizioni in cui è, o la trasformiamo in fretta in un volano di sviluppo o la decadenza sarà difficilmente arrestabile”. Proprio sulle ex caserme, comunque, sarà organizzata una delle prime iniziative con le quali il neo Comitato intende misurarsi pubblicamente con la città: forse un Convegno con urbanisti di spicco. Quanto al turismo, secondo "Moderati per Orvieto" va affrontato il vecchio e annoso problema del “mordi e fuggi”. Orvieto è una città in cui – si lamentano gli operatori della ricettività – i turisti passano, e ne passano molti, ma non si fermano. Grandi potenzialità non sfruttate dunque, come anche accade in agricoltura e, ha sottolineato Manieri, soprattutto nel mondo del vino, che dotato di ottimi impianti infrastrutturali denuncia notevoli sofferenze quanto alla commercializzazione. E da incentivare, anche, una maggiore presenza di industrie, anche se sulla loro natura i “Moderati per Orvieto” non sono ancora in grado di pronunciarsi precisamente. “Questa è una presentazione estemporanea – ha precisato Luigi Manieri – ma a seguire saremo premiati dai risultati della nostra attività”. Parlando del suo mettersi in gioco, il giovane Manieri ha messo in evidenza come, la sua decisione, sia improntata al voler reagire a una situazione politicamente problematica con il coraggio di voler “mettere la faccia” accanto a un giovane deputato, umbro e coetaneo, piuttosto che lasciarsi andare a una generica e diffusa lamentazione. Rilanciata anche, da Franco Ercini, l'idea di Orvieto patrimonio dell'UNESCO, ancora non arrivata a compimento nonostante anni di proclami. E da tutti confermato il netto radicamento al centro, questa singolarità tutta italiana che trova spiegazione anche nella forte tradizione cattolica del nostro Paese, “che scarta a priori - come ha risposto a un'espressa domanda l'On. Capotosti – alleanze con la sinistra radicale”. Non escluse invece, a seconda degli scenari, possibili alleanze con il centro sinistra. Insomma, a seconda di come andranno le cose, “Moderati per Orvieto” potrebbe diventare, dal centro, anche una sponda per il PD: un elemento di riflessione prezioso, questo, per chi andrà a votare per le Assemblee costituenti, nazionale e regionale, del partito nuovo. Quanto a Marco Guerriero, noto e competente sportivo, Orvieto potrebbe dare il meglio di sé anche come Città dello Sport. E' vero; ma quello che mi viene in mente, in questo inizio di autunno tra nuovi e vecchi problemi e polemiche più o meno serie che incalzano, tra partiti che vengono e altri che vanno, è che Orvieto, con le sue tante sigle, forse ambisce ad essere troppe città – narrante, solidale, slow, eco, dello sport per tutti e dell'Unesco – e non riesce ancora ad incarnarne, invece, nemmeno una completamente e coerentemente. Ma, al di là delle perenni pietre, Orvieto la fanno gli Orvietani: amministratori e non. Al nuovo Comitato civico, in ogni caso, auguri: la sfida, anche dal centro, non è davvero facile. Con una bella espressione francese: Bon courage!