cronaca

Licenziamenti e debiti, case di riposo a rischio

giovedì 20 gennaio 2005
di Gabriele Anselmi

Chiude il San Domenico Savio a Monterubiaglio, sedici dipendenti in licenziamento. Il Piccolomini Febei lascia San Giorgio per trasferirsi, tra le polemiche,  Montegabbione con l’ombra di un buco economico di quasi due miliardi delle vecchie lire.

 

È questa la particolare situazione in cui versa l’assistenza pubblica agli anziani. L’appello del presidente del Cda che gestisce il San Domenico Savio, Marcello Tomassini, è chiaro: “O diminuiscono le spese o chiudiamo i battenti”. I sedici dipendenti della struttura fondata da Don Marzio Miscetti rischiano di perdere il posto. Nelle casse della casa di accoglienza devono ancora arrivare ben 93.000 euro di integrazione delle rette che il comune di Orvieto e la Asl non ancora versato. Sulla struttura incombe una ristrutturazione di circa 250.000 in quanto i carabinieri del Nas di Perugia l’hanno dichiarata fatiscente. Una spesa che grava sul Cda gestore come l’affitto da versare ogni mese alla curia di ben 1000 euro, frutto di un contratto capestro che fa gravare sulla gestione sia gli interventi di straordinaria e ordinaria amministrazione.

 

.“Questa sta diventando una situazione ingestibile – afferma il presidente del Cda dell’ente che gestisce il San Domenico Savio, Marcello Tomassini – Le spese e i soldi che devono versarci il Comune di Orvieto e la Asl costituiscono uno scoglio che questa struttura non riesce a superare. Non vedo soluzioni alternative in questo momento. Siamo costretti a licenziare tutti i sedici dipendenti e poi valutare la loro assunzione in prospettiva di una nuova cooperativa sociale che si occuperà della gestione della struttura. In questi anni gli interventi sull’immobile sono stati valutati intorno ai cinquecento milioni delle vecchie lire. Si tratti di interventi strutturali straordinari che non erano di competenza dell’ente gestore. Ad oggi, la curia, con un contratto d’affitto capestro ci ha sostanzialmente obbligato a sostenere sia la manutenzione straordinaria che ordinaria dell’edificio, al pagamento dell’affitto. Credo che questo atteggiamento non sia giusto, considerando che Don Marzio Miscetti, che ha costruito la struttura, l’aveva in  seguito donata alla parrocchia”

 

Alla crisi della casa di riposo di Monterubiaglio si aggiunge la bufera del Piccolomini Febei. Alleanza Nazionale ha presentato un’interpellanza nella quale chiede al comune i motivi per i quali si è scelto di trasferire gli anziani da San Giorgio a Montegabbione, firmata dai consiglieri Olimpieri, Giardini e Zazzaretta.

 

“La gestione Commissariale dell’Istituto di Beneficenza Pietro Piccolomini Febei di Orvieto è destinata ad esaurirsi con risultati vistosamente negativi – afferma invece il presidente del movimento Altra Città, Andrea Scopetti - Abbiamo motivo di ritenere che dal mese di maggio 2002 il Piccolomini abbia avuto perdite di gestione superiori, mediamente, a € 25.000/mese, con disavanzi complessivi sino al 31/12/2004 che potrebbero aggirarsi intorno a 1.000.000 di €, cui si farà fronte inevitabilmente con alienazioni del patrimonio dell’Istituto stesso”.

 

Inoltre questa sera alle 18, nella propria sede, Rifondazione Comunista, presenterà il suo piano per l’accoglienza degli anziani.

 

In fondo a questa lista di polemiche e contratti ci sono le persone anziane che vengono sballottate da un posto ad un altro quando invece dovrebbero vivere in una tranquillità molto più salutare.