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Il Corteo Storico vuole uscire dagli armadi. Tutto l'anno e una volta per tutte. La proposta dell'assessore Marino

domenica 19 giugno 2011
di Monica Riccio
Il Corteo Storico vuole uscire dagli armadi. Tutto l'anno e una volta per tutte. La proposta dell'assessore Marino

E' tempo di Corteo Storico e, inevitabilmente, le vicende che riguardano la storica processione in costume medievale, evento principe della città di Orvieto, tornano a tener banco tra la gente. "Non possiamo permettere che del Corteo si parli solo ed esclusivamente tre giorni prima dell'uscita e tre giorni dopo" E' questo l'accorato appello che l'associazione "Lea Pacini", organismo creato nel ricordo della "Signora", madre, ideatrice e anima del Corteo Storico, intende lanciare alla città.

Nel corso di una inconsueta conferenza stampa, che si è tenuta in Comune sabato mattina, si è parlato infatti delle problematiche, delle necessità, di progetti e programmi, in sostanza, del futuro del Corteo.

Alla presenza del sindaco Antonio Concina e del neo assessore alla Cultura, Marco Marino, l'associazione "Lea Pacini" attraverso i propri rappresentanti, il presidente dott. Silverio Tafuro, il vice presidente dott. Mario De Felice, e di alcuni membri del direttivo come Alberto Bellini e Sandro Ciotti, ha spiegato quali e quanti sono i problemi che nel tempo hanno appesantito la gestione dell'evento, quali e quante sono le necessità che dalla gestione di un simile patrimonio, dal valore inestimabile, emergono e sono purtroppo da tempo disattese dalle Istituzioni.

"Il Corteo Storico è la festa principale della città, - ha detto il dott. Tafuro, - intorno a questo evento dovrebbero muoversi tutte le forze, così non è. La manifestazione paga una scarsa pubblicità che non la fa conoscere nemmeno in tutta l'Umbria quando invece dovrebbe essere il prestigioso biglietto della città."
Tanti sono i problemi che il Corteo, in questi anni, ha dovuto sopportare, tante le vicende che non ne hanno permesso la giusta diffusione mediatica.

"Il nuovo comitato direttivo che si insediato nel febbraio di quest'anno, - spiega ancora il presidente, - intende dare una svolta, rimboccarsi le maniche e iniziare a trovare i canali giusti per promuovere il Corteo. In questo senso, stiamo lavorando ad un restyling del nostro sito web (www.corteostoricoorvieto.it), e abbiamo di recente aperto un account su Facebook al quale, in pochissimo tempo, si sono già affiliate oltre settecento persone. Intendiamo creare un polo informativo attorno al Corteo, una sorta di interscambio tra il Corteo stesso e la città." A tal proposito il dott. Tafuro ha ricordato che presso l'attuale sede alla ex caserma Piave, è sempre possibile, in questi giorni in cui si sta lavorando all'uscita del prossimo 26 giugno, andare a conoscere da vicino i costumi, le sarte al lavoro, la storia e l'atmosfera che precede ogni uscita per avvicinare gli orvietani, ma anche i turisti, al grande patrimonio della città. Le visite, gratuite ma su prenotazione (numero a cui chiamare 0763.340535), sono possibili fino a giovedì dalle 10 alle 12, dalle 16 alle 18 e dalle 21 alle 23.

La sede del Corteo, insieme ai finanziamenti necessari, restano due dei principali nodi da sciogliere.

"Il problema dei fondi a nostra disposizione inizia a diventare preoccupante, - ha detto il presidente Tafuro. Quest'anno, - ha spiegato, - abbiamo avuto seri problemi anche per stampare i manifesti. La nostra associazione, nata nel '91, un anno prima della morte della signora Lea, si regge su uno Statuto in cui si afferma che il Corteo è di proprietà della città. Quindi di Comune, Provincia e Regione. Dalla Regione non abbiamo mai avuto alcun contributo. Dalla Provincia per il 2010 siamo in attesa di 3.700 euro, dal Comune abbiamo ricevuto un contributo una-tantum di 25.000 euro, contributo però legato alla messa in piedi di progetti nuovi. Il Corteo, per ogni uscita, necessita di circa 12.000 euro, dalla Fondazione Cassa di Risparmio abbiamo avuto un contributo di 5000 euro a uscita più ulteriori 5.000 euro per il concerto. Non ce la facciamo. Le idee sono tante ma i soldi pochi. E nel frattempo molti costumi, realizzati con stoffe che non esistono più e da mani che non ci sono più, si stanno lentamente deteriorando senza che noi si possa fare molto. Cosa chiediamo? Una sede, dignitosa, e sopratutto definitiva. Un posto dove il Corteo possa uscire dagli armadi, sempre, non solo durante la solennità del Corpus Domini, un posto dove la gente possa ammirare tutto l'anno i costumi, possa conoscere e tramandare la storia di ogni singolo personaggio, di ogni singola bandiera. E, perché no, siamo alla ricerca di uno o più sponsor, nel mondo dell'imprenditoria, visto che restare ancorati solo alle Istituzioni, finora, non è servito al bene del Corteo".

