cronaca

Com'è strano vedere il mondo dal villaggio di Ramoc.

sabato 16 febbraio 2002
di Giuliano Santelli
Uscendo da Gjacova si attraversa la periferia: Qui il dramma lo si avverte come uno schiaffo in faccia. Arriviamo per una pista sterrata al villaggio di Ramoc, incontriamo Auni Kocajs, un'insegnante. Il villaggio ha 200 abitanti, 60% cattolici 40% mussulmani. La composizione religiosa qui non ha mai rappresentato un elemento di tensione, ma la guerra ha lasciato i suoi segni. 4 morti, 11 dispersi, i Serbi come altrove sono passati ed hanno colpito. 35 case sono state bruciate 60 persone sono in condizioni di reale bisogno.Scarichiamo una parte degli aiuti che abbiamo con noi, come sempre accompagnati da una doppia pattuglia di paracadutisti in assetto di guerra, distribuiamo vestiario e generi alimentari, abbiamo anche qualche giocattolo per i bambini. Ci guardiamo in faccia e la testa corre a casa, alla nostra condizione di previlegio, una riflessione che diventerà ancora più dura poco dopo. Arriviamo alla scuola di Korenice, il villaggio ha 420 abitanti, 178 bambini dfa 0 a 15 anni. Anche qui mussulmani e cattolici. La scuola si chiama "Luigi Gurakuoj" eroe del 1400,la scuola serve anche i villaggi di Oriz, Meje, Ramoc, Duzhine, Nec e Korenice. Alcuni bambini fanno anche 7 km. a piedi per venire fin quì. I bagni sono rudimentali senz'acqua corrente, il tetto in alcuni punti ha visibili segni di cedimento. Stufe a legna per il riscaldamento. Eppure negli occhi dei bambini si colgono lampi di vivace speranza. Scarichiamo banchi sedie e lavagna nuovi , qualche cartone di cancelleria, per loro e una bella festa Incontriamo poi un gruppo di donne, alcune vedove, donne giovani dai tratti segnati. Insieme alla Charitas di Milano hanno costruito una piccola fabbrica per la produzione di funghi. Ci invitano a visitare il capannone ci consegnano un elenco di cose e materiali necessarie a far partire la produzione. Mancano poco più di 12000 euro per poter produrre. Qui i morti sono stati 71, coesistono cattolici e mussulmani e famiglie rom, solo quest'ultimi sono 21. L'ultima emozione ce la riserva Maria, presidente di una cooperativa di sole donne, anch'esse vedove. I loro uomini li hanno presi i Serbi vicino Korance mentre con mogli e figli tentavano di raggiungere il confine di Morini verso l'Albania. I mariti non sono mai più tornati, alcuni cadaveri, bruciati e mutilati sono stati ritrovati in qualche fossa comune. Maria occhi neri, bel volto, ci descrive l'attività che sperano di realizzare, un'allevamento di polli e galline ovaiole. Il capannone e le gabbie sono pronti, anche questi offerti dalla charitas di Milano, quella del Cardinal Martini, ma un'ultimo sforzo, dice Maria, incubatrici, mangime e pochi altri materiali. Maria parla di questo sogno, pensa ai propri figli e a quello delle sue compagne, nei suio occhi non traspare odio o rancore, parla con voce bassa, ci chiede aiuto, non facili promesse. Isauro Grasselli, Sindaco di Baschi, dice che ci impegneremo, io penso ad una mia cara amica che lavora nella cooperazione agricola,cercherò di trasmettergli questa voglia di ripartire che molto ci ha coinvolto. Torniamo anche stasera all'imbrunire, i ragazzi della scorta, come sempre ci accompagnano al campo, strani, questi ragazzi, molto motivati, professionali, ma con atteggiamenti di tenerezza nei confronti della popolazione come non avevo mai visto. I nostri militari qui sono non solo ben visti, ma rappresentano anch'essi un pezzo di speranza. Ceniamo e vediamo il TG5, neve al nord, sciopero dei trasporti, Berlusconi e Blair, una condanna all'ergastolo non so per chi,lo sport. Tutto mi scivola via come se non avesse senso, mi sembrano, queste notizie viste da quì lontane ed inutili. Buonanotte, tristezza e segni di impotenza si fondono, domani è un'altro giorno.