cronaca

Meno ricoveri in ospedale? Colpa dei giornali

giovedì 18 novembre 2004
Calano i ricoveri all'ospedale di Orvieto nel corso del 2003 per 203 unità con una riduzione del numero complessivo pari ad una percentuale del quattro per cento. La responsabilità di tale situazione sarebbe da individuare in un soggetto a dir poco singolare: la stampa e gli organi di informazione. Questa la valutazione espressa dagli esperti economisti che hanno redatto il Bollettino dell'osservatorio sulla situazione economica e sociale dell'area orvietana.

Ecco cosa si può leggere a pagina 98 come commento di questa tendenza al calo dei ricoveri: "Nella provenienza dei ricoveri il 2003 rappresenta una cesura nei confronti degli anni precedenti, durante i quali vi era stata un'espansione quasi ininterrotta della quota dei ricoveri di pazienti provenienti da fuori Regione.

La caduta dal 31 per cento del 2002 al 21 di detta quota sarebbe da addebitare a una perdita d'immagine dell'ospedale di Orvieto dovuta alle notizie riportate sulla stampa di difficoltà, contrasti, se non conflitti nella gestione dello stesso". Una considerazione che assume il carattere della "scientificità", ma che in realtà appare discutibile. Con quali criterio si è accertato che i mancati ricoveri dipendono dalle notizie riportate dalla stampa?

Tra l'altro, le notizie pubblicate sull'attività dell'ospedale di Orvieto nel corso del 2003 non sono diverse, nè più allarmanti o più gravi rispetto a quelle uscite nel corso degli anni precedenti quando il numero dei ricoveri era più elevato e addirittura in crescita come certificato dalle statistiche ufficiale. Tutto ciò significa che se le presunte magagne dell'ospedale non fossero arrivate all'attenzione dei giornali, i ricoveri non sarebbero diminuiti perchè i cittadini non potevano accorgersi da soli che forse qualcosa non funzionava tanto da decidere di rivolgersi altrove?

La singolare valutazione sulle responsabilità dei giornali sembrano rassomigliare molto al tentativo di individuare un capro espiatorio che, se potrebbe al limite essere comprensibile da parte delle autorià sanitarie per giustificare il calo dei ricoveri, lo appare molto di meno se viene individuato da un osservatore esterno e "neutrale" come dovrebbe essere uno studio statistico.