cronaca
Aumento dei servizi. Non piace ai genitori quella che definiscono la tassa mensa
martedì 21 giugno 2005
Ha continuato a suscitare prese di posizione e lamentele, anche con segnalazioni al nostro giornale e con esternazioni sulla finestra di dialogo con il sindaco di orvietonews, la decisione dell'amministrazione comunale di aumentare le quote di alcuni servizi scolastici a domanda individuale, nello specifico lo scuolabus e la mensa. Passa infatti da 2,50 a 3,50 euro il buono pasto e da 25 a 30 euro mensili il servizio di trasporto. Ma la protesta più sentita riguarda la novità della tassa di iscrizione, che l'amministrazione afferma di avere introdotto per spingere a un uso effettivo e responsabile del servizio e che molti utenti percepiscono, invece, come un'ingiustificata gabella: 20 euro per la mensa, 30 per lo scuolabus.
Un'ulteriore lamentela riguarda il fatto che la lettera alle famiglie con le nuove tariffe, i moduli e le modalità di iscrizione sia stata recapitata solo a scuola conclusa - "quasi a voler evitare ogni discussione eventualmente organizzata" ci ha dichiarato un genitore - e che ci sia poco tempo (il termine per le domande scade il 30 giugno) per decidere se rinnovare la richiesta di accesso a questi servizi o se organizzarsi altrimenti.
Quella che può anche sembrare una cifra non troppo consistente si rivela, a conti fatti, un aumento annuale di almeno 250 euro per un bambino o una bambina che usufruiscano, per una media di sette mesi, sia della mensa che del trasporto; e se chi ha un solo figlio non è contento, chi ne ha due o tre è molto più preoccupato e in fermento. "E poi dicono che dobbiamo fare più figli - ha dichiarato una giovane mamma che ha preso il consiglio sul serio e ne ha messi in cantiere tre - ecco qui i problemi... la detrazione non dovevano prevederla con l'ISEE, che bisogna essere poveri tanto per usufruirne, ma con il numero dei figli!".
Quella che proprio non piace, comunque, è la novità della tassa di iscrizione, perché se si è relativamente disposti ad accettare l'effettivo aumento dei costi per la diminuzione dei contributi centrali ai Comuni, il versamento iniziale una tantum non va giù proprio: e non solo per la cifra, che pesa soprattutto a chi ha più di un figlio, ma per il metodo, che in tanti non ritengono giustificato. "Non credo che sia per un problema organizzativo - ci ha voluto comunicare al telefono un genitore particolarmente critico - mi sembra un modo per racimolare qualche soldino".
Forse le famiglie la fanno troppo semplice, forse le cose possono essere spiegate o migliorate e siamo in attesa di qualche chiarimento da parte dell'amministrazione; fatto sta che il primo approccio con il nuovo anno scolastico, quello degli espletamenti preparativi, non si presenta né tranquillo, né indolore.
Un'ulteriore lamentela riguarda il fatto che la lettera alle famiglie con le nuove tariffe, i moduli e le modalità di iscrizione sia stata recapitata solo a scuola conclusa - "quasi a voler evitare ogni discussione eventualmente organizzata" ci ha dichiarato un genitore - e che ci sia poco tempo (il termine per le domande scade il 30 giugno) per decidere se rinnovare la richiesta di accesso a questi servizi o se organizzarsi altrimenti.
Quella che può anche sembrare una cifra non troppo consistente si rivela, a conti fatti, un aumento annuale di almeno 250 euro per un bambino o una bambina che usufruiscano, per una media di sette mesi, sia della mensa che del trasporto; e se chi ha un solo figlio non è contento, chi ne ha due o tre è molto più preoccupato e in fermento. "E poi dicono che dobbiamo fare più figli - ha dichiarato una giovane mamma che ha preso il consiglio sul serio e ne ha messi in cantiere tre - ecco qui i problemi... la detrazione non dovevano prevederla con l'ISEE, che bisogna essere poveri tanto per usufruirne, ma con il numero dei figli!".
Quella che proprio non piace, comunque, è la novità della tassa di iscrizione, perché se si è relativamente disposti ad accettare l'effettivo aumento dei costi per la diminuzione dei contributi centrali ai Comuni, il versamento iniziale una tantum non va giù proprio: e non solo per la cifra, che pesa soprattutto a chi ha più di un figlio, ma per il metodo, che in tanti non ritengono giustificato. "Non credo che sia per un problema organizzativo - ci ha voluto comunicare al telefono un genitore particolarmente critico - mi sembra un modo per racimolare qualche soldino".
Forse le famiglie la fanno troppo semplice, forse le cose possono essere spiegate o migliorate e siamo in attesa di qualche chiarimento da parte dell'amministrazione; fatto sta che il primo approccio con il nuovo anno scolastico, quello degli espletamenti preparativi, non si presenta né tranquillo, né indolore.
orvietonews.it by http://www.orvietonews.it is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.