cronaca

Allarme inquinamento per le acque del Tevere.

sabato 24 agosto 2002
Pubblichiamo il testo inviatoci dal Professor Cardinali.

In questi giorni, nonostante le piogge, chi avesse occasione di passare lungo la strada provinciale che congiunge l’amerina con Alviano scalo, all’altezza della stazione di Castiglione in Teverina, pu scorgere un’acqua del Tevere molto particolare. In quella zona, dove lo scorrimento quasi sempre scarso, a maggior ragione quando non piove, come accaduto in questo ultimo anno, possibile scorgere “fasci” di materiale verde giallo che rendono quel tratto di fiume molto particolare. Quel materiale, in realt, un elevatissimo concentrato di microrganismi unicellulari, di natura vegetale, chiamati EUGLENA VIRIDIS. Quando quest’organismo altamente concentrato, si dice che in atto uno stato di grave inquinamento, tipico delle acque luride. Per capire meglio, si pu immaginare una pozza d’acqua nella quale bevono e contemporaneamente defecano diversi cavalli o vacche: con il caldo e dopo qualche giorno, compare la massa verde gialla di EUGLENA. Si tratta di uno degli indicatori che consente di classificare l’acqua al pi elevato livello di inquinamento organico. Insomma, il fenomeno sta ad indicare che, in barba a costosi ed inefficienti depuratori, l’acqua del Tevere talmente ricca di “cacca” da poterla considerare una fogna, con grosse concentrazioni di nutrienti, cos si chiamano le “cacche”, le “piscie” ed anche tutti i concimi che in questi giorni dilagavano dai campi, dopo mesi e mesi di assenza di piogge. Probabilmente c’ di peggio e di pi. Osservando attentamente l’acqua che esce dalla centrale elettrica di Corbara, cio quella del lago omonimo, alimentato dal Tevere che proviene dal perugino, si nota che molto diversa da quella del Tevere alimentato soprattutto dal Paglia. Il Paglia sta male, ma non c’ confronto; non improbabile che nel nord dell’Umbria qualche allevamento di maiali non sia sotto controllo, come possibile che simili attivit siano aumentate senza adeguata vigilanza e non tenendo conto delle situazioni gi gravi in cui il Tevere versa solo con gli scarichi urbani. Simili fenomeni sono visibili ogni anno all’interno della palude di Alviano, ma sono spiegabili sia con il normale inquinamento, sia con l’aumento della temperatura, sia con eccessivi ristagni di acqua. Sono, comunque, riconducibili a fenomeni non generalizzati e tenuti sotto controllo dalla riproduzione di piante acquatiche superiori. E’ la prima volta, dopo tanti anni di attente osservazioni, che il fenomeno si verifica nel fiume aperto ed in presenza di una pur leggera corrente. Siamo molto preoccupati.

Gianni Cardinali, Direttore Oasi di Alviano