cronaca

Tutte le cifre sulla TeMa. Obiettivo il pareggio di gestione, mentre un mutuo risanerà parte del pregresso

domenica 23 luglio 2006
Confermato con 986.000 euro di perdita di esercizio il bilancio del 2004, con circa 666.000 euro di debiti derivanti da precedenti esercizi e circa 320.000 euro di debiti dalla gestione annuale. Considerando che la quota relativa al costo di gestione è ridotta di circa 72.000 euro dalle quote sociali, arrivando dunque a 248.000 euro, la perdita dell’esercizio 2004 è di circa 914.000 euro (sul bilancio è riportata la cifra di € 986.000, giacché sono compresi circa € 80.000 che appartengono all’iniziativa Umbria Jazz Winter 2003/2004 e dovrebbero essere spostati correttamente sul bilancio 2003). Il lavoro di risanamento iniziato dal Consiglio di amministrazione (revisione e razionalizzazione dei costi della stagione e del personale) nel corso del 2005, si può apprezzare solo parzialmente nel corso del bilancio di quell’anno, dato che il contratto non più rinnovato dell’ufficio stampa ha visto la sua naturale risoluzione all’inizio del 2006, e altri costi sono ancora in fase di contrattazione. I maggiori benefici si avranno dunque, secondo quanto relazionato dal sindaco, tra il 2006 e il 2007. Anche la nuova impostazione della stagione teatrale si apprezzerà per intero nell’anno 2006, in quanto il primo semestre 2005 ha ancora risentito della programmazione del 2004. L’esercizio del 2005 è così terminato con un deficit di 263.000 euro (costo di gestione) di cui circa 72.000 euro sempre sostenuti dalle quote sociali. Il reale deficit di gestione ammonta dunque a circa 191.000 euro. Rispetto al 2004, la riduzione del costo di gestione - che passa da 248.000 a 191.000 euro - è dunque di 57.000 euro. E’ ovvio che oltre al deficit di gestione resta il deficit di 666.000 euro degli esercizi precedenti. Per quanto riguarda le previsioni di bilancio 2006, il costo di gestione dovrebbe ulteriormente scendere, per effetto delle azioni intraprese, intorno a 172.000 euro, a cui devono essere come sempre sottratti i 72.000 euro derivanti dalle quote dei Soci. Dovrebbe così restare un deficit strutturale di circa 100.000 euro, con un risparmio di 148.000 euro rispetto l’anno 2004. Quindi 248.000 - 100.000, a cui vanno sommati i soliti 666.000 euro del deficit degli esercizi precedenti. Il deficit complessivo è dunque di circa 1.105.000 euro (914.000 euro anno 2004 + 191.000 euro anno 2005) e si traduce nel debito complessivo verso fornitori, banche ed enti previdenziali fino all’esercizio 2005. Come è noto il debito pregresso sarà in parte risolto tramite un mutuo, con il quale sarà possibile dare una risposta ai numerosi creditori. Restano però da attuare, secondo quanto il sindaco ha sottolineato, indispensabili azioni future. Il deficit di fine anno di 100.000 euro dovrà infatti essere immediatamente ripianato o dalle quote sociali, o tramite maggiori entrate derivanti delle attività di servizio della TeMa per conto terzi, altrimenti si andrà ad accumulare un nuovo debito verso i fornitori e un aumento del deficit patrimoniale. L’obiettivo è arrivare a un pareggio e garantire la sostenibilità economico-finanziaria delle rate del mutuo. “Questi dati - ha affermato il sindaco – denotano che sugli esercizi 2005-2006 c’è stato un lavoro importante che ha ridotto i costi di gestione facendo delle scelte estremamente coraggiose e frutto di un lavoro corale che va dall’ufficio stampa alla ricontrattazione dei contratti del personale, delle figure apicali, del costo della stagione teatrale. Si è messo mano al bilancio e c’è stato un lavoro di razionalizzare di tutte le spese, tant’è che nel 2006 avremo un deficit di struttura di circa 100.000 euro, estremamente più basso di quello degli anni precedenti. Credo che sia un risultato importante, anche perché è difficile pensare a un teatro comunale come a una impresa che può stare in pareggio. La cultura e il sociale, del resto, sono materie su cui si deve intervenire per la politica della distribuzione del reddito. Cultura e sociale devono essere aiutate, per poter esistere, da altri settori che sono più produttivi e che devono essere non solo in pareggio, ma in attivo”.