cronaca

Brillante indagine di telefonia del Commissariato: rintracciato un abile "topo" di appartamenti

giovedì 29 settembre 2005
Una brillante e paziente operazione è stata portata a termine dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto, da tempo sulle tracce di un ladro in appartamenti che usava, ovunque, la stessa strana, quasi inspiegabile tecnica: un buco di circa un centimetro e mezzo di diametro sull’infisso in legno della finestra, proprio accanto alla maniglia, che gli permetteva di entrare silenzioso e indisturbato, di notte, nelle case in cui i proprietari continuavano tranquillamente a dormire per poi ritrovarsi, alle prime luci del mattino, con la finestra aperta e derubati del portafogli e di piccoli oggetti: un cellulare, una video camera, insomma denaro e piccole, poco ingombranti cose, magari asportate dal comodino, a pochi centimetri dagli ignari dormienti. Mai troppo grave il danno, ma grande lo choc nel registrare che il ladro era arrivato, indisturbato, così vicino. Una paura tale da rendere inquieti e far perdere il sonno per le notti successive.

I furti di cui, per vari mesi, il Commissariato ha cercato di rintracciare il colpevole e di ricostruire la dinamica si erano svolti nel mese di aprile, due nel giro di pochi giorni, in due villette nei pressi del Ponte del Sole in località Gabelletta.
Il ladro, un trentenne albanese arrestato in flagranza ad Avezzano, per un furto con tecnica identica ad almeno altri 14 compiuti, oltre che ad Orvieto, sul territorio nazionale, ha commesso, in aprile nei furti di Orvieto, qualche errore, che ha permesso agli agenti del Commissariato di seguirne le tracce e di identificarlo.
Ha iniziato infatti ad usare il cellulare delle ultime vittime, mentre si allontanava verso Roma, chiamando in Albania e, tramite il codice imei, la polizia di Orvieto è riuscita a mettersi sulle sue prime tracce; ha poi compiuto un secondo errore usando una sua scheda, cosa che dai controlli di telefonia ha permesso di risalire alla sua identità; altro dato sfavorevole, una cella del gestore vicino alla sua abitazione, che ha permesso di circoscrivere la casa dove alloggiava.
Dal terminale è risultato che il giovane albanese aveva molti alias (14) e che, sotto ogni alias, aveva reati vari contro il patrimonio, con questo filo conduttore del furto in appartamento tramite un misterioso buco accanto alla maniglia. Denunciato per 14 furti compiuti con questa tecnica ripetitiva e quasi maniacale, il giovane albanese, proprio grazie ai controlli di telefonia che hanno registrato anche i suoi movimenti, è stato finalmente arrestato in flagrante ad Avezzano, dove si trova attualmente in carcere per provvedimento del Gip del luogo.
L’arresto in flagrante del pluripregiudicato e dei suoi strumenti, ha finalmente permesso di capire la dinamica dei furti. Per compiere le sue malefatte il ladro usava solo due trapani a mano da legno, il rigido manico metallico di un secchio e una piccola pila con luce diretta e non a fascio. Con il trapano forava silenziosamente gli infissi in legno, quindi, inserendo in due riprese il manico metallico appena piegato per agganciare la maniglia, la faceva ruotare di 180 gradi per aprire la finestra.
Verso il silenzioso ladro di appartamenti ha emesso un provvedimento lo scorso 26 settembre, per i furti di aprile, anche il gip di Orvieto dottor Forlani.

Nella foto, gli strumenti usati dal pluripregiudicato.