cronaca

Vincono il concorso con le Ferrovie, ma non vengono assunti.

lunedì 11 febbraio 2002
Vincono il concorso in ferrovia ma rimangono a casa, senza lavoro. Da un giorno ad un altro vengono sostituiti dai computer e l'aver vinto quel bando di concorso non conta improvvisamente più niente. Ora un gruppo di venti persone, tra cui una decina di orvietani tra i venti ed i trent'anni, trascinerà lunedì prossimo i responsabili di Trenitalia davanti ai giudici del tribunale civile di Roma per vedersi restituito quello che l'azienda di trasporti ferroviari gli avrebbe prima concesso e poi indebitamente tolto, cioè il lavoro. La vicenda risale al 1997 quando le Ferrovie dello Stato pubblicano un bando di concorso per dieci posti da operatore di manutenzione e dieci per operatore di circolazione lungo le tratte ferroviarie. Partono le selezioni, iniziano le prove, i test attitudinali ed alla fine in venti riescono a mettere insieme tutti quei requisiti fisici e tecnici necessari per poter accedere alle mansioni richieste dall'azienda. Tutto sembra filare per il meglio ed una volta superato brillantemente l'ultimo colloquio e l'annessa visita medica, i venti ragazzi si mettono in attesa della lettera di convocazione da parte delle Ferrovie dello Stato per cominciare la loro nuova avventura lavorativa. Passano i giorni, passano i mesi, passano addirittura degli anni ma di loro l'azienda sembra essersi completamente dimenticata. Gli "operai in pectore" cercano spiegazioni e si rivolgono ripetutamente agli uffici della società per ottenere dei chiarimenti. Per loro però, nonostante siano risultati i primi nella graduatoria, non c'è più posto. Nei piani di ristrutturazione automatizzata di Trenitalia le figure professionali che erano state richieste ora non servono più ed i venti ragazzi devono dire addio al lavoro facendo spazio ai nuovi sistemi informatizzati. Ma loro non ci stanno anche perchè nel frattempo, confidando nella chiamata delle Ferrovie dello Stato, avevano rinunciato ad altre occupazioni ed altre interessanti opportunità di lavoro. Si rivolgono quindi prima alle associazioni sindacali di categoria e poi, dopo vani tentativi, sono costretti a spostare la battaglia sul fronte giudiziario. Nel '99 si affidano ad un legale, l'avvocato Angelo Ranchino, che in prima battuta invia delle lettere di contestazione all'azienda ferroviaria e nel novembre del 2000 incardina una causa di fronte al tribunale civile di Roma per ottenere che i giovani orvietani vengano reintegrati in organico. Nel novembre scorso la prima interlocutoria udienza del processo, lunedì si comincerà invece a fare sul serio. Secondo la tesi del legale orvietano il provvedimento preso da Trenitalia sarebbe del tutto arbitrario ed infondato. A dare conferma di questo ci sarebbero le piante organiche concordate tra Trenitalia ed i sindacati secondo cui l'azienda di trasporti ferroviari sarebbe sotto di almeno venti unità.