cronaca

Gli orvietani ed il sesso a pagamento

sabato 14 dicembre 2002
Sfruttamento della prostituzione, un'accusa che nell'orvietano sentiamo sempre più spesso. Negli ultimi anni ci sono stati ben tre episodi che hanno portato alla ribalta le storie di sesso e denaro che hanno visto protagonisti gestori di night club, ballerine e clienti.

E' iniziato in questi giorni il processo a Silvano Pellegrini, l'uomo di Civita Castellana che avrebbe organizzato, dietro alla facciata di un circolo culturale all'interno del locale "Il Mulino", un giro di ragazze squillo. Con sole 50 mila lire i clienti prima parlavano e poi 'tenevano compagnia' alle giovani dell'est europa.

Due mesi fa Sette persone sono finite in manette con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un locale a Guardea, "La Rosa Nera" fungeva da copertura ad un florido giro a luci rosse con centinaia di "soci" documentabili. Ragazze clandestine fatte prostituire dietro somme che andavano dritte nelle mani del gestore del locale. Questa volta le tariffe erano un po' più salate, dai 40 ai 60 euro ad incontro, e perdipiù solo con i tesserati. Durante il blitz la Polizia sorprese un cliente intento a consumare con una delle ragazze. Quest'ultime arrivavano da ben nove paesi differenti , dall'est europeo al Sud-Africa e Sud-america. Una scelta più variegata rispetto al Mulino montecchiese.

L'ultimo dei tre casi ha fatto molto scalpore ad Orvieto: il famigerato "casale a luci Rosse"; un caso che si è concluso con la condanna di tutti gli imputati. I tre uomini, accusati di avere favorito la prostituzione di alcune ballerine brasiliane e dell'Est europeo in un agriturismo nelle vicinanze di Baschi, sono stati condannati ad un anno e quattro mesi di reclusione. Alla titolare della struttura, una cinquantunenne di Baschi, è andata peggio: dovrà scontare un anno ed otto mesi. Per tutti la pena è stata sospesa. La vicenda risale al dicembre del 1999, i quattro personaggi vennero arrestati dai carabinieri di Baschi e sono poi tornati in libertà. Quando all'interno del casale si svolgevano le festicciole a luci rosse all'entrata veniva posta una candela accesa; un segnale 'in codice' per i clienti.

Circa sei mesi fa è scoppiato il caso dei film porno con attori locali. Tutti gli orvietani si sono chiesti chi fosse la famosa casalinga quarantenne insoddisfatta del marito che volle far parte del cast a luci rosse ad ogni costo. Tutti adesso aspettano di vedere la famosa videocassetta. Ma esisterà davvero?