cronaca

Decisa e propositiva anche la Cia dice no alla Cava di Benano

giovedì 4 agosto 2005
di Laura Ricci

Anche la Confederazione italiana agricoltori dell’Umbria ha consegnato questa mattina le sue osservazioni alla delibera di Consiglio Comunale del maggio 2005 che, con una variante al PRG del Comune di Orvieto, individua, tra altre misure di carattere urbanistico, la vasta area per attività estrattive nelle vicinanze di Benano su cui, in questi giorni, si sta monopolizzando l’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e della stampa anche a livello nazionale.
La posizione della CIA è stata illustrata questa mattina nel corso di un incontro nella Sala del Governatore a Palazzo dei Sette da Walter Trivellizzi, presidente regionale Cia, e da Giampiero Rosati, presidente Cia Orvieto. All’incontro hanno partecipato il sindaco di Orvieto, Stefano Mocio, e il consigliere comunale Giancarlo Imbastoni, capogruppo di Rifondazione Comunista.
Le osservazioni della Cia sottolineano il ruolo multifunzionale dell’agricoltura, che non si esaurisce certo nella produzione di derrate alimentari, ma contribuisce in modo determinante alla salvaguardia dell’ambiente, alla formazione e al mantenimento del paesaggio, alla fornitura di servizi di ospitalità come l’agriturismo: la realizzazione di un sito estrattivo nel bellissimo e produttivo altopiano dell’Alfina cancellerebbe per moltissimo tempo la possibilità, per gli agricoltori della zona, di proseguire nelle loro attività, compromettendo pesantemente funzioni di vitale importanza per la salvaguardia dell’ambiente e per la valorizzazione delle risorse naturali locali. A questo proposito, Walter Trivellizzi ha messo in evidenza come questa scelta del PRG di Orvieto contraddica la legge regionale e le linee portanti e prioritarie di sviluppo che la stessa Giunta regionale ha tracciato per l’Umbria. Trivellizzi ha ricordato un recente incontro tra la Confederazione Italiana Agricoltori e la Presidente della Giunta regionale Lorenzetti in cui si è addirittura parlato di collaborazione interregionale con le vicine regioni Toscana e Lazio, specie ora che esistono le condizioni politiche, per collaborare alla valorizzazione e alla messa in rete di quel territorio di bellezze e di eccellenze ancora poco conosciute che, passando proprio per l’Alfina, si estende dalla zona del Cetona a quella di Bolsena.
Queste considerazioni e il fatto che i 60 ettari destinati alla cava siano situati in una zona a forte antropizzazione, a pochi metri dall’abitato di Benano e in prossimità dei paesi di Castelgiorgio e Castelviscardo, spingono dunque la Cia dell’Umbria a chiedere formalmente di sospendere le procedure volte alla destinazione ad attività estrattive dell’area di Benano, giacché è evidente, secondo la confederazione, la necessità che l’area in questione continui ad essere destinata a uso agricolo e non venga danneggiata da interventi che stravolgano in maniera irreparabile l’ambiente, il territorio e la sua economia.
La Cia si dice molto cosciente e convinta di questa scelta di procedere alle osservazioni contrarie, fatta in uno spirito non di opposizione, ma di proposta e di collaborazione per costruire quello sviluppo alternativo alla cava che questo territorio ancora intatto ha già e che merita venga potenziato. “C’è una profonda rivisitazione del concetto di territorio – ha affermato Trivellizi – a livello sia europeo che nazionale, come habitat non da occupare e sfruttare, ma da valorizzare; competere, nella globalizzazione, è proprio valorizzare tutte le risorse del territorio, storiche, ambientali, artistiche, agricole, artigianali, per metterle a regime in una rete che potrebbe fornire decine di posti di lavoro nel pieno rispetto delle potenzialità ambientali.”
Bella e reale l’immagine utilizzata dal presidente regionale della Cia per tratteggiare l’essenza del coltivatore diretto e il suo disagio di fronte alla minaccia di una cava: non un imprenditore asettico, ma egli stesso parte integrante del paesaggio, di cui contribuisce a disegnare le caratteristiche e in cui è integrato con tradizioni personali e familiari profonde e radicate da più generazioni.
“Mi auguro – ha concluso Trivellizzi – che da questa esperienza di Benano possa sorgere una progettazione per offrire prospettive occupazionali ai giovani; tutto potrebbe avere, alla fine, un risvolto positivo.

Molto apprezzata la presenza all’incontro del sindaco Stefano Mocio che, con un pacato ed equilibrato intervento, ha tenuto a tranquillizzare l’uditorio sulla trasparenza e la ponderatezza di quelle che saranno le scelte comunali. “Proprio per questo – ha affermato il sindaco – di fronte alle prime inquietudini e rimostranze rispetto alla zona estrattiva, ho consigliato io stesso di procedere a norma di legge con le osservazioni”.
Trascorsi, a partire dal 6 agosto, i dieci giorni assegnati dall’iter burocratico alle eventuali controdeduzioni e ultimata, da parte dei tecnici, la fase istruttoria, gli amministratori valuteranno con serenità e grande attenzione, secondo quanto affermato dal sindaco, questo tema estremamente importante e, prima di andare alle scelte di competenza del Consiglio, renderanno pubblica, con un’assemblea partecipata, la valutazione degli uffici, sulla quale sarà aperto un confronto.
Il sindaco Mocio si è detto soddisfatto di come sta andando il dibattito sulla questione e del vasto intervento su questo tema, “che è un segno – ha affermato – di democrazia”.

Nelle foto che seguono l'intatta area di Benano.