cronaca

La vicenda di Stefano Melone

martedì 14 settembre 2004
Il maresciallo Stefano Melone viene arruolato nell’Esercito nel 1977 e assegnato alla base A.L.E. (Aviazione Leggera dell’Esercito) di Viterbo dove svolge il servizio e la sua attività lavorativa. Frequenta dapprima il corso di assistente di bordo, mitragliere e meccanico su velivoli leggeri quindi, dopo aver superato il corso, viene trasferito al 1° raggruppamento A.L.E., “Antares”, di Viterbo ed assegnato all’equipaggio fisso di volo su elicottero CH47C.

Sul finire del 1979 viene comandato a frequentare il corso di specialista antincendio e alla fine del 1981 quello di caposquadra antincendio rimanendo sempre in servizio presso il nucleo “Antares”, di base per circa 4 anni (con uso diurno e notturno di tute di protezione in amianto).

Dopo aver effettuato corsi di qualifica ed aggiornamento è nuovamente trasferito al 1° raggruppamento A.L.E. “Antares” di Viterbo con l’incarico di capo velivolo elicottero CH47C e motorista. Nel corso dell’anno 1996 viene comandato a frequentare il corso di qualificazione per la difesa Nucleare Batteriologica e Chimica e alla fine dello stesso anno viene inviato all’estero presso il contingente ONU “Unifil” operante sud del Libano dove ricopre gli incarichi di equipaggio fisso di volo e di sottotenente addetto alla difesa NBC. Viene quindi assegnato ed inviato ancora all’estero, più volte, per missioni prolungate presso i contingenti “Italfor pellicano” in Albania, “Unosom Ibis” in Somalia (Mogadiscio), in ex Jugoslavia e “Afor” in Kossovo per il soccorso ai profughi.

Il 5 febbraio 2000, dopo urgente ricovero all’ospedale S.Maria della Stella di Terni, gli viene riscontrata e diagnosticata una “Neoplasia Pleuro-Polmonare Maligna (Emangioendotelioma epiteloide dell’osso, del polmone e della pleura), patologia dovuta all’esposizione a sostanze radioattive e cancerogene.

Tale malattia ed infermità veniva confermata sia dall’Infermeria Speciale del 1° Reggimento Cavalleria dell’Aria “Antares” sia dalla Commissione Medica Ospedaliera del Centro Militare di Medicina Legale del Ministero della Difesa in rapporto diretto di casualità, con il servizio ed il lavoro prestato presso l’Esercito per l’avvenuta esposizione ed il contatto, durante il servizio, con sostanze cancerogene.

Quest’ultima Commissione, in data 9 agosto 2000 esprime parere favorevole per la concessione della pensione privilegiata e dell’equo indennizzo ascrivendo la conseguente menomazione complessiva dell’integrità psicofisica alla Tabella A Categoria 1° nella misura massima prevista. Per tale infermità il Maresciallo Capo Stefano Melone viene posto in congedo definitivo e permanente dalla data dell’8 agosto 2000.

Lo stesso, in virtù dell’avvenuto riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell’infermità, presenta quindi domanda per la concessione della pensione privilegiata. Intanto le sue condizioni di salute andavano aggravandosi. Dopo diversi ricoveri all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’8 novembre 2001 il suo cuore ha cessato di battere.

Una battaglia di giustizia Da quel giorno io e i miei due figli ci stiamo battendo per avere giustizia e chiarezza, anche mio marito in vita lo aveva fatto, pubblicamente, in Tv oltre che nei quotidiani, ma al suo appello non ha risposto nessuno. Né lo Stato, né le alte istituzioni militari. Stiamo ancora aspettando la pensione privilegiata ed abbiamo una causa in corso con il Ministero della Difesa per avere il riconoscimento del danno biologico, una battaglia legale che mio marito stesso aveva iniziato nell’ottobre 2000.

Questa notizia è correlata a:

Il Parlamento farà chiarezza sulle morti per uranio impoverito.