E' un appello, duro, chiaro, trasparente, quello che il dott. Tafuro affida alla città. Il Corteo, e non solo per l'inestimabile valore economico dei costumi, delle armi, dei vessilli (alcuni mantelli superano alcune migliaia di euro di valore), non può "vivere" le sue stagioni nella precarietà di una sede fatiscente e anonima. Non può essere conservato in un posto dove l'intonaco cade a pezzi e dove la pioggia entra beffarda a ricordare l'incuria del tempo. Non è più possibile considerare il Corteo un bel giocattolo da sfoggiare ai pochi, fortunati turisti che nel giorno dell'uscita si trovano in città. Ma la signora Pacini è stata chiara, e le sue parole sono ben scolpite nella mente di chi ne prosegue, senza alcun guadagno economico, l'attività: "chi vuole vedere il Corteo deve venire a Orvieto". Il Corteo non si sposta, non va in tournée. Il Corteo è un patrimonio della città che la città però, finora, non ha saputo né amministrare, né valorizzare, né promuovere.

In questo scenario triste e freddo e, se vogliamo, desolante, si inserisce come un raggio di sole caldo la proposta audace, ma non per questo risibile, dell'assessore Marino: utilizzare la Chiesa di San Francesco come sede definitiva dei costumi e degli accessori.

"Il nostro Corteo Storico, al quale sono profondamente legato, non è fatto di pupazzi vestiti, - dice Marco Marino, neo assessore alla Cultura, Turismo e Artigianato. Nessun personaggio è casuale, non si tratta di una semplice processione, di una sfilata. Ogni tassello ha la sua storia e guardare il Corteo senza conoscere la storia, chi era quel personaggio, quale era il suo ruolo nella società del tempo, non ha particolare senso. Inoltre, - ha aggiunto Marino, - il Corteo va visto come massima espressione della creazione artistica del nostro artigianato locale: la lavorazione del ferro, del legno, del cuoio, la sartoria, in esso trovano il momento più alto mai espresso. Questo patrimonio, dunque, non può restare rinchiuso negli armadi. Nei primi anni di uscita, nel dopoguerra, la società si stava risollevando scoprendo pian piano il turismo, oggi il Corteo non può più essere utilizzato in questo modo, ma va calato nell'era moderna. Per questo ho intenzione di mettermi a lavorare al più presto ad un progetto, del quale verificherò quanto prima la fattibilità, per creare un luogo che non sia per il Corteo solo un'esposizione ma un luogo che abbia una funzione didattica.

Nella Chiesa di San Francesco si potrebbe ricreare un momento della IV Crociata, con i personaggi civili e militari, gli uomini e le donne del tempo, riuniti prima della partenza. Manichini con i costumi protetti da vetri speciali potrebbero mostrare i costumi e un sistema computerizzato, interattivo, potrebbe spiegarne, accanto ad ognuno, storia, origini, caratteristiche, curiosità. Il progetto, - ha illustrato poi Marino, - potrebbe essere dedicato in particolare alle scolaresche in gita; se ipotizziamo 130.000 presenze annue, con un biglietto di ingresso di un euro, abbiamo 130.000 euro che ben potrebbero costituire un autofinanziamento consistente che svincolerebbe il Corteo da qualsiasi necessità".

La proposta di Marino è piaciuta al direttivo della associazione "Lea Pacini" anche e sopratutto in considerazione dell'importante appuntamento del 2014, quando in occasione del 750 anniversario del Miracolo di Bolsena, in città potrebbe giungere addirittura il Santo Padre. In questa ottica, già da questa edizione, il Corteo delle Dame, che precede al sabato l'uscita del Corteo, non sarà più messo in scena a Piazza del Popolo ma a Piazza Duomo, in una sorta di prova generale delle danze e musiche di coreografia.

Il progetto di Marino, se fattibile, avrà bisogno di finanziamenti, almeno nello start-up: "Credo sia importante, per una amministrazione comunale, investire soldi in qualcosa da creare e che poi sarà in grado di finanziarsi da sola che non in qualcosa che ogni anno ha bisogno di fondi. Per questo un progetto simile permetterebbe al Corteo di continuare a vivere con le sue forze, tramandando e conservando, e in mostra tutto l'anno, il grande patrimonio culturale che costituisce, e al Comune di svincolare eventuali contributi a favore di altre realtà"

L'associazione che gestisce il Corteo sta comunque muovendosi, se non altro fiscalmente, per diventare una ONLUS e poter così lanciare una campagna per il recupero del 5 per mille, soldi che potrebbero certamente dare una mano alle già esigue casse.

Intanto è tutto pronto per l'uscita di domenica prossima. Ieri pomeriggio si è svolto presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza il Tavolo Tecnico, strumento di prerogativa del Questore della Provincia, necessario per la predisposizione dell'ordinanza della Questura per i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in occasione della festa del Corpus Domini. Al tavolo, presieduto dal Vicario del Questore, dr. Andrea Pietroiusti e dal Dirigente del Commissariato, Dott. Federico Sciaudone, hanno partecipato i comandanti di tutte le forze di Polizia che saranno coinvolte nell'esecuzione dei servizi di ordine pubblico, i Vigili Urbani di Orvieto per gli aspetti di loro competenza, nonché tutti gli enti organizzatori delle iniziative della prossima settimana.

Quest'anno, inoltre, sarà ospite d'eccezione del corteo religioso il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Si comincia venerdi 24 alle ore 21.00 con musiche a Sant'Andrea, sabato 25 sfilata del Corteo delle Dame e al Duomo Messa dei Vespri alle ore 17,30. Sempre sabato 25 in Piazza Duomo alle 18,30 danze medievali e sbandieratori di Amelia. Domenica 26, alle ore 10 in punto, uscita del Corteo Storico per le vie delle città.

Poi, purtroppo, tutto, per ora, tornerà negli armadi fino al maggio del prossimo anno quando la macchina volontaria, appassionata e impotente dell'associazione "Lea Pacini" si metterà di nuovo all'opera.