cronaca

Tra animalisti e tradizionalisti vince la palombella

domenica 19 maggio 2002
di Marco cannavò
"Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E all'improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi" . Così è scritto nelle Sacre Scritture, e così e avvenuto alle 12 in Piazza Duomo. Oltre alle diverse lingue parlate (orvietano, genovese, emiliano, toscano ed italiano), quest'anno ci sono stati anche molti gesti: il vescovo veniva chiamato dagli animalisti a gran voce , con l'indice ed il mignolo rivolti verso l'alto, d'altra parte pochi tradizionalisti rispondevano con una pacca tra il bicipite e l'avambraccio. Un'animalista convinta non ha retto all'emozione e si è accasciata al suolo colta da un leggero malore, pare che un tradizionalista altrettanto convinto abbia sussurrato: "lo vede che te succede se non magne la carne?". La sofferenza, il digiuno, i gesti ... uno scambio di simboli che purtroppo ha fatto passare in secondo piano il motivo di tanta enfasi: la palombella, che ha transitato sopra le loro teste quasi con menefreghismo, tra i tanto odiati-amati petardi, per finire tra le mani dei due sposini Federico e Luigia Trentavizi. Chi invece ha fatto caso al simbolismo della piazza è stato il tanto nominato vescovo Decio Lucio Grandoni che ha dichiarato "tra animalisti ed Orvietani scelgo gli orvietani", e così sia.