cronaca

Il caso Benano sempre più a rilevanza nazionale. Ormai 2000 le firme contro la cava

venerdì 29 luglio 2005
Sono arrivate a quota 2000 le firme raccolte per dire no alla possibile cava di Benano, raccolte dal Comitato per la Difesa dell’Alfina che è riuscito a mobilitare in modo vasto l’opinione pubblica contro lo stravolgimento economico e ambientale di quest’area di pregio: “una vera rivoluzione territoriale – affermano gli aderenti - che non crea nuova occupazione, ma che minaccia le attività degli agricoltori che vivono e lavorano nella zona”.
Oltre 500 firme sono state raccolte a Orvieto nella giornata di giovedì, all’uscita dalla Coop e alla Torre del Moro, aggiungendosi alle già massicce adesioni dei giorni scorsi. “Si è sentito forte – sostengono i rappresentati del Comitato – l’appoggio degli orvietani, che prima di esprimere il proprio dissenso alla creazione della nuova cava hanno chiesto informazioni e dettagli sul progetto”.
Del resto già nei giorni scorsi i cittadini dei comuni dell’orvietano avevano mostrato la loro partecipazione alla mobilitazione contro la cava: a Castelgiorgio in particolare c’è stato un vasto consenso alle attività del Comitato e i Ds locali, con un documento, hanno espresso la loro contrarietà ad ogni forma di attività estrattiva. Decisivo anche l’appoggio della Cia, la Confederazione degli Agricoltori, che si è schierata a fianco dei numerosi coltivatori diretti e che la settimana prossima consegnerà in comune le proprie richieste di modifica al Piano Regolatore.
Intanto l’assemblaggio di firme andrà avanti a Orvieto e nei centri limitrofi, per essere poi consegnato al sindaco di Orvieto, Stefano Mocio, e ai presidenti della Provincia e della Regione.
Vasto e significativo anche il raccordo con il mondo dell’informazione: al Comitato è arrivata la solidarietà di tutta la redazione di Liberazione, il quotidiano di Rifondazione Comunista, e del Salvagente, settimanale dei consumatori, a cui si aggiungerà l’appoggio di altre testate nazionali che hanno accolto l’appello contro la cava. E la Nazione e il Corriere dell’Umbria pubblicano, oggi, la presa di posizione contraria alla cava del segretario regionale Ds Fabrizio Bracco

Il caso di Benano, che ha ormai rilevanza nazionale, è servito anche a mettere in evidenza l’enorme peso dell’attività estrattiva in Umbria: 153 cave nella regione, 20 nell’Orvietano, con una produzione in rapporto agli abitanti che supera di gran lunga la media nazionale, ponendo l’Umbria al secondo posto in Italia dopo la Sardegna. La nostra regione produce 14,37 tonnellate l’anno di minerali per abitante, contro una media nazionale di 6,85. Il materiale estratto nel comune di Orvieto raggiunge le 37,7 tonnellate per abitante ed è quasi tutto utilizzato fuori regione. I dati contenuti nel Piano Regionale delle Attività estrattive indicano Orvieto come uno dei comuni più sfruttati da questo punto di vista, con un decimo della produzione regionale; il documento, messo a punto e approvato con il consenso dei rappresentati dei cavatori, evidenzia tra l’altro la necessità di “una riduzione del prelievo di materiali di cava pari a 360 mila metri cubi all’anno nei primi cinque anni per effetto dell’aumento di materiali assimilabili e alternativi”. In sostanza entro, il 2007 bisognerà passare da 2.300.000 metri cubi estratti da cave a 1.935.000 metri cubi. “Si evince quindi – affermano dal Comitato dell’Alfina - che l’apertura di nuove cave è assolutamente inutile”.