cronaca

Fabro: Ero con la mia amante come facevo a rubare?

venerdì 26 settembre 2003

Denunciato per furto, scagionato dall'amante. Il giudice monocratico del tribunale di Orvieto, Marco Di Tullio, ha assolto perchè il fatto non sussiste un trentaquattrenne di Fabro accusato di furto aggravato per aver rubato alcune mattoni e pianelle in cotto da un casale in ristrutturazione tra Fabro e Cuttà della Pieve.

I fatti risalgono al 29 gennaio 2002. Il trentaquattrenne fabrese viene sorpreso nei pressi del casale dal proprietario dello stabile. A suo avviso mancano dall'abitazione in ristrutturazione diverse pianelle in cotto e così, insospettito dalla presenza del giovane, lo denuncia ai carabinieri di Città della Pieve che qualche giorno più tardi effettuano una perquisizione nella sua casa e trovano mattonelle simili a quelle rubate.

Durante il processo la difesa del trentaquattrenne fabrese, sostenuta dall'avvocato Gianfranco Puppola, ha dimostrato che le mattonelle sequestrate dalle forze dell'ordine erano diverse da quelle rubate sia per le dimensioni che per l'impasto. Ma a convincere il giudice è stata la deposizione di un'amica dell'imputato che ha raccontato in aula di aver avuto una relazione "clandestina" con il giovane fabrese, convivente con un altra donna con cui ha avuto una figlia.

Lo spiazzo vicino al casolare incriminato, ha ammesso in aula la testimone, era infatti il luogo scelto dai due amanti per i loro incontri e dunque il giovane non si trovava lì per compiere il furto denunciato.