cronaca

Se non era una conferenza stampa, scusate

domenica 20 novembre 2005
di Laura Ricci

Brevemente…
Ho letto questa mattina la presa di posizione dei miei colleghi giornalisti orvietani, con alcuni dei quali ho avuto anche, successivamente, uno scambio telefonico, credo civile, di opinioni.
Queste due righe giusto perché la loro presa di distanza da www.orvietonews.it è sui giornali. E quindi, visto che è pubblica, da due parole pubbliche non possiamo esimerci.

Credo che nella lettera che hanno indirizzato al procuratore dottor Calogero Ferrotti e al capitano dei carabinieri dottor Andrea Lachi, ci abbiano fatto dire qualcosa di più e di altro di quello che, tramite il mio editoriale, abbiamo voluto dire, interpretando a livello personale parole che non mettevano certo in discussione la correttezza personale, né tantomeno professionale, del Procuratore o del Capitano dei Carabinieri, ma semmai l’opportunità e la correttezza del metodo di convocazione della stampa.

Non crediamo infatti di aver parlato di “faziosità”, e neanche di “comportamento discriminatorio” o di “rapporti privilegiati” con i giornalisti a livello di routine informativa ma, semmai, di discriminazione verso le testate al momento di atti ed eventi più ufficiali . Mi sembra anzi di aver fatto proprio un ragionamento sulla differenza tra i singoli giornalisti e le testate o le agenzie e, addirittura, sull’informazione cartacea e quella on line.

Comunque, tutto il nostro discorso - che, ribadisco, non mi sembra un’ “accusa” verso le persone ma semmai una critica, peraltro confutabile, di metodo – vale se quella convocazione di mercoledì, come ho letto su alcuni quotidiani e come ho scritto, era una conferenza stampa.
Se invece era il solito giro di cronaca, una chiacchierata informale, allora chiediamo scusa.

Fermo restando che noi pensiamo – opinione peraltro confutabile e da porre semmai a confronto, “opinione”, non “verità” – che non è detto che il mondo debba continuare ad andare sempre allo stesso modo; e che, sui fatti di cronaca davvero importanti, forse nei momenti chiave, nell’era della cosiddetta comunicazione, potrebbe non essere sbagliato fare qualche conferenza stampa.