cronaca

Dopo la tempesta la quiete. Enrico Paolini dovrebbe restare al Mancinelli

martedì 24 maggio 2005
di Laura Ricci
Si era preso una giornata di tempo per riflettere Enrico Paolini, dopo la riunione del Consiglio di amministrazione della Te.Ma. di lunedì sera, dalla quale era emersa la proposta che il consolidato e apprezzato primo e finora unico direttore del Teatro Mancinelli restasse a sovraintendere alla gestione artistica delle attività teatrali, ma con una diversa formula: un contratto di consulenza e collaborazione, come direttore artistico, per l'annualità della prossima stagione teatrale, successivamente rinnovabile di anno in anno. Un tipo di contratto che, come abbiamo affermato nel precedente articolo, nel confermare a Paolini piena fiducia da parte dei componenti del Consiglio, senza andare a ritoccare in modo troppo consistente la retribuzione del consulente, ma andando invece a incidere in modo rilevante sulla contribuzione, permette alla Te.Ma. un notevole risparmio. Necessario e irrinunciabile - aveva affermato la presidente Teresa Manuela Urbani - dato il drastico piano di rientro che, a causa del noto e consistente disavanzo, l'associazione deve attuare.
E questa sera, in un atteso colloquio con la Presidente Urbani, Enrico Paolini avrebbe dichiarato di accettare la proposta. O meglio, di accettare perché, nella reciproca contrattazione, si sarebbe arrivati a un punto di accordo reciproco.

Tutto è bene quel che finisce bene... verrebbe da recitare, dato che stiamo parlando di teatro, parafrasando la sempre consolidata saggezza del sempre attuale William Shakespeare... O Tanto rumore per nulla... se guardiamo alla persona, ma no di certo se guardiamo al risultato. Perché molto, in quello che la presidente Urbani ha definito un sistema e un regime che deve cambiare, in effetti cambia: nella forma e, secondo i migliori auspici, in un rinnovato clima collaborativo, in cui direzione artistica e Consiglio di amministrazione procederanno di pari passo, sia nella programmazione delle attività che nell'inevitabile controllo delle spese di gestione.
E se una "Tempesta" viene in mente, alla fine di tutta questa intricata vicenda che tanto ha fatto discutere e che si presenta ancora con qualche nodo da districare, non è tanto quella leopardiana, quanto proprio quella del buon William, con la presidente Urbani a tentare - possiamo dire con successo - il pacato, equilibrato ruolo di pacificazione e mediazione (nel senso positivo del termine) di Prospero.
Operazione ben riuscita, possiamo affermare, della quale la presidente dell'associazione Te.Ma. si dichiara, anche se non è stata facile, a ragione soddisfatta.