cronaca

Il giorno del ricordo

giovedì 10 febbraio 2005

In tutta italia un giorno per ricordare memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale con un messaggio di riflessione su quella tragedia troppo negata dalla storia e dalla cultura. La riflessione del sindaco di Orvieto, Stefano Mocio:

“Quella vicenda umana, solo recentemente riabilitata al rango di tragedia attraverso una legge nazionale del marzo 2004 – afferma il Sindaco, Stefano Mocio - anticipò il concetto barbaro della pulizia etnica, portato alle estreme conseguenze negli anni ‘90 con il crollo della Jugoslavia e le guerre balcaniche.E’ doveroso, dunque, colmare e produrre iniziative culturali ed educative che, favoriscano il recupero del ritardo storico e dell’ignoranza generale che si è prodotta su vicende simili. Le foibe, termine dialettale che significa fosse, sono voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d'acqua, ebbero la loro massima intensità nei quaranta giorni dell’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e dell’Istria, dall’aprile fino a metà giugno '45, quando gli anglo-americani rientrarono a Trieste occupata dalle milizie di Tito che obbedirono all’ordine di 'Epurare subito'. Una vera e propria caccia all’italiano, esecuzioni sommarie, deportazioni, processi farsa, infoibamenti. A 60 anni da allora, le stime non sono ancora precise: tra i 10 e i 15 mila italiani morirono infoibati, persone che volevano restare italiani e che per questo si opponevano all’espansionismo del maresciallo Tito nella Trieste e nell’Istria occupata dopo la fine della Seconda Guerra. La pulizia etnica titina non risparmiò né gli antifascisti e neppure i partigiani del Comitato di liberazione nazionale. Ma le vittime furono doppiamente vittime perché dimenticate per anni. Un vero e proprio tabù storico durante la Guerra Fredda”. “Come lo stesso Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azelio Ciampi ha più volte sostenuto – conclude il Sindaco - la lotta di liberazione e la vendetta titina non si possono confondere. E´ giusto esecrare tutti i massacri, ogni tragedia ha il suo contesto storico e una data simbolo. Il nostro dovere è quello di favorire il recupero della coscienza storica ed agire ed educare le attuali e le future generazioni affinché respingano nuovi rigurgiti di violenza nel mondo e consegnino all’umanità un futuro di Pace”.